Corvonero contro Serpeverde

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20 settembre 1976, dormitorio di Corvonero

Arya sbatté le palpebre un paio di volte prima di rendersi conto che un fastidioso fascio di luce filtrava come una lama affilata attraverso le spesse tende del suo baldacchino. Cercò di coprirsi con un braccio gli occhi, nel tentativo di rimandare ancora per qualche secondo quel terribile momento in cui avrebbe dovuto smettere di vegetare scostando le calde e morbide coperte nelle quali si era avvolta la sera prima.
Sbuffò quindi sonoramente tre volte prima di decidersi a far emergere prima un braccio e poi l'altro dalle coperte, allungandole entrambe sopra la propria testa, cercando di risvegliare i muscoli dal loro torpore e facendo scivolare lungo l'avanbraccio sinistro una serie di braccialetti. Si soffermò qualche secondo ad osservare quello che spiccava per la varietà di perline in plastica babbana di cui era composto e i cui colori cozzavano gli uni con gli altri in un modo assolutamente incredibile: Arya sorrise pensando quanto impegno sua sorella Sophie ci aveva messo per farle quel braccialetto prima di partire: era sparita per un intero pomeriggio e solo la sera dopo cena, mentre i loro genitori discutevano di ciò che sarebbe stata la loro vita da quel momento in poi, sua sorella le aveva consegnato un pacchettino fatto con della carta riciclata di tre Natali prima. Arya si era rigirata qualche secondo quell'oggetto curiosamente variopinto tra le mani prima di sorridere alla sua sorellina: l'ultimo vero ricordo che Arya aveva di lei erano le sue braccia sottili che le stringevano la vita con una forza incredibile per una bambina di soli sei anni, e ricordava perfettamente con quanta fatica era infine riuscita a ricacciare indietro un paio di lacrime mentre le accarezzava la testolina bionda

"ehi mostriciattolo, guarda che stai andando in vacanza, non è mica per sempre"

Le aveva detto sorridendo, senza immaginare che quella vacanza si sarebbe protratta ben oltre l'estate, e più suo padre le diceva che tutto si sarebbe sistemato presto, più Arya si convinceva del contrario.
Chiuse gli occhi ancora un secondo e lasciando scivolare le braccia sulle coperte si costrinse a tornare alla realtà, accantonando fino alla sera successiva i pensieri negativi: di giorno era più semplice tenerli alla larga, confinati in un luogo remoto della sua mente, ma la sera, quando si ritrovava sola tra le pesanti tende di broccato del suo baldacchino mille pensieri l'assalivano, mille domande scorrevano come un fiume nella sua mente senza che lei riuscisse a trovarvi risposta.

-è sveglia secondo te? –
-non saprei, ho scostato le tende del baldacchino dieci minuti fa, dovrebbe essere sveglia ormai-
Arya scosse la testa senza riuscire a trattenere un sorriso: Corinne e Willa avevano davvero raggiunto un invidiabile livello di autocontrollo limitandosi ad attendere che fossero stati i tiepidi raggi del sole a svegliarla e non i loro corpi lanciati a peso morto sulle sue coperte, accompagnati da una inevitabile sfilza di domande.
-sono sveglia ma... ehi, ehi piano! –
Disse quando da entrambi i lati del suo baldacchino riccamente lavorato, le tende blu notte si spalancarono improvvisamente e con un sonoro fruscio: Arya si ritrovò improvvisamente circondata dalle sue due amiche che la fissavano come dei predatori che hanno appena messo all'angolo una preda facile e succulenta
-voi due mi fate paura-
Disse mentre Corinne e Willa si accomodavano senza aver chiesto il permesso sulle sue coperte, fissandola con uno sguardo che fece capire ad Arya che quella volta non ci sarebbe stata scusa che avrebbe retto: era, letteralmente, in trappola.

Venti minuti. Venti lunghissimi ed estenuanti minuti di domande riguardanti il pomeriggio precedente passato con Sirius, domande su cose a cui Arya non aveva mai pensato, implicazioni che non aveva considerato, particolari che non ricordava: in confronto un'interrogazione di trasfigurazione umana sarebbe stata una passeggiata.

"ma quindi ora state assieme? Voglio dire, sei davvero la nuova ragazza di Sirius Black?"

Era la nuova ragazza di Sirius Black? Era davvero il nuovo nome in cima al triste elenco delle conquiste del bel Grifondoro?
Lì per lì, quando Corinne le aveva posto la domanda speranzosa e con gli occhi che luccicavano, aveva risposto un secco "no", convinta che non ci fosse un'altra possibile risposta. Tuttavia, riflettendoci con più calma di fronte al proprio succo di zucca e rigirandosi tra le mani un toast semi-bruciacchiato, si rese conto che quella domanda aveva creato un inaspettato scompiglio nella sua mente, nella quale una serie di pensieri e considerazioni si susseguivano uno di seguito all'altro, troppo velocemente perché lei potesse capirci qualcosa.

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