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"Anna! Cosa ti è capitato?" Esclamò Diana Young non appena mi vide arrivare con la caviglia fasciata e con l'aiuto delle stampelle. Lei e le altre tre ragazze mi si fecero subito incontro premurose.

"Niente di grave, una banale distorsione" risposi con una scrollata di spalle "ieri sera avrei fatto meglio a riposare, anziché andare ad allenarmi. Ma non ho saputo resistere alla tentazione e ora eccomi qua, sistemata per almeno un paio di settimane" Non aggiunsi che, se non fossi andata in palestra, avrei evitato un incontro fin troppo ravvicinato con il ragazzo che, ultimamente, mi stava facendo impazzire. Quello era meglio tenerlo per me. 

"Lo vedi, vivi pericolosamente" soggiunse Abby con un sorriso, mentre mi aiutava ad arrivare alle gradinate "Se tu fossi una tranquilla nerd come noi, certe cose tipo allenamenti fuori orario non ti verrebbero neppure in mente" mi fece l'occhiolino "Vuoi mettere passare la serata a mangiare gelato e guardare una maratona di film insieme con le tue amiche? Dopo saresti stata di sicuro mezzo chilo più grassa, ma molto più felice" scoppiò a ridere seguita dalle altre. Io sorrisi, in effetti sarebbe stato carino, era una cosa che non mi era mai passato per la mente di fare, reputandola troppo infantile e poco di classe, ma detta da loro, e pensando di farla con loro, assumeva contorni del tutto diversi. Se pensavo, poi, a come era stata la mia, di serata, dopo l'infortunio... scrollai il capo per evitare di tornare ancora una volta con la mente a quello che era successo con Matthew.

Battei le mani. "Ragazze, bando alle ciance. Diamo un senso al fatto di esserci svegliate all'alba. Per fortuna ci si vede, ma più tardi chiederò al custode se nei prossimi giorni potremo usufruire della palestra. Ormai il tempo degli allenamenti all'aperto è concluso, direi".

"Potremmo anche smetterli, questi allenamenti..." buttò lì Helen che odiava correre e fare fatica più di ogni altra cosa. Si passò una mano fra i lunghi capelli castani e mi guardò con aria speranzosa "Tanto ormai mancano pochi giorni, a cosa vuoi che servano?"

Le tirai un asciugamano ridendo "Helen Vaughn, vergognati e prendi esempio dalla tua gemella, che si è già messa le scarpe e si sta scaldando. Se non vi assomigliaste tanto, direi che non siete neanche parenti!" In effetti mentre Helen era l'immagine stessa della tranquillità, con qualche chilo di troppo portato con estrema disinvoltura, la pelle candida, il viso tondo dall'espressione dolce e due grandi e miti occhi neri, la sorella Sylvia le assomigliava molto di viso, ma era magra, nervosa, con capelli castani corti e sempre arruffati, e gli occhi neri come quelli di Helen in perenne movimento per non perdersi nulla del mondo che la circondava.

"Ha ragione Anna" confermò Diana, avvicinandosi alla pista di atletica "Manca poco: a quest'ora la prossima settimana il Federal Contest sarà quasi finito! Perciò stringiamo i denti e diamoci dentro. Possiamo farcela!"

Le guardai sorridendo mentre si incitavano a vicenda iniziando a correre. Avevo deciso che quella mattina non le avrei fermate dopo i soliti cinque minuti, ma le avrei lasciate proseguire fino a quando non avessero smesso da sole. Ero certa che sarebbero riuscite a correre molto di più, volevo che se ne rendessero conto anche loro. Feci un sorrisino fra me e me, ero proprio curiosa di vedere cosa sarebbe successo.

Dopo più di dieci minuti Diana, passando di fronte a me, mi guardò perplessa. "Sbaglio o sono i cinque minuti più lunghi della storia?"

Scoppiai a ridere. Le quattro ragazze si fermarono di botto, guardandomi perplessa. Io mi ripresi e, senza smettere di sorridere, replicai: "Avete corso per tredici minuti. Senza fatica e senza i soliti sbuffi. Bravissime!" Battei le mani per sottolineare le mie parole.

"Anna ti strozzerei, stavo per sputare i polmoni!" gridò Abby avvicinandosi, i capelli biondi che sfuggivano dalla coda e le facevano un'aureola intorno al viso.Sembrava spiritata "Ecco perché mi pareva che il tempo non finisse mai! Se non fossi zoppa ti prenderei a calci!"

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