40°Capitolo-Aggressione

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40°Capitolo

(ATTENZIONE: CAPITOLO ABBASTANZA VIOLENTO)

6°mese
POV JULIE

-Adam? ADAM! –stavo urlando da più di dieci minuti per tutta casa. Non trovavo da nessuna parte quel vecchio. Sembrava si fosse volatilizzato nel nulla. Quel giorno dovevo scontrarmi contro di lui per vedere quanto fossi migliorata in combattimento con la magia. Eh sì, era da tre mesi che mi allenavo con la magia ed ero diventata molto più forte, dovevo solo passare "esame". La sera prima si era arrabbiato perché avevo questo brutto vizio di giocherellare durante i combattimenti seri. Ballavo schivando gli attacchi, incominciavo a roteare e dare calci in aria come se nulla fosse. Mi divertivo e facevo la cretina, facendo perdere la pazienza ad Adam. Non pensavo fosse così permaloso per una litigata del genere, io volevo solamente divertirmi allenandomi, ma purtroppo questa cosa non gli era piaciuta.
Sconsolata, decisi di fare una passeggiata fuori e intanto cercarlo in mezzo al bosco.
Oramai conoscevo quel territorio come le mie tasche ,sapevo che posizione aveva ogni albero, ogni soffio del vento, ogni radura, ogni montagna e ogni tana di coniglio. Ero diventata anche un'ottima cacciatrice. Adam mi mandava sempre a cacciare un coniglio o cinghiali e in pochi secondi li portavo a casa già scuoiati, arrostiti e pronti da mangiare.
Ero finita sulla punta di una delle tante montagne senza neanche accorgermene. Guardai sotto di me e vidi uno strapiombo a pochi centimetri dai miei piedi. Oramai non mi faceva più effetto quell'altezza e decisi di sedermi sul ciglio, lasciando i miei piedi a penzolare. C'era un'aria molto gradevole che faceva danzare i miei capelli insieme a lei. Era aprile, ma sulle montagne c'erano ancora alcuni residui di neve che ogni tanto cadeva ancora. Il rumore del ciondolo mi distolse dai miei pensieri e con un gesto rapido della mano lo fermai. Con la coda dell'occhio vidi che c'era alla fine della spada una lettera incisa sopra e, aguzzando la vista, riuscii a leggere una "B".
Era strana, sembrava essere incisa con una specie di magia, ma non mi feci molte domande. Sentii un improvviso dolore nel punto vicino alla pancia. Abbassai lo sguardo. Una lancia aveva trapassato il mio stomaco e dalla mia bocca sgorgava una certa quantità di sangue che ricadeva lentamente sulle mie gambe. Mi girai ma non vidi nessuno. Non avevo sentito nessuna presenza. La testa mi girò vorticosamente, la vista mi si offuscò all'improvviso. Sentii il vuoto sotto di me, stavo cadendo dal dirupo. Non sapevo il perché, né chi mi aveva spinto, però sapevo benissimo che quella era la mia fine. Non avrei rivisto più nessuno. Jack, Jenny, Light...tutti loro, non li avrei più rivisti. Non avrei mantenuto la mia promessa e Aidan si sarebbe arrabbiato. A quel pensiero sorrisi leggermente, era buffo riuscire sorridere anche in un momento come quello.
Sentii all'improvviso la terra e le ossa spezzarsi automaticamente una ad una. Perché ero ancora viva? Non potevo morire e basta? Non sentivo neanche il dolore oramai. Ero distesa per un fianco e fissai la mia mano chiusa a pugno proprio di fianco a me. La terra si stava impregnando del mio sangue, la testa mi doleva e non poco, sentivo il sangue scorrere giù per le mie tempie fino a raggiungere le mie guance. Ero morta, anche se Adam mi avesse trovata, non avrebbe potuto niente.
-Ti arrendi così facilmente? –sentii una voce. Quella voce, era famigliare, troppo famigliare, ma non riuscivo a riconoscerne il possessore. La stessa voce che avevo sentito davanti al portale dell'inferno.
"Chi sei?" pensai. Quella voce non veniva da fuori, era direttamente nella mia testa. Stavo impazzendo, la morte mi stava facendo pure brutti scherzi.
-Questa non è una domanda opportuna in questo momento, piuttosto, non volevi fare quella cazzata del proteggere tutti? –disse con una punta di schifezza. Non capivo cosa ci trovasse di così schifoso nel proteggere i propri cari ma, come aveva detto lui, queste domande non erano opportune. Ottimo, stavo pure parlando con la voce della mia coscienza.
"Sì, ma sto morendo, che dovrei fare?" chiesi ridacchiando, per poi sputare un po' di sangue provocando delle fitte lancinanti allo stomaco. Non aveva colpito solo lo stomaco, anche i polmoni erano stati coinvolti.
-E allora? Se perdi ti rialzi, se non riesci a riprovaci fino a che non ce la fai. –disse.
"E se non riuscissi a rialzarmi? "
-Riprovaci. Nessuno ti aiuterà, sei da sola, ti sto aiutando solo per non perdere un pezzo importante del mio piano, di solito lascio morire le persone. –disse in fine.
Ci provai, ma non ce la feci. Le mie ossa erano praticamente andate, non riuscivo neanche a muovere un braccio.
-Non sei ancora morta? –una voce. Quella veniva dall'esterno.
Alzai leggermente gli occhi e incontrai degli occhi bianchi come la neve. Era un uomo, un ragazzo precisamente, aveva sul viso un ghigno sadico e in mano aveva una lancia impregnata di magia.
-Alzati Julie! –urlò la voce nella mia testa.
"Non riesco"
-Quello là ucciderà tutti i tuoi amici, famigliari, ucciderà Aidan! -
Spalancai gli occhi, era vero, Aidan poteva essere forte finché voleva ma un nemico di queste dimensioni non sarebbe mai riuscito a batterlo. Non sentivo la sua presenza neanche a pochi centimetri lontano da me.
Nella mia testa incominciarono ad apparire delle immagini di morte, della scuola rasa al suolo insieme a casa mia con sotto le macerie e i miei compagni tutti morti.
Un brivido percorse tutta la mia schiena, sentivo la forza ritornare.
-Alzati! –urlò nuovamente.
Strinsi i denti e incominciai a muovere prima un braccio, poi la gamba, poi tutto il corpo. Gli occhi chiusi, concentrati sull'energia che scorreva dentro me. Lo avrei battuto, a costo della mia vita. Una nube di polvere mi avvolse, facendo allontanare il ragazzo di alcuni metri. Sentivo il fuoco avvolgermi, sentivo gli occhi bruciare.
Quando la nube si dissolse, ero in piedi, davanti a quel ragazzo, con un pugno diretto al petto. Lo feci sputare sangue e scomparve all'improvviso. Vidi esattamente dove andò e in un attimo lo raggiunsi sopra l'albero dove si rifugiò. Posai una mano sopra la sua testa mentre sotto il mio tocco la sua pelle prendeva fuoco.
Avevo perso il senno, lo sapevo, ma non mi importava. Volevo solo squartarlo da parte a parte, era quello che mi diceva l'istinto. Con un solo colpo, trapassai la sua testa da parte a parte, era morto, ma non ne avevo abbastanza. Con un calcio lo feci cadere dall'albero e subito dopo lo raggiunsi piazzandogli un calcio infuocato dritto al petto.
Ero forte, mi sentivo molto forte, ridevo come una pazza, godevo nel vedere quella scena. Non ero mai stata così, era solo il mio istinto, era stata quella voce a rendermi così.
-Julie fermati! –sentii una voce.
Mi girai di scatto e incontrai gli occhi di Adam. Lo vidi sussultare e pronunciare delle parole.
-Il tuo occhio...è nero. -
Sentii le forze abbandonarmi all'improvviso. Non vidi più niente, solo buio e una voce che rideva divertita.
-Sei dei nostri. -
POV AIDAN
Schivato, schivato, schivato e via. In poche mosse piazzai un pugno infuocato dritto nello stomaco di Gale per poi dargli un calcio al ginocchio, atterrandolo direttamente e procurandogli alcune bruciature. Purtroppo era stato lui a dirmi di non trattenermi troppo e di andarci giù pesante. Anche se non lo davo a vedere, mi trattenevo per paura di fargli troppo male.
-Ottimo ragazzo, hai recuperato quei mesi. –disse tirandosi su barcollando.
A sentire quelle parole sorrisi e lui ricambiò. In quei sei mesi eravamo diventati come padre e figlio, avevamo due caratteri molto diversi ma stavamo bene insieme, anche con i nostri battibecchi. Sembrava la relazione che avevo con Julie.
Mi comparve all'improvviso una brutta sensazione. Il sole stava sorgendo dietro le montagne, ma quella sensazione non si fermava. Ero turbato, molto, e non capivo il perché. Mi ero allenato fino a quel momento e avevo completamente la testa vuota dai pensieri più brutti. Sospirai cercando di togliere quella specie di ansia, ma non riuscii nel mio intento.
Sentii una mano posarsi sulla mia spalla e mi girai leggermente per incrociare gli occhi con quelli di Gale.
-Che c'è figliolo? –mi chiese preoccupato.
Lo guardai per un secondo poi sbuffai irritato. Non per lui o per la sua domanda, ma per avere quel dannato peso sul petto.
-Ho una brutta sensazione. –dissi guardando verso il basso, giù per il precipizio. Quella mattina eravamo saliti per la gola ed eravamo arrivati in cima per allenarci e cacciare qualche animale. C'entrava qualcosa con Julie se no non me la spiegavo.
Che fosse in pericolo? Impossibile, era con Adam ed era sotto il suo completo controllo, cioè al sicuro.
Però, non mi sentivo tranquillo.

║La Principessa Intoccabile║Where stories live. Discover now