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Non ero una verginella alla prima esperienza. Ce n'erano stati di uomini nella mia vita, tanti, probabilmente troppi. La maggior parte di loro talmente insignificante da non poter essere ricordata.

Non avevo mai avuto problemi con il mio corpo, anzi. Sapevo perfettamente di essere bella e ben fatta e mi piaceva mostrarmi, sia con che senza vestiti. Avevo sempre adorato gli sguardi di ammirazione dei ragazzi, fuori e dentro il letto.

Eppure tremai. Quando le mani di Matthew iniziarono a muoversi su di me, ebbi la tentazione fortissima di fermarlo. I baci che mi stava dando sul collo e sotto i lobi delle orecchie mi provocavano continui brividi di piacere, ma non appena sentii che aveva iniziato a spogliarmi mi irrigidii. Lui se ne accorse e mi guardò, incerto e un po' stupito, sollevando appena il viso per cercare i miei occhi, in attesa della conferma di poter andare avanti.

Non mi sentivo più io, ero un fascio di nervi, terrorizzata per la prima volta in vita mia dalla possibilità di non essere all'altezza, che per qualche motivo per lui fossi una delusione. Abbassai la testa per allontanare da me quello sguardo così dolce e spiazzante, non volevo che si accorgesse di quello che mi stava capitando, ma nel contempo non riuscivo a rilassarmi.

Un dito di Matthew sfiorò il mio viso e scese fino al mento per sollevarlo. Non potei fare altro che assecondare quel movimento, così mi trovai di nuovo a perdermi nei suoi occhi che mi scrutavano fino in fondo all'anima, interrogativi.

Sopirai. Non ero in grado di spiegargli cosa mi stesse capitando in quel momento, avevo paura anche che potesse ridere di me.

Non parlai, ma lui capì lo stesso, gli bastò guardarmi negli occhi. Vidi la sua espressione cambiare, divenne se possibile ancora più dolce. Riprese a baciarmi ancora e ancora, mentre le sue mani mi accarezzavano lievemente attraverso i vestiti senza tuttavia provare a sfilarli. Capii che stava cercando di dimostrarmi che per lui andavo bene così, che non c'era nulla che non gli piacesse, che dovevo dimenticare tutti gli screzi e le parole dure che c'erano state fra di noi. Piano piano sentii svanire ogni mia paura. Mi allontanai un poco per poterlo guardare negli occhi e gli presi le mani e le guidai verso i bottoni della camicia, per poi io stessa liberarlo degli indumenti.

Il resto si perse in un vortice di emozioni e sensazioni squisite che non avevo mai provato in vita mia. Ero affamata di lui, volevo conoscere ogni centimetro del suo bellissimo corpo, mi mandava in estasi vederlo chiudere gli occhi per il piacere che gli causavano le mie carezze e i miei baci. La mia pelle a contatto con la sua si infuocava, le sue mani e la sua bocca su di me mi facevano impazzire. Il tempo si dilatò fino a svanire, non sapevo più se fossero passate ore o solo pochi minuti, ma non mi importava. In quel letto c'eravamo solo lui e io, fuori i pensieri, le domande, i dubbi, i problemi. I nostri corpi e le nostre menti erano fuse in una sola. Travolta da ondate di piacere sempre più intenso, seppi con certezza assoluta che mai più mi sarei potuta trovare in connessione così profonda e totale con qualcun altro, un'unione che travalicava quella fisica. In lui avevo trovato la parte mancante, e migliore, di me stessa, e in qualche modo sapevo che quelle stesse certezze erano condivise da lui. Dopo questo non sarei più potuta tornare indietro, a meno di rinnegare ciò che ero e che stavo diventando.

Sentire il suo corpo muoversi all'unisono con il mio, tremare ed esplodere insieme a me al raggiungimento dell'acme del piacere, e poi rimanere così, profondamente uniti, abbracciati, a scambiarci baci e carezze lievi e dolci, mi fece provare per la prima volta in via mia cosa fosse la felicità.

Fra le sue braccia mi appisolai, in pace con me stessa e con il mondo, mentre la sua mano mi accarezzava i capelli, sentendo che quello era il mio posto e lo sarebbe stato sempre, qualunque futuro ci fosse riservato.

CheerleaderWhere stories live. Discover now