Capitolo 23

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Luke è ancora sulla soglia e non intende spostarsi. Non posso farlo entrare in casa e basta: non lo conosco e non mi fido di lui. Ricordo ancora quando ha provato a rapirmi fuori dal cinema. È un estraneo.

Continuo a guardarlo, aspettando una sua azione. Magari si scoccerà con questa falsa aria gentile e proverà a trascinarmi via di prepotenza. Però, ciò non avviene, anzi rimane in silenzio, ancora in attesa di una risposta. Serro le labbra, respiro a pieni polmoni dalle narici e annuisco. Un sorriso affiora sul suo volto dopo che apro la porta e mi ci appoggio contro per lasciarlo passare. Subito cammina dentro mentre io cerco con lo sguardo la sua pistola, affacciandomi di poco oltre la soglia. Appena risalta ai miei occhi, attendo che Luke sia abbastanza lontano da permettermi di correre verso l'arma senza che lui riesca a fermarmi. Comincio a scendere i gradini in fretta. Tuttavia, sono lenta a causa delle ginocchia ancora doloranti, e lui riesce a slanciarsi verso di me senza troppa fatica. Avevo tralasciato questo minuscolo particolare. Sul vialetto, infatti, mi afferra la spalla, stringendola e cercando di acciuffarmi per bene, ma questa volta non l'avrà vinta. Metto la mano sulla sua, graffiandola con una tale forza da provocargli un gemito. Quando la allontana, la agguanto velocemente e gli giro del tutto il braccio. Caccia un urlo di dolore mentre gli do una spallata sul petto, senza neanche dargli il tempo di reagire, facendolo successivamente cadere in un cespuglio. Con il respiro lievemente affannato e le ginocchia doloranti, acciuffo la pistola e la impugno con tutte e due le mani, puntandola verso Luke. Quest'ultimo si alza, pronto ad agguantarmi di nuovo, ma si ferma immediatamente quando nota l'arma. Non gli sparerò, non sono in grado di usare una pistola e non voglio neanche, ma lui non lo sa.

- Entra subito in casa. - Gli ordino, preoccupata che qualcuno possa notare cosa sta accadendo e chiamare la polizia. - E al primo passo falso che fai, ti piazzo una pallottola tra le costole. - Lo minaccio con tono freddo e distaccato, ma lui sorride divertito alle mie parole, sotto il mio sguardo duro. Non c'è niente da ridere. Sono seria. Non solo arriva a casa mia dicendomi di voler parlare, ma alla prima occasione si scaglia contro di me. L'ha fatto per difesa, va bene, ma davvero credeva che non avrei preso anch'io delle precauzioni? Continuo a respirare irregolarmente, un po' per la rabbia, un po' per il piccolo scontro.

- Noto che Harry ti ha dato delle lezioni. - Commenta con un sorriso beffardo.

- Entra. - Ripeto, avvicinandomi a lui nel modo più minaccioso possibile, mentre miro alla sua fronte. - Ora. - Sibilo tra i denti. Lui incrocia il mio sguardo e fa sparire il ghigno dal volto. Nonostante lui scherzi, sa benissimo che se mi ha allenato Harry l'unica a ridere, alla fine, sarò io. Nonostante abbia ancora la garza, sento i palmi bruciare lievemente a contatto con la pistola a causa dei tagli. Luke alza le mani al cielo, in segno di resa, e si dirige verso la porta, non aggiungendo altro. Lo seguo a ruota mentre continuo a tenere la pistola puntata sulle sue spalle, senza abbassare la guardia. Chiudo la porta una volta che siamo entrati e gli indico la cucina con un cenno del mento. Una volta lì, si siede su una sedia e poggia le braccia sul tavolo, incrociandole. Io non mi accomodo, bensì rimango dietro di lui per assicurarmi che non si muova.

- Posso avere un po' d'acqua? - Chiede mentre gira piano il volto verso di me per guardarmi. Stacco una mano dall'impugnatura della pistola e la protraggo verso il lavandino, dove è ancora presente dell'acqua, e con un solo gesto la sposto verso la faccia di Luke, bagnandola.

- Spero che la liscia vada bene. Non beviamo la gassata. - Lui sbuffa, facendo cadere qualche goccia a terra, dopodiché si asciuga il volto con la maglietta, madida sul colletto per lo schizzo.

- Perfetta. - Risponde lui, alquanto irritato.

- Prima che inizi a parlare, e spero che sarai veloce dato che non ho tutta la sera da dedicarti, ho delle domande. Come facevi a sapere dove abito? - Lui accenna una lieve risata, inumidendosi le labbra.

Sharon: La Maledizione Dell'AlberoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora