38°Capitolo-Primo Mese

15.4K 1K 58
                                    

38°Capitolo

POV JULIE

Sentii la voce di Adam chiamarmi, ma non avevo voglia di alzarmi. Erano già ben tre settimane e mezzo che ero in quella baita in montagna ed erano tre settimane e mezzo che lui alle cinque del mattino mi svegliava per gli allenamenti dopo avermi mandato a letto all'una di notte. Era una cosa insopportabile, peggio dell'andare a scuola.
L'allenamento consisteva in stretching e combattimento rigorosamente senza magia, corpo a corpo. Portava sempre dei guanti per proteggersi e mi atterrava in meno di 2 minuti. Non aveva scrupoli e questo mi piaceva. Non piaceva alle mie ossa ma era una cosa positiva, almeno mi abituava a veri combattimenti.
Mi rigirai nel letto infastidita e mi coprii le orecchie col cuscino per attutire le urla dell'uomo che si stava sempre di più avvicinando alla mia stanza.
Era ufficialmente una tortura. Preferivo andare a scuola. La mancanza di Aidan per quel momento non si faceva molto sentire, ci pensavo, ma solo quando avevo tempo. Per il resto dovevo essere concentrata al cento per cento sugli allenamenti, se no non sarebbero serviti a nulla. Eravamo quasi a novembre e incominciavano ad esserci delle nevicate sulle montagne. Sentii la porta aprirsi di colpo con un calcio per poi sentire dei tonfi avvicinarsi al mio letto. Erano i leggerissimi passi di Adam.
-Ti prego lasciami in pace. –mi lamentai rannicchiandomi e stringendo il cuscino comprimendolo sulla faccia per cercare di soffocare e scampare a quella tortura.
Naturalmente me lo tolse dalle mani con prepotenza e mi lanciò in testa un secchio pieno d'acqua. Cacciai un urlo per la freddezza e lo squadrai.
-Dovevi proprio? –chiesi scocciata, poggiando i piedi sul pavimento. Non usavo le scarpe, non mi servivano in casa. Piano piano stavo diventando da ragazza educata, elegante e cortese ad una ragazza sfacciata, sportiva e scocciata. Con tutte le prove che mi faceva fare, presto sarei diventata un purè.
-Sì, dovevo proprio. Alzati che andiamo ad allenarci, entro dicembre dovremmo iniziare ad allenarci con la magia. -
In pochi secondi i miei occhi s'illuminarono e lo guardai speranzosa. Era da molto tempo che non la usavo e dovevo proprio sfogarmi. Anche se sarebbe dovuto passare ancora un mese, ero carica. Volevo proprio vedere come ero contro Adam usando la magia.
Con non so quale forza mi alzai dal letto e strisciai verso il bagno. Mi buttai nella vasca e, cercando di non addormentarmi e affogare, mi preparai.
Non ero ancora molto brava nel combattimento, mi colpiva la maggior parte delle volte, ma ero molto migliorata dalla prima volta. Incominciavo a vedere i suoi pugni e le sue mosse, ma dovevo perfezionare la schivata. Dovevo impegnarmi in quel mese, dovevo dimostrargli che non ero una ragazza come tutte le altre.
POV AIDAN
Ero sveglio dalle quattro di notte. Non riuscivo proprio a dormire, era una tortura. Tutti i giorni andavo a letto alle due e Gale mi svegliava alle sei di mattina, anche se "svegliare" era una parolona. Ero costantemente in dormi-veglia ed ero distrutto sia mentalmente che fisicamente.
-Aidan, preparati che andiamo! –disse l'uomo dall'altra parte della porta. Sospirai rassegnato e mi alzai dal letto. Mi trascinai in bagno e mi preparai. Mi buttai l'acqua che avevo raccolto con le mani in faccia, cercando inutilmente di svegliarmi o di togliere quel sonno che mi opprimeva. Non cambiò molto e continuai ad avere gli occhi mezzi socchiusi. Sospirai nuovamente e andai in camera per mettermi addosso dei pantaloni corti fino alle ginocchia e una maglietta a maniche corte. Comparendo all'improvviso, Gale mi prese per un braccio e mi trascinò fuori casa. Non mi resi conto neanche di quanta strada facemmo che fummo sopra ad una montagna.
Sbadigliai e mi sedetti su un tronco caduto di un albero trovato sul momento. L'uomo, dopo un'accurata perlustrazione del territorio, decise di sedersi di fianco a me e di posarmi una mano sulla schiena.
-Vuoi parlarne? –mi chiese serio.
Lo guardai di sottecchi. Perché mai avrei dovuto parlarne? Tanto non avrei risolto nulla, avrei solo ricordato episodi non belli da ricordare. Volevo tanto chiudere quella questione ma non ci riuscivo. Solo lei non mi ci faceva pensare e lei neanche se ne accorgeva. Anche se alcune volte voleva sapere anche lei cosa fosse successo, cosa sognassi o cosa mi infastidisse, ed era anche giusto visto che lei mi aveva raccontato tutto di lei mentre io le avevo accennato solo alcune cose.
-Non risolverei nulla. –sospirai poggiando i gomiti sulle ginocchia. –Gli incubi ce li avrò per tutto quest'anno e ci dovrò convivere. Di nuovo. -
-In che senso "per tutto quest'anno" e "di nuovo"? –mi chiese stranito. In effetti lui non sapeva che da quando Julie era entrata nella mia vita e quando lei stava vicino a me non ne facevo più. Per lunghi anni tutta la corte cercava di farmi smettere di far incubi chiamando psichiatri e gente varia, ma nessuno ci era mai riuscito. Era come se quando mi si avvicinava Julie, mi si avvicinasse Lucy e questo riusciva a calmarmi. Anche se le assomigliava sia di aspetto sia un po' di carattere, lei rimaneva Julie e nessuno poteva negarlo.
-Da quando ho incontrato lei, non ho più fatto incubi. –sospirai. Non riuscii a guardarlo negli occhi, mi vergognavo. Poteva anche essere un amico di famiglia, ma rimaneva il fatto che a me desse fastidio parlare di quelle cose pure con me stesso.
-Con questo vorresti dire che avete dormito insieme? –chiese più come se fosse un'affermazione che una domanda. Avvampai all'improvviso e guardai da un'altra parte, mugugnando una specie di sì, seguito da altre parole incomprensibili.
Si mise a ridere e mi diede una pacca sulla schiena. Ce l'aveva con la mia schiena.
-Siete abbastanza avanti, voi due. –commentò.
Mi girai immediatamente verso di lui e incominciai a sparare a raffica parole che cercavano di giustificare il fatto che avessimo dormito più di una volta insieme. Non l'avevo mai toccata e mai lo avrei fatto. Solo un pervertito lo avrebbe fatto e di sicuro io non lo ero. Light però aveva provato a baciarla.
Scossi la testa cercando di scacciare via quell'immagine dalla mia testa. Pure quella sarebbe entrata nei miei incubi. Per fortuna che ero intervenuto o si sarebbero veramente baciati.
-Vabbè, iniziamo? –chiese Gale alzandosi dal tronco e porgendomi la mano. Lo guardai con i miei occhi rubino e sorrise.
-Ti farò diventare una perfetta macchina da guerra. –disse.
Ghignai divertito e presi la sua mano, stringendola forte ma senza fargli male.
-Non vedo l'ora.-

[u

║La Principessa Intoccabile║Where stories live. Discover now