Capitolo 7

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Vedo il coltello volare verso Jackson, ma non posso fare nulla per fermarlo se non disperarmi.

- Sei un idiota. - Scuote la testa, rassegnato, il ragazzo che glielo ha lanciato. Mentre parla il coltello cambia direzione, tornando nella sua mano. Io ho perso più di un battito nel frattempo, pensando davvero che l'avrebbe ucciso. L'estraneo si appoggia allo sportello della macchina e si leva il cappuccio dalla testa. Ha dei capelli ricci, ma non troppo (sembrano più che altro spettinati), che gli ricadono sulla fronte, non coprendola del tutto però. Non riesco a guardarlo bene, ma i suoi lineamenti sembrano perfetti, decisi, come se fossero di porcellana. I muscoli non gli mancano, dato che s'intravedono anche con la felpa nera addosso. Anche gli skinny, strappati sulle ginocchia, e gli anfibi sono dello stesso colore. Continuo a guardarlo mentre si gira il coltellino tra le mani, preoccupata che possa avere un altro scatto di rabbia e possa davvero ucciderlo questa volta. I due, però, sembrano conoscersi.

- Ancora questi giochetti, Harry? Riconosco la macchina e non mi fai paura. - Sorride Jackson, dandogli ancora le spalle, piegato sulle ginocchia, mentre estrae un accendino dalla tasca dei pantaloni e dà fuoco al cadavere. Una puzza di bruciato si espande nell'aria, cosa che porta a farmi arricciare il naso. Questa volta anche Harry sorride. Quest'ultimo annuisce mentre si guarda in giro. Faccio la stessa cosa io: l'uomo dei panini sta ancora dormendo, per fortuna. Almeno non farà domande sul perché stiamo dando fuoco a una ragazza in un parcheggio.

- Quella che stai bruciando era mia. - Dice dopo un po', allontanando il fumo da lui con la mano. Non sembra un tipo loquace, però ha una bella voce, molto virile. Non sembra neanche un tipo amichevole, o paziente, ma alla fine non posso dir nulla sul suo conto dal momento che non lo conosco.

Finalmente nota anche la mia presenza, anche se io sono ancora molto confusa su quello che è appena successo. Fino a qualche secondo fa sembrava pronto a uccidere Jackson e ora, invece, a momenti ci scherza.

Quando mi squadra da capo a piedi gli sorrido timidamente per rompere quell'imbarazzo che si è creato, ma lui non ricambia, bensì mette a posto il proprio coltellino nella tasca posteriore dei pantaloni.

- Beh, sì, comunque dovevamo farla fuori. - Taglia corto il biondo.

- E come l'hai uccisa? - Insiste il riccio, alzando un sopracciglio in modo scettico.

- Con un'ascia. - L'altro fa un verso di scherno.

- E dove l'hai trovata? -

- Smettila di farmi l'interrogatorio. - Sbotta Jackson, stanco di ricevere sempre domande. - Thompson, non so! Era vicino a un cassonetto e l'ho usata. -

- Arriverà il giorno in cui il coltello te lo ficcherò nel cuore per davvero. - Ribatte lui, irritato, mentre scuote la testa. - Chi è questa? - Chiede poi con un cenno del mento nella mia direzione.

- Una mia amica. - L'inglese si mette in piedi per guardare l'altro ragazzo e mette l'accendino a posto, in tasca. Si scambiano un'occhiata d'intesa, ma Harry rimane con un'espressione neutra, senza lasciar intendere nulla. Io rimango confusa dalla risposta del biondo. Giorni fa non mi considerava neanche, ora siamo "amici". Il riccio sembra non dare peso alle sue parole, e forse neanche Jackson in fondo. Io, forse, sono l'unica che vuole davvero essere sua amica. Dal momento in cui ha messo piede in classe, sembra che mi abbia stravolto la vita, anche se non l'ha fatto esplicitamente. Non riesco a capire perché desidero creare così fortemente un legame con lui. È come se lo conoscessi da una vita, anche se non ho un ricordo vero di lui. Ho la sensazione di aver già incontrato quegli occhi e, se non li ho incontrati io, qualcuno l'ha fatto al posto mio e in qualche modo il loro ricordo è impresso nella mia mente. O forse mi sto solo creando un'illusione per spiegare come faccia ad attrarmi un ragazzo così quando la spiegazione più semplice del mondo è davanti ai miei occhi: è bello, sul serio.

Sharon: La Maledizione Dell'AlberoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora