40.

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In pochi minuti ci trovammo in mezzo al nulla. Eravamo usciti dal campus e Matthew aveva imboccato alcune stradine che non conoscevo e che portavano verso una collinetta poco lontana, a cui non avevo mai prestato attenzione.
Arrivati a un bivio, con cautela svoltammo in un sentiero sterrato e iniziammo a salire. A parte il fascio luminoso dei fari, non c'erano altre luci, per cui non ero in grado di capire dove fossimo: riuscivo a vedere solo i tronchi degli alberi a fianco a cui stavamo passando a passo d'uomo. Rabbrividii,l'aria si era fatta decisamente più fresca. Dov' eravamo diretti?

La risposta a questa domanda mi arrivò alcuni secondi più tardi. Dopo una curva cieca, all' improvviso il sentiero finì a ridosso di un prato, evidentemente in cima alla collina. I fari illuminavano una grande area davanti a noi, circondata da imponenti sempreverdi e fiancheggiata, sulla destra, da un'enorme roccia la cui cima si perdeva nel buio. Di fronte, il nulla. Forse c'era una scarpata, o comunque un pendio digradante verso il basso perché non si vedevano né alberi né rocce.

"Siamo arrivati." Disse Matthew senza girare la testa, impegnato a portare la Harley in un punto abbastanza pianeggiante da garantirne l'equilibrio durante la sosta. Una volta sistemata la moto, scese rapido e spostò le stampelle, poggiandole a terra. Seguivo i suoi movimenti senza in realtà vedere nulla, persa nei miei pensieri. Ero incerta sul da farsi: da un lato avrei voluto restare seduta lì, da sola, mentre lui andava dove aveva deciso. Dall'altra, però, la mia solita vocina impertinente gridava a squarciagola di non perdere l'occasione e di chiedergli andare con lui, magari con la scusa del posto solitario e della paura di restare sola.

"Quindi. Cosa vuoi fare, principessa? Scendi o resti qua finché non torno?" Non mi ero neanche accorta che fosse sceso e che, fermo di fronte a me, mi stesse studiando un po' perplesso.

Scrollai le spalle e lo fissai con aria sostenuta. "Mi hai portata in mezzo al nulla più assoluto. Secondo te che interesse posso avere ad andare a esplorare una foresta di notte, dovendomi muovere con le stampelle? Mi domando cosa ti sia pas..."

Non potei proseguire. Con un gesto fulmineo, e prima che potessi oppormi, mi prese in braccio senza una parola e iniziò ad allontanarsi dalla moto a grandi passi sicuri nonostante il buio. Era evidente che conosceva perfettamente la zona.

"Mettimi giù!" gridai, fuori di me. Trovarmi di nuovo, per la seconda volta in poche ore, a così stretto contatto con quell'esasperante ragazzo era una cosa che facevo fatica a sostenere. Lo stomaco mi si era chiuso in una morsa e il freddo, che avevo provato fino a pochi istanti prima, era stato sostituito da un gran calore che si stava propagando in ogni cellula del mio corpo. Mio malgrado, la sensazione era estremamente piacevole e questo mi irritò ancora di più. Detestavo non avere più il controllo di me stessa.

Mi guardò con un sorriso da schiaffi stampato sul viso. "Non mi hai chiesto tu perché siamo venuti in questo posto? Dovresti considerare l'ipotesi di tacere, ogni tanto, ragazzina. Sarebbe apprezzabile."

Con uno scatto voltai il viso dall'altra parte, chiusi gli occhi e incrociai le braccia, furibonda. Era l'unico che si permetteva di trattarmi come una bambinetta. Il guaio era che non riuscivo mai a ribattere.

Si fermò di botto. "Siamo arrivati" disse semplicemente, a voce bassa. Riaprii gli occhi e lo osservai. Il sorriso di scherno era sparito, ora stava fissando un punto imprecisato davanti a sé e, anche se l'unica luce era quella della luna quasi piena, era chiaramente visibile quanto gli piacesse ciò che era di fronte a lui.

"Non guardare me, guarda lì." Avvampai a quelle parole. Dannazione a lui, mi faceva sempre sentire un'idiota. Girai la testa e, contemporaneamente, Matthew si mosse per farmi cambiare visuale.

Rimasi senza fiato. Eravamo dall'altra parte del prato, sul ciglio di una scarpata. Di fianco a noi alberi e rocce, sopra di noi nugoli di stelle e la luna e davanti, in basso, le luci del campus e delle cittadine vicine. Intorno a noi silenzio, interrotto solo da qualche grillo e dai richiami degli uccelli notturni che abitavano il bosco dietro di noi. Era bellissimo.

CheerleaderWhere stories live. Discover now