Arya -parte I

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2 settembre 1976, Torre di Corvonero

La luce soffusa delle fiaccole riverberava sulla superficie dorata del boccino che Arya stava lanciando sopra la sua testa mentre se ne stava oziosamente sdraiata sulle coperte blu notte del suo baldacchino. Dopo un paio di lanci afferrò la piccola sfera lucida e chiuse gli occhi, ritrovandosi nuovamente catapultata alla sera precedente, sulla ventosa terrazza della torre di astronomia e le sembrò ancora di sentire quei due palmi congelati stringerle il viso. Se ne vergognava un po', ma la prima cosa che aveva pensato appena la pelle delle sue guance aveva riacquistato un minimo di sensibilità era che Sirius Black aveva delle mani incredibilmente morbide e delicate, e che, non appena la loro temperatura si era uniformata con quella del suo viso, quel contatto era diventato inaspettatamente piacevole. Ricordava di aver chiuso gli occhi quando i pollici di Sirius avevano cominciato a sondare con una lentezza quasi esasperante ogni millimetro dello spazio che furono in grado di raggiungere dalla loro posizione. Era come se la stesse studiando, come se volesse memorizzare esattamente ogni più piccolo ed insignificante dettaglio del suo viso, e la cosa più sorprendente per Arya fu scoprire che, anche a distanza di ore, tutto ciò non le appariva incredibilmente inquietante ma al contrario le suscitava una reazione strana, era come se quel semplice contatto avesse smosso qualcosa in lei.

Arya ripensò a come il suo respiro avesse improvvisamente cambiato ritmo, accelerando considerevolmente, quando un rumore sordo li aveva costretti ad appiattirsi contro la fredda parete di pietra, nell'unico angolo che non fosse raggiunto dai deboli raggi della luna. Avrebbe voluto imputare anche l'aumento dei suoi battiti alla luce della lanterna di Gazza che sondava spietata la superficie della terrazza e non al fatto di ritrovarsi stretta tra un solido muro e il corpo caldo di Sirius. Lui le aveva posato un dito sulle labbra e Arya era stata costretta a concentrarsi per respirare ad un ritmo che non l'avrebbe portata in pochi secondi all'iperventilazione. Quando i passi del custode si erano fatti più vicini e più pesanti Arya aveva guardato Sirius, cominciando a preoccuparsi nel momento in cui si fu resa conto chiaramente che anche lui non aveva la più pallida idea di come uscire da lì senza farsi beccare da Gazza.

"Tu non ti muovere, ci penso io... Grazie, Arya" erano state le uniche parole che le aveva detto prima di uscire allo scoperto. Arya l'aveva visto coprirsi gli occhi con un braccio dopo che Gazza gli ebbe puntato la luce della lanterna direttamente in faccia. Per un secondo Arya aveva persino pensato di uscire a sua volta allo scoperto ma di sicuro la punizione se fossero stati trovati soli, di notte, in un angolo buio della torre di astronomia sarebbe stata molto più severa e così Arya era rimasta incollata alle pietre alle sue spalle finché la terrazza fu tornata ad essere illuminata solo dalla fioca luce lunare.

Solo diversi minuti dopo, camminando verso il proprio dormitorio, si era resa conto di non riuscire a pensare a nient'altro che alla voce profonda di Sirius che in un sussurro si articolava a formare il suo nome e a come quel suono del tutto nuovo avesse raggiunto per via diretta qualcosa che aveva scatenato il caos ovunque dentro di lei.

Arya riaprì allora gli occhi ritrovandosi a fissare le elaborate incisioni del boccino d'oro che teneva sospeso tra due dita prima di ruotare il polso in modo da poter leggere le ore dall'orologio babbano che sua madre le aveva regalato prima di partire per la Francia con la sua sorellina, quella stessa estate. Mancavano venti minuti alla mezzanotte, era ora che si muovesse.

Si alzò afferrando la bacchetta, abbandonando il boccino sul comodino accanto al proprio letto e avviandosi verso la porta che dava sulle scale.

-prima o poi dovrai spiegarcelo dove sparisci a quest'ora della notte-

le disse Willa senza staccare gli occhi dal libro di pozioni

-già, dove vai sempre di notte? Non sarà mica che ti vedi con qualcuno e non lo dici alle tue migliori amiche?-

rincarò la dose Corinne la quale aveva improvvisamente perso interesse per l'ultimo numero di Strega Moderna. Arya da parte sua si sentiva in colpa, ma per quanto volesse bene a Corinne e Willa non poteva fidarsi di loro, erano davvero troppo pettegole e non poteva permettersi che si sapesse in giro dove e soprattutto con chi spariva la notte almeno una volta a settimana.

-non riesco a prendere sonno e mi diverte far impazzire Mrs. Purr-

disse alzando le spalle e fingendo con un sorriso che le sue amiche si fossero bevute la sua ridicola scusa. Corinne e Willa si scambiarono velocemente uno sguardo che non prometteva nulla di buono

-davvero? Perché dicono che proprio ieri sera Sirius Black si sia beccato una bella punizione dopo essere stato trovato da Gazza sulla Torre di Astronomia, guarda caso proprio mentre anche tu eri sparita chissà dove-

Corinne la fissava con uno sguardo oltremodo compiaciuto e Arya cominciò a chiedersi come fosse possibile che Sirius finisse in punizione un giorno sì e l'altro pure e proprio quando lei era presente sul luogo del misfatto la cosa facesse scandalo

-non ne so proprio niente e devo andare, non aspettatemi sveglie!-

disse sgusciando fuori dalla porta e augurandosi che davvero al suo ritorno non l'attendesse un altro interrogatorio dal quale probabilmente non sarebbe uscita indenne.

Lasciò quindi la propria sala comune solo dopo essersi accertata che non vi fosse nessuno in giro e cercando di fare meno rumore possibile. Tuttavia, per quanto si sforzasse, il lieve tonfo delle sue scarpe contro il pavimento in pietra rimbalzava e risuonava sordo negli ampi corridoi perciò decise di sbrigarsi pregando Priscilla che gliela mandasse buona ancora una volta.

Arya procedeva nella semi-oscurità, sfiorando con un paio di dita la fredda parete accanto a lei ed evitando per quanto le fosse possibile di utilizzare la bacchetta per farsi luce. Nonostante ciò non furono pochi i quadri che si lamentarono del suo girovagare notturno, soprattutto dal momento che, non vedendo ad un palmo dal proprio naso, continuava ad urtare le pesanti ed elaborate cornici

-ehi ragazzina, sta un po' attenta, c'è chi domani ha una guerra da vincere!-

-oh... mi scusi-

disse Arya con un fil di voce mentre tentava di raddrizzare meglio che poteva il quadro che raffigurava un valoroso guerriero intento a lucidare come si deve la propria armatura: per colpa sua ora i vari pezzi che componevano la solida corazza argentata erano finiti in una pozza di fango e il povero cavaliere avrebbe dovuto ricominciare il meticoloso lavoro tutto daccapo

-io... mi dispiace tanto e ehm... buona fortuna per la guerra!-

disse Arya sinceramente mortificata e sforzandosi di ignorare gli improperi che il quadro le stava lanciando contro tornò a concentrarsi per raggiungere la propria destinazione. Quando finalmente arrivò davanti alla terza porta a destra del corridoio al quinto piano bussò lievemente due volte e mezza e quella si aprì con uno scricchiolio acuto. Arya si affacciò all'interno dove i raggi di luna che filtravano dalle alte finestre illuminavano di una luce biancastra i complementi d'arredo e gli strumenti silenziosi sistemati accuratamente ciascuno al proprio posto. Fece un passo avanti e la porta si richiuse alle sue spalle producendo un suono metallico quando l'antica maniglia ad anello sbatté sui rinforzi in ferro. La stanza era immersa nel silenzio e cosa che più preoccupò Arya sembrava essere completamente deserta, tanto che per un istante le venne il dubbio che fosse successo qualcosa, che anche lui fosse finito in punizione a lucidare coppe e trofei.

Era ancora persa nei propri pensieri quando una mano le sfiorò la spalla facendola sobbalzare e come per riflesso Arya puntò la bacchetta accanto a sé, ritrovandosi ad illuminare due occhi grigi e un ghigno divertito

-Merlino, sei proprio un idiota!-

disse lei risentita mentre Regulus Black con un movimento fluido della bacchetta portava finalmente la luce nell'aula di musica e gettava incantesimi di disillusione tutti attorno a loro.

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