57°Capitolo-Lettera

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57°Capitolo

POV JULIE

Stava ravanando nei miei cassetti senza una presunta ragione, mentre ero rimasta seduta sul letto, gambe rannicchiate al petto e mano sulla bocca con gli occhi puntati verso di lui.
Stavo pensando se quel bacio me lo avesse dato con lucidità o guidato dal suo istinto da ubriaco, anche se ero più propensa alla seconda opzione.
Nonostante ciò, mi era piaciuto. La sensazione delle sue labbra sulle mie era pura goduria. Erano così morbide.
Sentivo il mio viso andare a fuoco e non sapevo neanche perché avevo ricambiato. In poche parole non avevo capito perfettamente cosa era successo.
Avevo ricevuto il mio primo bacio da un ubriaco. Quel solo pensiero mi fece rabbrividire.
-Cos'è questa? –mi chiese, girandosi di scatto verso di me, con una busta in mano. Era sigillata, con lo stemma della sua famiglia che la chiudeva. La riconobbi immediatamente e mi venne la pelle d'oca. Mi alzai e cercai di rubargliela tra le mani, ma non feci in tempo che lui era dall'altra parte della stanza, con la busta aperta e la lettera in mano. I suoi occhi passavano riga per riga velocemente, diventando sempre più increduli.
Il mio cuore cominciò a battere sempre più velocemente e l'ansia si fece spazio dentro di me.
-Aidan, posso spiegare. –cercai di non far tremare la voce insieme a tutto il corpo, inutilmente direi.
Appena finì di leggere, rimase per qualche secondo a fissarla, poi la strinse tanto da farla stracciare e quasi strappare. Divenne scuro in viso e cominciò ad emanare un'aura maligna che non avevo mai sentito in lui.
Il mio respiro divenne pesante e sgranai gli occhi quando vidi lo sguardo che mi rivolse. Era pura furia.
Indietreggiai di qualche passo, ma lo ritrovai di colpo dietro di me che prese un polso e lo strinse talmente forte da farmi scrocchiare qualche osso.
-Perché ce l'avevi te? –chiese con voce roca. Non ebbi la forza di rispondere sotto il suo sguardo furioso. Sembravo un topo in gabbia davanti al gatto.
-Rispondi, cazzo! –urlò spingendomi e facendomi cadere a terra. Sbattei il gomito contro uno spigolo del mobile e il dolore si spense, sovrastato dal terrore che provavo in quel momento.
-Non volevo fartelo vedere. –dissi mentre pian piano avanzava verso di me e io retrocedevo. Non poteva essere vero tutto quello, non eravamo noi, non potevamo esserlo.
Mi paralizzai una volta che dalla sua aura uscì la voglia di uccidere.
-Principessa Julie, tutto bene? –sentii chiedere dietro la porta. Era Luna. Non avendo il coraggio di chiedere aiuto, sapendo perfettamente l'instabilità mentale di Aidan dovuta al dolore, amplificato dall'alcol, decisi di regolare la mia voce in modo di far sembrare tutto normale.
-Sì, tutto a posto, sono solo inciampata. -
Dopo quella frase, mi prese per la collottola e mi tirò su di peso, lasciandomi a penzoloni, quasi impiccata.
-Ti rendi conto di quello che hai fatto? –mi chiese.
Quel poco di coraggio che mi rimaneva, uscì all'improvviso e riuscii a parlare.
-So benissimo quello che ho fatto, non eri abbastanza distrutto quella notte?! –Non avevo il diritto di alzare la voce, aveva ragione lui, ma avevo l'impressione che, se non avessi urlato, non mi avrebbe sentito.
-Non me fotte un cazzo. Sai? Meglio così. Ho capito chi sei veramente. –disse. Mi lasciò cadere a terra pesantemente, con la lettera.
-Non provare più a rivolgermi una sola parola, se lo farai, ucciderò i tuoi cari. –se ne andò verso la porta. Non potevo credere di aver sentito quelle parole uscire dalla sua bocca.
Gli occhi erano spalancati verso di lui mentre posava la mano sulla maniglia della porta.
-Come cazzo ho fatto ad innamorarmi di te? –sussurrò poco prima di sparire dietro la porta, sbattendola rumorosamente e lasciandomi da sola.
Sentii le lacrime bagnare il mio viso, ma i singhiozzi non accennavano a farsi vivi.
Appoggiai la testa all'armadio e la girai leggermente verso quel foglio bianco, leggendo le prime parole e frasi scritte.

Signorino Aidan,
Se sta leggendo questa lettera, vuol dire che sono sicuramente passato a miglior vita.
Visto che non sono mai riuscito a rivelarglielo di persona, volevo almeno dirle come andarono veramente le cose il giorno della morte dei suoi genitori e di sua sorella minore.
Nessuno si sarebbe mai aspettato che, proprio in quel momento, i suoi poteri si sarebbero manifestati per la prima volta facendo andare a fuoco la carrozza e, grazie ad un'esplosione, mandarla dritta in un burrone.
Non deve darsi una colpa per ciò, deve prendere forza e proteggere con questo potere la persona da lei amata.
Si merita di avere quella famiglia che non ha avuto per tutti questi anni.
Le auguro il bene più assoluto.
-Leonard.

║La Principessa Intoccabile║Where stories live. Discover now