Capitolo 31

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21 agosto.

Apro gli occhi, godendo dei raggi del Sole che entrano timidamente dalla finestra ed arrivano ad illuminarmi il volto. Avrei mugolato per il fastidio in altre occasioni, senza la benché minima voglia di alzarmi dal letto, ma oggi non vedo l'ora di uscire con Jackson. Abbiamo deciso di fare un picnic perché, dopo tutto quello che è successo nei primi mesi estivi, e le varie uscite di caccia ultimamente, abbiamo proprio bisogno di una giornata tranquilla. Per le ultime settimane di luglio, dopo la festa di June, abbiamo anche continuato gli allenamenti senza saltare neanche un giorno. È ammirevole il modo in cui adesso riesca a controllare gli elementi grazie ai suoi consigli: non in maniera perfetta, neanche del tutto efficiente, ma è già un passo avanti. Sapevo già che l'essere Elementale non è ereditario, ma dipende dal modo in cui ci si rapporta alla realtà e, a volte, è anche puro caso. La settimana scorsa, infatti, Jackson mi ha raccontato di un suo amico Ondino i cui genitori sono completamente umani, a differenza sua. Mi ha anche chiarito le diverse caratteristiche di ogni Elementale, dato che L'Enciclopedia dei Mostri purtroppo non contiene tutte queste informazioni. Tutti riescono a controllare i quattro elementi ma, in base a quello che prevale su ogni persona, si ha una diversa abilità speciale. Gli Ondini riescono ad assorbire l'acqua, non in grande quantità però, altrimenti scoppierebbero; gli Gnomi provocano terremoti; le Silfidi formano bolle d'aria e le Salamandre possono produrre fuoco da sole, senza che ci sia una fonte di calore preesistente, ma facendo affidamento sul movimento delle molecole, o qualcosa del genere. Se Jackson deve spiegarlo in termini scientifici, fa una confusione assurda, quindi ho lasciato stare. La cosa più interessante è che, ad esempio, una Silfide non deve cominciare dalle basi per imparare a usare il proprio elemento in quanto, essendo legata a esso, riesce meglio a controllarlo. Tutto ciò che deve fare è esercitarsi. Personalmente ci ho messo un po' per riuscire a utilizzare l'aria: è l'unico elemento con cui ho ancora difficoltà, ma Jackson mi ha rassicurato dicendomi che è normale. Tra l'altro non posso neanche lamentarmi di ciò, dato che lui ne controlla solamente due: l'acqua e la terra, anche se non so ancora perché, non gli ho voluto chiedere il motivo. Già quella volta, durante la nostra uscita al cinema, sembrava parecchio turbato di parlarne. Un'altra cosa che mi ha spiegato è che, una volta superati i diciotto anni, viene più difficile cominciare a sviluppare un controllo sulla natura e, in vari casi, molti ragazzi non ci riescono più.

All'inizio dell'estate non immaginavo che la mia vita potesse mutare così radicalmente. Avevo sempre desiderato cambiare città, addirittura Stato, per ricominciare da zero dove nessuno mi conoscesse, dove la gente non ridesse di me se la "Pazza" era in circolazione, dove non giudicasse prima di conoscermi, ma questo posto non esiste, purtroppo, e so che dovrò lottare contro i pregiudizi delle persone ovunque vada. Jackson, nell'ultimo periodo, mi ha aiutato un sacco con gli elementi, mi ha insegnato a diventare sul serio ciò che sono e che per molto tempo non avevo capito. Davvero non saprei cosa fare se lui non ci fosse, ma devo ringraziare soprattutto Harry che mi ha dato quella spinta che mi serviva. Non so se la mia vita mi piace adesso. Credo che mi stia abituando, ma con essa ho comunque un rapporto di amore-odio: andare a cacciare, col dubbio di non tornare a casa, è una sensazione abbastanza forte che, pur mettendo da parte, mi rimane incollata addosso. D'altro canto, la apprezzo più di prima. Mi ha facilitato diverse cose, specialmente quando bisogna riscaldare qualcosa.

Mi tiro su e mi stiracchio prima di controllare l'orario sullo schermo del cellulare, sul comodino. Sono le undici e mia madre tornerà tra poco. Come ogni mercoledì, va a fare la spesa prima di cucinare. Il nostro rapporto è un'altra cosa che è cambiata. Non smetto di volerle bene, ma comunque so che nulla tornerà come prima, quando ancora mi fidavo completamente di lei. Ora non fa più così tante storie da non lasciarmi andare dove voglio e, se rientro sporca o con qualche graffio, mi sorride solamente, felice che sia viva. Non fa domande, ma so che nasconde solo la preoccupazione. Non parliamo mai della caccia ai mostri o degli elementi. Se ho qualche domanda, Jackson è sempre pronto a darmi una mano e mia madre ormai si è arresa al fatto che lui faccia parte della mia vita. Insieme con Albert, con cui mi vedo ogni tanto, sono gli unici che mi capiscono davvero, e non può allontanarmi da loro. Il rapporto tra mia madre e mia zia, invece, è stranamente migliorato, ma credo che usi la maga (sì, mia zia mi ha corretto sulla parola errata con cui la definivo) solo per tenermi d'occhio in segreto, ma a me va bene così. In fondo la capisco: è comunque mia madre, e non posso di certo impedirle di non preoccuparsi per me. In ogni caso, l'ho perdonata, in un certo senso. È stato scorretto avermi tenuto nascosta una verità così grande, ma lei sapeva prima di me i rischi cui potrei andare incontro, e non posso arrabbiarmi in modo esagerato per il fatto che volesse proteggermi.

Sharon: La Maledizione Dell'AlberoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora