20°Capitolo-Portale

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20°Capitolo

-E ora dove mi porti? –gli chiesi.
Stavamo scendendo scale da cinque minuti e non capivo dove mi volesse portare. Eravamo scesi al primo piano per poi scendere nei sotterranei. Cosa ci poteva essere di così entusiasmante nelle segrete lo sapeva solo lui
Il suono delle suole delle scarpe di Aidan faceva eco da tutte le parti e rendeva la discesa più inquietante delle torce e delle strane statue che ogni tanto comparivano scolpite nelle mura.
Di sicuro io non ci sarei mai andata se fosse stata casa mia, lui aveva dei problemi.
-In un posto –rispose senza guardarmi.
Molto vago, spiegare meglio no? Quell'ambiente mi stava mettendo ansia e non era una cosa buona.
Scendemmo ancora per un minuto o due buoni e finalmente ci fermammo davanti ad un corridoio illuminato da torce da ambe le parti.
Mi guardai attorno attentamente. Dopo ogni torcia c'era una porta in legno ma, in fondo, c'era una porta grigia blindata con almeno cinque lucchetti diversi.
Dentro di me, speravo che dovessimo entrare in una porta di legno e non in quella.
-Vieni- disse Aidan avvicinandosi sempre di più a quella porta sinistra.
Incominciò ad aprire tutti i lucchetti fino a quando, all'ultimo, si fermò girandosi verso di me.
Mi guardò negli occhi e solo in quel momento notai che i sui erano diventati gialli.
-Aidan ma cosa-
-Prometti di rimanere vicino a me –disse interrompendomi.
Sussultai e guardai in basso.
-Dopo ti dirò tutto ma ti prego, promettimelo –disse.
Sospirai. Mi fidavo, mi fidavo di Aidan e sentivo che non mi sarebbe successo niente, qualsiasi cosa ci fosse stata dietro quella porta.
-Va bene, lo prometto –dissi tornandolo a guardare.
Si rigirò verso la porta ed aprì l'ultimo lucchetto. Un brivido percorse tutta la mia schiena come una scossa elettrica.
Quando la porta si aprì del tutto, riuscii a vedere una specie di portare aperto sul muro, che emanava un'aura color viola scuro e dei rumori raccapriccianti si levarono in aria.
Presto l'aura del portale ci raggiunse e ci avvolse.
Dopo quel momento, non sentii più niente. C'era il silenzio più totale e avevo perso di visa Aidan. Vedevo solo questa specie di portale che sembrava quasi chiamarmi.
Come ipnotizzata, avanzai lentamente verso quell'ombra nera-violastra.
-Julie! –sentii un sussurro ma non ci feci caso, quel richiamo era flebile, mentre quello che sentivo provenire da quel portale era forte e chiaro e ne sovrastava del tutto il rumore dell'altro.
Stetti quasi per raggiungerlo, ma qualcuno mi tirò per il polso e mi allontanò da quella voce, facendola scomparire.
Riaprii gli occhi lentamente e vidi il volto preoccupato di Aidan che mi fissava.
-Aidan –dissi piano guardandomi intorno.
Non ricordai cosa fosse successo fino a quando non vidi il portale alle spalle di Aidan.
-Cazzo, lo sapevo che non avrei dovuto portarti qua –disse alzandosi, trascinandomi con lui fuori da quella stanza. La richiuse per bene e risalimmo tutte le scale. Non sentii neanche Elise che ci chiamò per la cena dal tanto che ero occupata a pensare ad altro.
Quella voce, era così familiare.
-Julie! –mi chiamò per l'ennesima volta Aidan.
-Sì? –chiesi.
-Andiamo su? -
Notai solo in quel momento che Elise stava già sparecchiando ed ero con lo sguardo per aria a pensare ai fatti miei.
-Sì –risposi alzandomi e seguendolo in camera sua.
Mi sedetti sul letto e continuai a guardare per aria, senza calcolare Aidan che si era chiuso nel frattempo in bagno.
Uscì a petto nudo, solo con i pantaloni addosso e prese la maglia del pigiama.
-Non ti metti il pigiama? –mi chiese.
Non risposi, mi limitai a fissare le foto sopra quel tavolino. Il ragazzo sbuffò rumorosamente e mi lanciò addosso un suo pigiama.
Lo analizzai per un momento, per poi guardarlo interrogativo.
-Usa quello, non penso che Elise abbia ancora dei pigiami di mia madre –disse sedendosi anche sul letto per poi sdraiarsi dietro di me.
-Grazie –dissi alzandomi e andando in bagno. Una volta chiusa lì dentro mi appoggai alla porta e sospirai. Dovevo smetterla di pensare così tanto, mi faceva male alla testa e al cuore.
Mi infilai velocemente il pigiama, tra l'altro molto largo, di Aidan color nero .
Quando uscii, il ragazzo alzò lo sguardo per osservarmi e fece un sorrisino.
-Sei buffa –commentò ridacchiando. Le maniche coprivano tutta la mia mano e penzolavano dalle mie dita, i pantaloni avevano nascosto i miei piedi e dovevo tirare sempre su la spallina per evitare che rimanessi nuda.
Gonfiai le guance indispettita e mi sedetti nuovamente sul letto, vicino a lui.
-Hai finito di ignorarmi? –mi chiese.
Guardai da un'altra parte e abbassai la testa.
-Mi dispiace -
-In realtà –disse sedendosi dietro di me –dovrei scusarmi io-
Lo guardai interrogativa, non aveva fatto niente.
-Non avrei dovuto portarti là, non senza avvisarti -
Gli volevo chiedere tutto, di cosa si trattasse e di chi fosse quella maledetta voce che mi era entrata in testa e aveva praticamente preso possesso del mio corpo.
Stessi per aprire bocca, ma mi precedette incominciando a raccontare.
-È difficile da credere, non mi aspetto neanche che tu mi creda, ma quello era...-

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║La Principessa Intoccabile║Where stories live. Discover now