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"Fammi capire, Walker. Tu mi stai chiedendo se ci sono borse di studio per le quali fare domanda?" Le parole aleggiarono per lo studio della Davenport mentre un'incredula Responsabile Disciplinare mi osservava come se fossi uno strano essere piombato lì da chissà quale pianeta. "E da cosa nasce questa richiesta, se è lecito domandarlo?" La donna appoggiò i gomiti sul tavolo e, senza perdere neppure per un attimo il contatto visivo con me, unì fra loro polpastrelli delle mani facendoli rimbalzare di continuo contro le labbra, serrate in una specie di sorriso innaturale.

Feci spallucce, non mi andava di raccontarle i fatti miei né ciò che mi aveva portato a prendere quella decisione. Per tutto il tragitto di rientro al Campus, sempre nella scatoletta celeste di Mrs Gray, avevo meditato sul da farsi e sul modo di 'andare a riprendermi Matthew', come mi aveva praticamente ordinato la vivace vecchietta sia nella cucina della sua casa sia per tutto il tempo in cui eravamo rimaste in auto. E, alla fine, ero giunta alla conclusione che l'unico sistema era evitare di prestare il fianco ai ricatti di Nathan, così anche Matthew non avrebbe più dovuto sottostare a qualsivoglia richiesta della sua famiglia.

Quindi avrei dovuto tagliare i ponti. Quindi avrei dovuto arrangiarmi. Quindi, per finire l'università, sarebbe stata una bella soluzione accedere a qualche borsa di studio.

Quindi avevo preso subito appuntamento con Mrs Davenport, sempre lei, per capire se ci potevano essere possibilità in quel senso. Non ero contenta di andare a fare proprio a quella donna una richiesta del genere, ma non c'erano alternative. E così eccomi di nuovo in quel dannato ufficio stile Hogwarts, a dover dipendere dalla buona luna della Responsabile Disciplinare per cercare di raggiungere il mio obiettivo.

"Voglio camminare con le mie gambe." Risposi semplicemente, sperando che quella scarna spiegazione le sarebbe bastata. "I miei voti sono ottimi e mi risulta che ci siano un paio di borse di studio per le quali potrei fare domanda." Tacqui, avevo detto quello che serviva. Ora toccava a lei.

La quale Mrs Davenport, con mia sorpresa, si mise quasi a ridere e scrollò la testa. "Sei una continua sorpresa, ragazza. Mai avrei pensato di udire da te una richiesta del genere, ma del resto non mi sarei mai aspettata neppure che chiedessi 'la grazia' per quelle sciocche cheerleaders che hanno ceduto gli schemi a Yale, né che ti abbassassi a girare per il campus in una mini auto vecchia di mille anni guidata da una vecchietta quasi centenaria..." Rise di nuovo, sembrava sul serio divertita da qualcosa. "Ero nei pressi della Residenza quando siete arrivate ieri e credo che ricorderò finché campo la faccia che hanno fatto gli studenti che erano vicini a me nel vederti scendere da quell'auto e abbracciare la nonnina che ti stava puntato l'indice contro con aria severa. Non c'è che dire, Walker, sai sempre come farti notare. Ma torniamo a noi. In effetti non ha importanza il motivo della tua richiesta. Ti confermo che hai i requisiti per richiedere almeno tre borse di studio. Credo che dovresti riuscire nel tuo intento."

Così facile? Avevo pensato a fuoco e fiamme da parte della professoressa, invece era più che disponibile, come se l'avversione che avevo percepito così evidente negli incontri precedenti, tranne l'ultimo, non fosse mai esistita. Meglio così, un problema in meno da affrontare.

La Davenport si alzò di scatto e andò ad aprire un cassetto di un immenso mobile posto dietro la sua scrivania. La vidi trafficare all'evidente ricerca di qualcosa, poi si voltò e tornò alla scrivania con alcuni fogli in mano che fece arrivare fino a me con poca buona grazia.

"Compilali e riconsegnali entro una settimana, la scadenza è a fine novembre" disse secca guardando l'orologio che aveva al polso. "Buona giornata, Anna Walker." Il colloquio era chiaramente finito e io, presi i fogli, mi alzai e mi diressi verso la porta dello studio cercando di tenere a bada il senso di trionfo che stava per soffocarmi. Le borse di studio esistevano e avrei potuto fare domanda per una di esse, era un passo in più verso il raggiungimento del mio scopo.

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