42°Capitolo-1 Anno

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42°Capitolo

1 anno
POV JULIE
-Woah. -
Guardai storto Adam. Ogni volta che combattevamo nell'ultimo mese esclamava sempre quel "Woah" quando mi impegnavo. Era da poco che quando combattevo seriamente i miei occhi prendevano un colore rossiccio. All'inizio ero completamente impazzita dalla gioia, poi ci avevo fatto l'abitudine, ma lui no.
Il mio potere cresceva a dismisura ogni volta che cambiavano colore e mi dovevo trattenere se no avrei rischiato di bruciare l'intera montagna.
-Sei perfetta. –disse guardandomi dalla testa ai piedi.
Guardai da un'altra parte e sbuffai. Odiavo quando diceva queste cose, sembrava quasi che avesse paura di me e mi volesse lodare per avere la mia "grazia". Da quando era successo quell'incidente era diventato molto strano, gli avevo provato a chiedere cosa non andasse, ma lui continuava a dire che andasse tutto bene.
-Dai, vatti a vestire. –disse attirando la mia attenzione.
Lo squadrai.
-Perché dovrei scusa? Sto benissimo così. –ero in pantaloncini e in maglietta a maniche corte. Certo, erano sporchi e mezzi stracciati, ma era perché ci stavamo allenando.
-Stupida, vatti a mettere dei bei vestiti che andiamo. –disse superandomi andando verso casa.
Lo seguii con lo sguardo non capendo. Non mi aveva avvisato di nulla, di solito quando ci allontanavamo da casa me lo diceva almeno il giorno prima.
-Dove andiamo? –chiesi raggiungendolo a passo veloce.
Lui si bloccò all'improvviso, bloccando pure me. Mi guardò sorridendo.
-Si ritorna a casa. -
Ci volle qualche secondo prima che il mio cervello riuscisse a decifrare quelle parole. Spalancai gli occhi mentre un'ondata di felicità pervadeva il mio petto per poi mandare una scarica di adrenalina in tutto il corpo. Un sorriso comparve sul mio volto mentre le mie corde vocali vibrarono in un urlo di felicità. In un batter d'occhio fui a casa e presi i vestiti più belli che avevo nell'armadio. Era passato un anno, un cavolo di anno, potevo rivederli, dovevo rivederli, volevo rivederli.
Corsi in bagno e feci una doccia velocissima. Mi truccai leggermente gli occhi dopo un anno che non lo facevo, legai i miei capelli in una coda alta e uscii dal bagno non curandomi del fatto di essere solo in intimo e andai in camera.
Mi infilai una gonna grigia, scarpe da ginnastica, top e giacca lunga che arrivava ai fianchi.
In pochi minuti mi feci ritrovare davanti alla porta di casa. Saltellavo come una bambina che stava per andare in una parco giochi mentre Adam chiudeva a chiave la casa.
-Bene, andiamo. -
-Sì! –dissi esaltata.
Non avrei più rivisto quella casa, mi sarebbe mancata in un certo senso, di sicuro in quell'anno avevo raccolto dei ricordi importanti e felici, ma ritornare a casa, la mia vera casa, era un'emozione incomprensibile. Quasi avevo le lacrime agli occhi. Avevo imparato molte cose in quell'anno. Avevo imparato come schivare, come usare la magia, come combattere corpo a corpo, come usare armi di ogni tipo, come cacciare e mi ero allenata anche a ballare. Sarei ritornata forte, molto più forte di quello che ero prima. Ero cambiata, me ne rendevo conto, il mio carattere era più forte e più serio, però ero sempre la Julie che tutti conoscevano.
Ronzavo come una mosca attorno ad Adam saltellando contenta. Non mi rendevo conto neanche che stavo scendendo una montagna abbastanza scoscesa e che avessi messo male un solo piede sarei caduta, ma questo non importava. Volevo vederli in quell'esatto momento.
POV AIDAN
Passi. Sentivo dei passi. Erano molto deboli, quasi impercettibili, ma li riuscivo a distinguere chiaramente nel il silenzio della camera. Ero in dormiveglia ma con l'allenamento avevo imparato a difendermi pure nel sonno.
Uno strano spostamento d'aria mi mise sull'attenti e parai un colpo a pochi centimetri dal mio viso. Aprii piano gli occhi, scocciato.
Sapevo già chi fosse e lo avrei ammazzato molto volentieri.
-Gale. –ringhiai come un leone pronto a saltare addosso alla sua preda.
Lo sentii scoppiare in una fragorosa risata. Non capivo cosa avesse da ridere, aveva appena provato a darmi un cazzotto in faccia.
-Hai passato la prova, bravo ragazzo mio. -
Con uno sbuffo mi sedetti sul letto e mi grattai la nuca sbadigliando. Era un'altra di quelle sue stupide prove che non servivano a niente, avevo semplicemente parato un colpo e sicuramente non era nulla di speciale.
Quel giorno sarebbe stato duro, avrei dovuto passare una specie di esame finale per dimostrare le mie abilità dopo un anno di allenamento. Non sapevo cosa sarebbe successo nel caso non riuscissi a superarlo.
-Dai vestiti che partiamo. –disse, per poi avvicinarsi alla porta.
Lo squadrai per un momento, poi realizzai, scattai in piedi e lo fermai.
-Che? –chiesi. Avevo capito benissimo quello che aveva detto, però non capivo dove dovessimo andare. Non dovevamo stare fuori semplicemente come al solito.
Lui si girò sorridendo, come se stesse per annunciarmi qualcosa che aspettassi da una vita.
-Torniamo a casa. -
Mi congelai sul posto e rimasi a fissare l'uomo rimasto sull'uscio della porta. Avevo sentito bene quello che aveva detto o era la mia immaginazione che giocava brutti scherzi? Guardai di sfuggita il simbolo sulla mia spalla, ma era ancora sigillato. Non era ancora passato un anno esatto. A dire il vero non mi ricordavo neanche il giorno in cui eravamo partiti, sembrava quasi un'eternità.
-Serio? –chiesi, un'ultima volta. Volevo davvero assicurarmi che non mi stesse prendendo in giro per non crederci fino alla fine e rimanerci male alla fine.
Lui annuì sorridente e io lo feci di rimando. Fece una faccia stranita, di sicuro avevo una faccia da ebete. Dire che non vedevo l'ora era dire veramente poco.
Appena usciti da casa avevo incominciato a correre come un pazzo, tanto che Gale mi dovette prendere per la collottola e fermare.
Non vedevo l'ora di vedere tutti. Non vedevo l'ora di vedere lei.

║La Principessa Intoccabile║Where stories live. Discover now