Capitolo 26

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- Harry, fermo. - Gli ordino, cercando di farlo arrestare mentre indietreggio. June rimane vicino alla porta con un sorriso stampato in faccia. Ci manca solo che immortali questo momento per il suo album fotografico intitolato "E così fu uccisa dal migliore amico del ragazzo che le piace". Okay, devo concentrarmi. Iniziare a perdere tempo con certi pensieri sarcastici in stile Thompson non mi aiuterà, però non ho idea di cosa fare per fermarlo. Le mie parole sono vane: Harry continua a camminare verso di me tenendo stretto, in un pugno, il coltellino. Non avrei mai pensato di dirlo, ma l'unica soluzione è June. Devo guadagnare minuti e farla parlare per escogitare qualcosa. In questo modo potrebbe tenere a bada il dampiro. Non sono certa che le importerà delle mie domande, ma ormai non ho nulla da perdere, e provare non mi costa niente. - Sei una strega. - Dico nel modo più sereno possibile. - Non avresti dovuto esitare sul fatto che Jackson fosse un Elementale. - Solleva una mano e comanda a Harry di fermarsi, che subito obbedisce. Alza le sopracciglia, forse stupita dal fatto che, in una situazione del genere, mi possa interessare questo dettaglio.

- Sono una persona che deve essere sicura completamente delle scelte che compie. - Non appena mi risponde, abbassa la mano, pronta a sguinzagliare Harry, ma per fortuna non lo fa, bloccata dalla seconda domanda da parte mia.

- E per il nome? - Inclina di poco la testa, confusa per ciò che le ho chiesto. - Intendo dire... in tutto questo tempo, hai mantenuto lo stesso? -

- Beh, certo che no. Non sono così stupida da non cambiarlo dopo secoli. -

- Qual è il tuo nome originale, allora? - Non me ne frega nulla, sinceramente, ma farla distrarre potrebbe aiutare. Almeno penso a qualcosa per far riprendere Harry nel frattempo, ma purtroppo non ho idee. Però, adesso capisco perché, quando gli è possibile, fa quelle battute idiote che si potrebbe risparmiare: guadagna tempo.

- Imogen Foster. - Cerco di trattenere una risata per il modo in cui ha pronunciato il suo nome, ma lei comunque ha notato la mia espressione divertita, cosa che la fa arrabbiare ancora di più. - Mi stai solo facendo distrarre, ragazzina. - Mi rimprovera, furiosa. Dal piano di sotto si sente un tonfo, causato di certo dai ragazzi, che la fa ringhiare. - Mi sarei voluta godere lo spettacolo, ma ho degli scimpanzé come ospiti a cui badare prima che mi distruggano la casa. - Harry si gira a guardarla, attendendo i suoi ordini. Dovrei fare qualcosa in questo momento: è distratto e potrei togliergli il coltellino, ma se fossi troppo lenta? La velocità non è la mia specialità, mentre i riflessi pronti sono la sua, e ciò potrebbe uccidermi. Mentre cerco di venire a capo di questa situazione, la strega gli fa segno di attaccarmi. Non se lo fa ripetere due volte e s'incammina nella mia direzione. Mi avvicino ancora di più al muro fino ad appoggiarmici contro. Stavolta nessuno mi aiuterà. Non ci sarà Albert a salvarmi come con quello Skinwalker, né Jackson come negli spogliatoi o in quel vicolo. Non ci sarà nessuno per me.

Faccio esplodere una fiamma sulla mia mano e la allungo verso di lui, facendo attenzione a non bruciarlo. Non è mia intenzione ferirlo sul serio, solo farlo retrocedere.

- Non costringermi a farlo. - Dico con voce tremante, ma lui sembra non avere paura per nulla, e ciò mi causa parecchi problemi. Se non si tira indietro, dovrò attaccare, e non voglio farlo. Ero sicura di tante cose, eppure sono solo confusa adesso. Non avrei mai pensato che l'unica colpevole per la morte di Harry potessi essere io; mai pensato che, quando lui mi ripeteva più volte che, se avessi dovuto scegliere tra la vita del mio nemico e la mia, avrei preferito salvare la mia. E, ora come ora, sarei capace di ucciderlo pur di non morire. Ho i crampi alla pancia. Lui sa bene che non gli farei del male e che non userei mai gli elementi su qualcuno, e lo pensavo anch'io, ma non ne sono più così sicura. La fiamma sulla mano si estingue da sola a causa di un forte dolore allo stomaco che mi fa deconcentrare. Non so cosa mi stia succedendo, ma sembra che qualcuno si stia divertendo a prendere a pugni le pareti del mio intestino. Le mani bruciano, ma non a causa dei tagli, sebbene non abbia la garza. Vorrei evitare di credere che mi stia sovraccaricando. È strano da pensare, ma può accadere, e questa non è la prima volta. Già la settimana scorsa avvenne la stessa identica cosa mentre mi esercitavo in camera, sebbene lì stessi quasi per usare due elementi contemporaneamente, cosa che nessun Elementale può permettersi di fare se vuole rimanere in vita. Tra l'altro mi era venuto un mal di testa assurdo, mentre ora ho solo un dannato bisogno di sedermi e cercare di ragionare, ma in una situazione del genere la razionalità che rimane è ben poca, soprattutto con i nervi tesi. Provo comunque a inginocchiarmi a terra e, con un ultimo sforzo, ad alzare un muro di fuoco tra me e lui. Questo, però, si estingue immediatamente, lasciando solo una striscia di fuliggine sul pavimento. Mi rimetto subito in piedi, a fatica. Sono furiosa per il fatto che sia debole quando bisogna essere forti; furiosa perché sono costretta ad uccidere Harry per salvarmi la pelle e, soprattutto, furiosa con me stessa per essermi arrabbiata con Jackson senza pensarci due volte, quando invece dovevo realizzare che c'era qualcosa che non andava.

Sharon: La Maledizione Dell'AlberoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora