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*Matthew*

Anna.

Anna che che mi aggredisce. Anna che mi insulta. Anna che mi si rivolta contro ogni volta che dico qualcosa che non le comoda. Anna, con la sua aria di superiorità, inavvicinabile e impossibile. Anna che sgretola, giorno dopo giorno, definitivamente, il il muro che avevo costruito pazientemente negli anni.

La osservo mettere la mano sulla maniglia della porta e una scarica elettrica mi attraversa. Mi sembra di essermi risvegliato da un incubo, quello in cui sono caduto da quando ho rimesso piede in casa e cercato di fare passare il tempo nell'attesa del suo arrivo. Ho lasciato che i soliti pensieri prendessero il sopravvento, senza fare nulla per bloccarli.

Se ne sta andando, sconfitta, senza neppure tentare di farmi credere alle parole che mi ha appena detto. La guardo immobile, mentre fra noi cala un silenzio più pesante di migliaia di parole, quelle che ero abituato a sentire ogni volta in cui qualcosa di ciò che le dicevo non le andava bene. Un silenzio che si attorciglia intorno al mio cuore come un filo spinato, che affonda sempre di più a ogni passo che lei compie per uscire da questa stanza.

Cosa sto facendo. Cosa sto lasciando che accada. Come posso continuare a fare finta di non vedere che lei non è solo la stronzetta con la puzza sotto il naso che conoscono tutti. Come posso continuare a ignorare l'"altra" Anna, quella che ho visto la notte della rissa, o stesa in palestra dolorante, o che sto guardando adesso mentre se ne va via da me.

Mi passo le mani sul viso e fra i capelli, per schiarire le idee e per cacciare i fantasmi che non mi permettono di vedere le cose come sono.

Il corpo sa cosa fare ora che è libero, prima ancora che la mente mi si snebbi. La fermo, la prego di perdonarmi. Così semplice, così definitivo.

Mi bacia e niente sarà più come prima, dopo questo. L'immagine della cheerleader svanisce in una nebbia che non lascia tracce. Fra le mie braccia c'è Anna, quella che ho sempre combattuto e che non ho mai cessato di desiderare. Quella che sapevo essere perfetta per me, nonostante fosse lei. O perché era lei.

Mi tremano le mani mentre la libero dei vestiti e mi sento mancare nel vedere che quasi si ritrae, come se temesse il mio giudizio. Nel sentire le sue dita su di me che seguono ogni linea del mio corpo, delicate, curiose, insaziabili. I baci sono le parole che non siamo in grado di dirci. Le carezze sono il cibo che nutre le nostre anime affamate. Siamo due e siamo una cosa sola mentre mi muovo su di lei, dentro di lei, in una danza che fa passare dall'uno all'altra ondate di piacere sempre più intenso, mai provato prima. Istinto, sensazioni, intima unione di corpo, mente e cuore.

La luce morbida della luna illumina la perfezione del suo corpo nudo disteso di fianco a me, la sua bellezza mi toglie il fiato, la dolcezza che ha dimostrato mi ha conquistato. Non ho parole per comunicarle cosa sto provando in questo momento, posso solo provare a trasmetterglielo con tutto me stesso. Ci sarà tempo per parlare, dopo.



CheerleaderWhere stories live. Discover now