Capitolo 18

506 133 89
                                    

- Say yeah. Let's be alone together. We could stay young forever. Scream it from the top of your lungs, lungs, lungs! - Delice mi afferra i polsi per farmi alzare. - Canta con me! - M'incoraggia con un sorriso. - Say yeah! Let's be alone together. We could stay young forever. We'll stay young, young, young, young, young. - Scoppio a ridere senza distogliere lo sguardo da lei mentre continua ad urlare e ballare, euforica, in camera. I suoi sono a cena fuori e, conoscendoli, prima dell'una di notte non torneranno. Mi risiedo sul letto da una piazza e mezza, non essendo il tipo che si lascia trasportare così facilmente, e guardo Delice ballare. La sua camera è molto spaziosa rispetto alla mia. Il pavimento bianchissimo è coperto da un tappetto viola rettangolare e, quando si entra nella stanza, ci si trova di fronte al letto, anch'esso con le coperte lilla, con la testiera attaccato al muro. Su quest'ultimo c'è uno scaffale pieno di CDs dei suoi artisti preferiti, e sono tanti: OneRepublic, Ed Sheeran, Katy Perry, The Fray... conosce tutti gli artisti di questo mondo. Sul soffitto chiaro c'è un semplice lampadario paralume bianco. Nel lato sinistro della camera, un grosso armadio dello stesso colore, e con specchi sulle ante che le coprono interamente, occupa la maggior parte dello spazio; dall'altro, invece, c'è una scrivania in legno chiaro con sopra un Mac con la schermata di iTunes aperta che riproduce i Fall Out Boy, una piccola lampada nera, i suoi trucchi e i suoi occhiali da sole. Alle sue spalle, il muro è tappezzato di poster di cantanti e attori: uno enorme di Robert Pattinson in bianco e nero nei panni di Edward Cullen ne ricopre la maggior parte, lasciando poco spazio ad altri più piccoli tra cui uno di Calum Hood, un altro di Jensen Ackles, Sam Claflin, Evan Peters e altri di cui non conosco il nome.

Roteo gli occhi al cielo e lascio un sospiro quando insiste di nuovo per farmi danzare, così la accontento e mi tiro su, cominciando a scatenarmi con lei. Devo essere abbastanza ridicola mentre mi muovo dato che ha iniziato a ridere, felice. Non ne sono tanto sorpresa: c'è una ragione se non ballo mai. Appena termina la canzone mi lascio cadere sul letto con il respiro affannato, lei mi guarda sorridendo, per nulla stanca. Com'è possibile? Stava in piedi anche da più tempo di me.

- Ho bisogno d'acqua. - Dico prima di scoppiare a ridere.

- Vado a prenderla. - Sogghigna anche lei mentre esce dalla camera. Mi alzo dal letto e vado a fermare l'altra canzone che è appena partita per avere un po' di silenzio. Mi guardo in giro mentre mi risiedo e sorrido contenta. Finalmente, dopo tanto tempo, sto passando una serata normale con una persona normale. Niente mostri, niente elementi, niente streghe, niente Harry e niente Jackson. Chiudo gli occhi e sospiro tristemente. Ho costantemente il suo nome in mente nonostante quel bacio con June. Li riapro, mi mordo il labbro e scuoto la testa. Vorrei essere arrabbiata con lui, davvero, ma non ci riesco. A volte sento il dovere di aiutarlo, come se si fosse cacciato in qualcosa di più grande di lui. Ho questa strana sensazione che mi spinge a proteggerlo, ma non ho capito da cosa. Oltre che da June, certo. Ho sempre odiato quella ragazza e ora che ha una relazione con lui, beh, di certo non mi sta più simpatica di prima. Vorrei cercare un modo per farli rompere: prima di tutto, perché starei più tranquilla e, forse, quel bizzarro pensiero che mi porta a credere che possa capitare qualcosa di brutto a Jackson sparirebbe; secondo, potrebbe riprendere ad allenarmi. Ho pensato più volte di chiedere ad Albert, ma non ho il suo numero e quando ci siamo incrociati per strada mentre venivo da Delice, nessuno dei due ha salutato l'altro. Non so se l'Ondino non mi abbia visto, oppure non voleva realmente esercitarsi insieme e l'ha detto solo per educazione.

La bionda ritorna in camera con una bottiglia d'acqua e due bicchieri. Mi osserva mentre si avvicina a me, lasciando la porta della camera aperta. Di solito tende a chiuderla, ma siamo solo io e lei in casa.

- Finalmente. Ti eri persa? - Accenno un sorriso divertito mentre porto lo sguardo su di lei, intenta a porgermi la roba. Scuote la testa e sorride mentre mi riempio il bicchiere, bevo e infine poggio tutto sul comodino.

Sharon: La Maledizione Dell'AlberoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora