Capitolo 22

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Harry fa il giro della macchina per avvicinarsi con cautela all'albero caduto sul terreno mentre io sospiro prima di seguirlo: è più forte di me, ha la supervelocità e riesce a diventare invisibile, ma comunque non voglio lasciarlo da solo. È incredibile come il mio atteggiamento sia cambiato verso queste stranezze, se non pazzie vere e proprie. Qualche settimana fa sarei corsa via per la paura infatti; adesso, invece, sento la necessità di scoprirne la causa e, nel peggiore dei casi, fermarla.

- Sembra che qualcosa abbia mangiucchiato il legno. - Mormora mentre segue attentamente con lo sguardo le parti del tronco dove appaiono delle discontinuità, forse segni di morsi. Rimango in piedi dietro di lui, ancora piegato sulle ginocchia, e incrocio le braccia al petto.

- Fino a farlo cadere? - Chiedo un po' diffidente alla sua osservazione. Lui gira la testa per guardarmi dal basso, poggiando un gomito sulla coscia.

- Dopo tutto quello che hai visto sei ancora scettica? - Domanda con un sorriso beffardo mentre si mette in piedi. Alzo gli occhi al cielo, divertita, sapendo che ha ragione. Ormai, anche se dovesse entrare un drago in casa mia, non mi farebbe né caldo né freddo. Beh, si fa per dire: non voglio che diventi un falò. Diciamo che non mi farei problemi a credere che sia reale per davvero, ecco.

- Che cosa pensi che sia? - Lui si allontana dall'albero e si dirige verso la macchina. Lo seguo a ruota, non volendo rimanere da sola, e lo osservo mentre assume un'espressione pensierosa. Appena arriva all'auto scrolla le spalle in risposta.

- Potrebbe essere un Gandharva, uno spirito della natura, ma non ce la farebbe ad abbattere un albero. Oppure un Troll. Spiegherebbe perché non l'abbiamo visto, poiché ci riescono solo i bambini, ma l'avremmo almeno sentito date le loro dimensioni e il tanfo che emanano, quindi escluderei anche questo. - Lo guardo assottigliando gli occhi, confusa, mentre cerco di non perdermi nel discorso. Naturalmente lui è un esperto di mostri, ma io non li conosco tutti. Non saprei neanche dove informarmi dato che su internet chiunque può cambiare la verità a proprio piacimento, registrando nozioni false che magari potrebbero farmi uccidere.

- Sì, concordo in pieno. - Dico con un cenno d'ironia. Lui mi guarda e sospira irritato. So che non mi spiegherà altro: quando c'è bisogno di agire, diventa molto silenzioso per concentrarsi sull'azione, ed è giusto che sia così. Un passo falso, e potrebbe essere morto prima che se ne accorga. Afferra una pistola, estraendola da sotto il suo sedile, e la carica con dei proiettili d'argento sotto il mio sguardo attento. Solo ora noto le sue mani callose ed un'altra piccola cicatrice sul dorso della sinistra.

- Tieni. - Quando mi porge l'arma, sgrano leggermente gli occhi, stupita, e mi rifiuto di prenderla. Non può davvero mettermene una in mano. Non ho idea di come si usi, prima di tutto, e poi non sono tipa da cose come questa, per nulla.

- Meglio se rimane in mano tua. - Rido nervosamente. Non voglio sembrare impacciata, sebbene lo sia fin troppo. E poi, ciò che mi preoccupa davvero in tutto questo è la mia mira. Fa schifo. Come potrei maneggiare una pistola se non centro neanche il cestino con una pallina di carta? Lui mi osserva qualche secondo, riflettendo, poi ci mette la sicura e se la infila nella tasca posteriore dei pantaloni.

- Giusto, sei una Salamandra. Non hai problemi a difenderti. - Chiude a chiave la macchina, al solito, e mi guarda. - Meglio non muoversi finché la cosa che ha fatto cadere l'albero non fa il primo passo. - Annuisco, concordando. È inutile rincorrere un'ombra.

- Perché pallottole d'argento, comunque? Perfino io so che un lupo mannaro non riesce ad abbattere un albero. - Osservo mentre lo guardo negli occhi. Lui alza un sopracciglio insieme all'angolo della bocca in un sorriso beffardo.

- Dovresti farti una cultura sui mostri. - Scuote ripetutamente la testa con ancora quel piccolo ghigno sul volto. - L'argento ammazza la maggior parte delle creature, oppure le rallenta. -

Sharon: La Maledizione Dell'AlberoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora