Capitolo 17

583 123 158
                                    

- Quindi una vecchia di quanto, duecento anni, ti ha messo KO? - Ridacchio mentre leggo alcune scartoffie. Sono ore che Harry e io siamo nel comune, nell'ufficio anagrafe. Si è fissato con quella strega e vuole fare di tutto per scovarla e vendicarsi. Quindi eccoci qui, nel bel mezzo della notte, a cercare qualcuno di cui non sappiamo niente, ma Harry continua a pensare di poterla trovare semplicemente sfogliando dei documenti e riconoscerla sulle foto. Non è detto che abiti qui, poi.

L'ufficio non è grandissimo. Al centro c'è una grande scrivania con sopra dei fogli, un computer, un portapenne ed una piccola agenda. Intorno ci sono in tutto tre sedie: due per i clienti e una per l'addetto in ufficio, ovvero mia madre. Un'unica finestra, abbastanza grande, permette a una pallida luce di rendere la stanza meno buia sebbene sia piena di cassetti blu scuro contenenti cartelle sui dati di ogni cittadino. Su una parete c'è un calendario che segna il dieci luglio. Sono seduta comodamente sulla scrivania a controllare uno dei registri presenti nella sezione "E" mentre lui è vicino a uno dei cassetti per indagare sulla sezione "J". Mi sento come una di quelle spie nei film: sia io che Harry abbiamo un una felpa, con il cappuccio tirato su, dei pantaloni e degli anfibi, tutti neri. Controllo l'orologio al mio polso: le quattro di mattina. Devo comprarmi un nuovo cellulare, non sopporto questi accessori.

- Non sappiamo effettivamente quanti anni abbia. Continua a cercare. - Dice irritato mentre io sogghigno senza smettere di sfogliare la cartella. Non trovo niente di strano tra quei documenti. Sbadiglio leggermente, tenendo una piccola torcia nella mano destra per illuminare i fogli. Lui chiude anche quel cassetto, passando alla lettera "K". Lo fisso per qualche secondo, chiedendomi come faccia a leggere senza un minimo di luce. Poggio i fogli sopra la loro cartella e mi passo una mano in fronte, massaggiandomela da destra a sinistra per alleviare il leggero mal di testa. Sono stanca e, se potessi, mi addormenterei su questa scrivania. Non sono abituata a rimanere alzata fino a tardi, anzi: non è mai successo.

- Secondo me è tutto inutile. - Si ferma dal cercare per guardarmi. Fortunatamente è buio, ma so per certo che mi sta fulminando con lo sguardo. Quando si vuole vendicare, davvero non lo ferma nessuno. - È una strega! - Sbotto. - È logico che tra i suoi documenti non ci sia scritto "Professione: strega." -

- Sei diventata un'esperta ora? - Ribatte mentre chiude il cassetto, anche con un po' di forza. Vuole fargliela pagare, ma innervosirsi e sbattere cose non aiuterà di certo la sua ricerca e a risolvergli i problemi. Soprattutto se comincia a fare rumore e ci fa scoprire.

- Sto solo dicendo che non la troveremo tanto facilmente, Harry. Ti ho accontentato a venire qua nel bel mezzo della notte, rubando le chiavi a mia madre del suo stesso ufficio, ma ora sono stanca. Ho sonno e voglio andare a dormire. - Comincio a mettere in ordine quei documenti nelle proprie cartelle per evitare sospetti il giorno dopo e recare problemi a mia madre.

- Non preoccuparti! - Sbotta stanco delle mie lamentele. - In caso li soggiogo. - Dice, riferendosi ai custodi, anche se non ne abbiamo visto neanche uno finora. Da quando siamo entrati nel comune ho la costante paura che qualcuno possa coglierci con le mani nel sacco e che, riconoscendomi, possa riferirlo a mia madre e causarle qualche problema. È vero, sono io a commettere un reato, però nessuno mi assicura che non ci saranno ripercussioni anche su di lei. Già prima sono andata in panico solo alla vista dell'auto della polizia. Mi meraviglio così tanto di me stessa: se ripenso a qualche settimana fa, l'idea di star in un posto del genere ad infrangere la legge mi sembra del tutto impensabile. Sono la ragazzina timida e impacciata; chi mai crederebbe a questa nottata se mai lo confessassi a qualcuno?

- Mia madre potrebbe perdere il lavoro, Thompson. - Ribatto, guardandolo. Lui si gira di nuovo e mi fissa con un sopracciglio alzato in modo scettico, ma allo stesso tempo divertito.

Sharon: La Maledizione Dell'AlberoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora