12°Capitolo-Tatto

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12°Capitolo

Era da tanto che non sentivo il calore umano sulla mia pelle. Subito dopo quella sensazione piacevole, mi resi conto di che pericolo stesse correndo Aidan tralasciando che fosse a tre centimetri dal bordo di un burrone.
-Lasciami cretino! Ti stai facendo male da solo! –urlai.
Fece finta di non ascoltarmi e incominciò a tirarmi su.
Non pensavo tanto al burrone sotto di me, oramai sembrava scomparso completamente, ma più per la sua mano. Era masochista, sembrava non curarsi della scottatura di terzo grado che avrebbe o che stava procurando il mio corpo alla sua mano. Eppure nessuno riusciva a sopportare il dolore del solo sfiorarmi.
Sentii lo sforzo da parte di lui che cercava di tirarmi su con un solo braccio. Chiusi gli occhi e, quando li riaprii, mi ritrovai tra le braccia di Aidan. Stava ancora scendendo la montagna ma non da persona civile.
-Che stai facendo? –chiesi notando che stava facendo snowboard nella terra con i propri piedi per scendere più velocemente.
-Ti sei svegliata finalmente –disse.
-Eh? –in effetti, non mi ricordavo più niente.
Spalancai gli occhi. Cosa ci stavo facendo in braccio a lui?
-Aidan lasciami! –urlai dimenandomi cercando di scappare alla sua presa ferrea, non facendo altro che aumentarla.
-Ti vuoi calmare? –mi disse scocciato.
-No! Sei un masochista o cosa?! -
Lui scoppiò a ridere e lo guardai stranita.
-Non mi stai bruciando –disse mentre alzava una mano per confermare la sua affermazione. Non poteva essere, lui poteva toccarmi.
-Cosa? –chiesi disorientata.
Era impossibile che mi riuscisse a toccare. Non stava portando delle sottospecie di protezioni a dosso, non ne aveva avuto il tempo, e allora perché?
-Non lo so, non chiedermelo. Quando ti ho presa prima che cadessi ho sentito una leggera scossa, ma non bruciavi. Anzi, neanche adesso bruci –disse guardando avanti.
Sentii gli occhi pizzicare e le lacrime bagnarmi il viso, allarmando il ragazzo. Non ci potevo credere.
-Perché adesso piangi?! –chiese in panico.
-Non lo so –dissi asciugando le lacrime.
Piangevo dalla felicità, dopo anni qualcuno poteva finalmente toccarmi. Dopo quel fatto, ero sempre stata isolata da tutti e da tutto.
-Non mentire – disse serio.
Scossi la testa.
-Te lo racconterò –sussurrai.
Sbuffò per poi fermarsi non appena finì l'altura.
Forse non era il momento opportuno, ma avevo una curiosità.
-Perché mi hai salvata? -
Lui si bloccò e mi guardò. Poi tornò a camminare e guardare davanti a sé.
-E questa che domanda sarebbe? -
Era una domanda, una semplicissima domanda. Voleva un disegnino?
Rimasi in silenzio guardando in un punto indefinito del paesaggio solo per evitare il suo sguardo. Mi ero già pentita di avergli fatto quella domanda. Perché gli avevo fatto quella domanda? Avrei scavato una buca e mi ci sarei infilata.
Sospirò nuovamente.
-Perché ti ho salvata? Bella domanda -
Era serio?
-Forse non volevo vedere qualcun altro morire sotto i miei occhi o... -si bloccò. Perché si doveva sempre interrompere nei punti più interessanti. Odiavo quando faceva così.
-O..? –ripetei per incitarlo a continuare.
-No niente -
Gonfiai le guance indispettita e incrociai le braccia al petto.
-Puoi anche mettermi giù –dissi seccata.
Non mi dispiaceva stare tra le sue braccia, era strano sentire il calore di un altro corpo dopo tanto tempo, mi piaceva, ma non lo avrei sopportato ancora un solo secondo.
-No –disse secco senza pensarci due volte.
-Perché? –chiesi indispettita.
-Semplice, hai la caviglia slogata -
Sussultai e cercai di muovere i piedi. Quando provai a muovere quello sinistro cacciai un urlo di dolore.
-Che diavolo urli?! –disse Aidan visibilmente infastidito dal mio urlo.
-La caviglia...-dissi con le lacrime agli occhi.
Aveva fatto male, molto male.

-Arrivati, finalmente –disse Aidan quando arrivò davanti al cancello della scuola. Mi guardai attorno e non vidi nessuno. Era strano.
-Che ore sono? –chiesi non notando nessuno in giro.
-Le sei –disse controllando.
Entrammo nella struttura e vedemmo Jack e Jenny che parlavano tranquillamente e ci davano le spalle. Non avrei mai pensato che fossero ancora lì. Era tardi, la scuola era finita da un pezzo.
Quando si girarono sentendo i passi di Aidan, spalancarono gli occhi scioccati. Jennifer si sfregò ripetutamente gli occhi con il palmo delle mani per poi tornare a guardarci e avvicinarsi.
-Ma -
-Non lo sappiamo neanche noi –dissi sorridente. Era una cosa bellissima sentire la sensazione delle mani calde di qualcuno sulla mia pelle. A tutti potrebbe sembrare una cosa da niente, ma per me era una sensazione dimenticata.
-Ce carini che siete! –disse Jack allungando l'ultima vocale.
-Muori –dicemmo in coro Aidan e io. Volevo bene a Jack, ma in quel momento avrei voluto seppellirlo vivo.
-Ora devo portare questa rompi palle in infermeria che si è slogata una caviglia –disse il corvino ridacchiando.
-Vuoi le botte Aidan? –dissi guardandolo male.
-Sì- ghignò.
Mentre litigavamo, Aidan mi portò in infermeria dove una infermiera mi fasciò la caviglia con molta attenzione.
-Grazie –dissi salutandola.
-Di niente, buona notte -
Guardai subito dopo per terra mentre dondolavo le mie gambe. Sarei rimasta da sola per tutta la notte.
Mi guardai attorno, era tutto buio. Non ci avevo dato peso l'ultima volta perché ero con Aidan.
Qualcuno in quel momento entrò nella stanza. Alzai lo sguardo e vidi il ragazzo.
-Che ci fai qua? –chiesi sorpresa di vederlo.
Era strano che fosse venuto da solo, senza essere obbligato da qualcuno.
-Ti faccio compagnia –disse alzando le spalle per poi sedersi sul letto davanti al mio.
Incominciai a fissarlo e lui fece lo stesso. Quegli occhi rossi come il fuoco, lo avrei detto e ridetto, erano splendidi.
Si creò nuovamente quel silenzio imbarazzante tra noi due. Ogni volta che eravamo da soli non avevamo niente da dirci, poi partiva quel commento imbarazzante di uno dei due che finiva in una lite.
-Senti –iniziai – O? -
Lui all'inizio rimase un attimo interdetto, ma capì subito dopo e sospirò.
-O perché mi stai a cuore più del dovuto –disse distogliendo lo sguardo da me.
Che?

║La Principessa Intoccabile║Where stories live. Discover now