54°Capitolo- Giro

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54°Capitolo

POV JULIE

-Ehy. –salutai sorridente i miei amici mentre, con una mano, tenevo il bicchiere di vino e con l'altra tenevo stretta la mano di Aidan.
Avevamo appena finito di ballare e lui, dopo tutti quei giri, si era sentito male e lo tenevo per mano per evitare che cadesse per terra.
Tutti mi salutarono, compresa Sofja, e quadrarono per qualche secondo le mani intrecciate di me e il ragazzo.
-Come mai... -cercò di dire Jenny.
-Sta male. –la bloccai prima che potesse fare qualsiasi tipo di pensiero sbagliato.
Il ragazzo si appoggiò con la fronte sulla mia spalla e sospirò cercando un po' di sollievo. –Non è abituato. –sorrisi.
Lui mugugnò qualcosa e li passai una mano tra i capelli.
-Andiamo a prendere qualcosa? –chiesi al ragazzo, ricevendo un sì con la testa. –Dai, andiamo. –dissi andando verso la cucina, essendo fermata però da Jack.
-Ah, una cosa. –fece girare sia me che Aidan.
-Dimmi. -
-Sei bellissima stasera. –sorrise leggermente.
Vidi che il corvino gli lanciò un'occhiataccia. Sorrisi luminosa e lo ringraziai per il bel complimento. Aidan non doveva preoccuparsi, a Jack piaceva palesemente Jennifer. Era solo la sua natura gentile ad averlo portato a farmi quel complimento.
Tirai il corvino con me e andammo in cucina. Era piena di chef al lavoro e, passando in mezzo, riuscii a prendere dell'acqua da dare al ragazzo.
In tavola c'erano solo alcolici o bevande frizzanti e di sicuro non sarebbero andate bene per lui. Aveva lo stomaco in subbuglio per tutti quei giri e la testa gli girava come una trottola, non era proprio il caso di alcolizzarlo.
-Tieni. –dissi allungandogli un bicchiere.
Era appoggiato ad un bancone per evitare di cadere. Mi ringraziò e cominciò a bere piano piano ogni goccio di quel liquido.
Respirava lentamente, come se si stesse godendo la bevuta, e dire che era solamente acqua.
Appena finito, tirò un sospiro di sollievo, appoggiò il bicchiere e mi guardò serio, dalla testa ai piedi, e si soffermò a lungo sui miei occhi.
Ero paralizzata, come se con un raggio mi stesse scansionando il corpo.
In quei minuti di analisi, lo guardai pure io. Il taglio corto gli stava bene, l'occhio destro era messo in bella mostra e i capelli restanti erano tirati su da una cresta nera.
Sembrava meno misterioso, meno cattivo e meno ragazzo.
-In un anno. –sospirò lui chiudendo gli occhi e rivolgendo il naso verso il pavimento, come sconfitto da quello che stava per dire. –Sei cambiata molto. –fece una pausa. Fu un'attesa di pochi secondi, ma per me fu infinita. L'ansia di sapere cosa li stesse passando per la testa mi stava divorando dal primo momento in cui aveva posato il bicchiere d'acqua, che in quel momento era sul bancone con le goccioline restanti di liquido che facevano a gara per arrivare sul fondo del bicchiere di cristallo.
Storse il naso, come infastidito, stava pensando a cosa dire e quello che aveva costruito non gli era piaciuto e aveva pensato di tenerlo per sé.
tutto quel mistero faceva e non faceva parte di lui. Era normale essere riservato, ma era sempre stato aperto con me e molto diretto nelle cose. Non aveva mai pensato alle parole che potesse usare per dirmi una cerca cosa. Me la diceva e basta, senza troppi giri di parole.
Forse era meglio così, almeno ricevevo un colpo secco, deciso e non stavo a rimuginarci su a lungo.
Sentivo le labbra vibrare e un brivido percorrere una vertebra alla volta. I miei occhi schizzavano da ogni parte per riuscire a cogliere la minima espressione o il minimo gesto che potesse aiutarmi a capire il nucleo della questione.
-Forse anche troppo. –concluse alla fine, sorridendo nervosamente.
In quel momento, fui io a storcere il naso e a strabuzzare gli occhi per la sorpresa. Non mosse un passo, aprì solamente gli occhi per guardare le piastrelle bianche della cucina.
All'inizio non pensavo fosse finita lì. Pensavo avesse altro da dirmi, ma sbagliavo, non disse più niente.
-In che senso? -
Alzò lo sguardo ed incrociò il mio, sorridendo tirato.
Sembrava stanco e depresso. Non ne capivo assolutamente il motivo.
Si scostò dal bancone e si avvicinò lentamente, arrivando a pochi centimetri da me.
Non si abbassò e fui costretta ad alzare la testa per guardarlo in faccia. Si era alzato e non poco. Io ero rimasta uguale mentre lui era una spanna più alto di me.
Abbassò la testa per guardarmi.
-Nel senso che... -cominciò insicuro.
Sapevo che stava pensando a tutti i modi possibili e inimmaginabili per dire una frase sensata senza sbagliare niente, lo vedevo dai suoi occhi vacui.
Era rinchiuso nella sua stessa testa.

║La Principessa Intoccabile║Where stories live. Discover now