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La porta d'ingresso del piccolo condominio era aperta, per cui potei entrare e arrivare indisturbata al piano in cui si trovava l'appartamento di Matthew.

Già dal fondo del corridoio iniziai a udire voci concitate giungere da quella direzione e capii all'istante che quello che temevo si era realizzato: Matthew era già a casa e Jude non aveva aspettato un secondo a raccontargli ciò che aveva visto. O che credeva di avere visto. Dannato ragazzo, mi prudevano le mani. Non poteva farsi una vagonata di fatti suoi e lasciarci in pace? Ero appena riuscita a risolvere il problemino che avevo causato in mensa che mi toccava affrontarne uno nuovo probabilmente peggiore.

Arrivai davanti alla porta e rimasi immobile, incapace di suonare. Le voci che mi arrivavano attenuate si avvolgevano al mio corpo come una corda, impedendomi di muovermi mente una paura e una rabbia senza nome iniziavano a montare dentro di me senza che potessi, o volessi, fare niente per fermarle. Era stata una brutta giornata e quella ne era la degna conclusione.

'Cazzo, Matthew! Avresti dovuto vederli, si strusciavano come due gatti in calore! Non era equivocabile l'atteggiamento, svegliati! Quella ti sta prendendo per il culo, si vuole solo divertire e ridere alle tue spalle con i suoi amichetti!'

'No! Piantala Jude. Li hai visti per un attimo e hai tratto delle conclusioni. Forse sono affrettate, forse c'e' una spiegazione diversa al perché erano così, qualcosa di cui noi non siamo a conoscenza. Cosa ne sai tu, o io, di quali sono i suoi migliori amici o di come si comporta con loro?'

'Come si comporta con loro? Sveglia, uomo! Lo sa tutto il campus che tromba alla grande sia con Taylor che con O'Brien e che quei due, come probabilmente molti altri, sono ai suoi piedi e nel suo letto a un semplice schiocco delle sue dita. Era lì, avvinghiata a Travis che le faceva milioni di moine. Secondo te che altro significato può avere? Che la dovrai dividere sempre con qualsiasi maschio appetibile del circondario. È questo che vuoi?'

'Piantala di fare quell'espressione schifata, Jude. Te l'ho già detto, è diversa da come la dipingi tu...'

La risata di Jude, che interruppe le parole di Matthew, servì a svegliarmi dallo stato di ipnosi in cui ero caduta ascoltando quello scambio così acceso.

'Già, probabilmente è molto peggio' sospirò così forte che sembrò quasi che la porta si fosse mossa. 'Matt, sono preoccupato per te. Quella ragazza ti farà solo del male, ascoltami!'

Basta. Dovevo farli smettere. Feci l'ultimo passo che mancava per arrivare di fronte alla porta e suonai con decisione il campanello. Le voci si zittirono all'istante. Udii dei passi avvicinarsi all'uscio e il suono inequivocabile di una chiave che girava.

"Ciao Claire" disse Jude aprendo la porta, prima di vedere chi fosse stato effettivamente a suonare. Quando il suo sguardo si posò su di me, ebbi la soddisfazione di vederlo strabuzzare gli occhi e sbiancare come se avesse visto un fantasma.

"Tu sei uno stronzo" sibilai senza distogliere lo sguardo. "Tieni le tue sudicie illazioni lontane da Matthew. Non sai una cazzo né di me né della mia vita, per cui evita di infangarmi sulla base del nulla." Lo superai con un passo ed entrai in casa. Con la coda notai che la stanza era vuota: forse Matthew, udendo il campanello e pensando che fosse la fidanzata di Jude, era andato in camera sua. Mi girai per affrontare di nuovo quel detestabile ragazzo, che nel frattempo aveva chiuso la porta e si era ripreso dallo stupore di vedermi lì. La sua espressione era rabbiosa almeno quanto la mia.

"Del nulla?" sputò arrivandomi a pochi centimetri. "Te ne stavi seduta, avvinghiata a O'Brien mentre lui di accarezzava e ti dava dei baci! E lo chiami nulla?"

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