Capitolo 30

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Sbatto la porta alle mie spalle dopo essere entrata in casa. Sia la luce in salotto sia quella in cucina sono accese, quindi mia madre deve essere ancora sveglia. Strano, dato che la mezzanotte è ormai passata e la sua sveglia è alle sei domattina; sicuramente mi sta aspettando prima di andare a letto. Lancio uno sguardo fugace al salotto per controllare se sia lì, ma è vuoto. Solo le voci di due donne, provenienti dalla televisione, riempiono il silenzio che c'è. Stanno discutendo riguardo quale abito da sposa comprare e, neanche un attimo dopo, una delle due scoppia a piangere. Mia madre, avendo sentito il rumore della porta, si affaccia dalla cucina per controllare che sia tornata. In mano ha una tazza fumante di tè alla vaniglia, il cui profumo si espande per tutto l'ingresso.

- Lo sai che quella porta è vecchia e si potrebbe rompere. - Mi rimprovera con sguardo serio per averla chiusa con forza. - Com'è andata la serata? - Mi chiede tranquillamente mentre ritorna in cucina. Non le rispondo, bensì la seguo, cercando di calmarmi. Se prima mi sentivo priva di forze, ora sto tremando dalla rabbia e potrei perdere il controllo da un momento all'altro. Se veramente sa cosa sono, e me l'ha tenuto nascosto, non so davvero come potrei reagire. È come se fosse stata colei che ha costruito questa bugia nella quale mi ha fatto vivere per diciassette anni. Mi ha mentito e lasciato in agonia per pensare a quanto fossi sbagliata, quando invece sono solo diversa.

Lei si appoggia con la schiena al bancone e prende un sorso di tè, ancora in attesa di una risposta che non le darò. Rimanendo sulla soglia della cucina, stendo un braccio verso il rubinetto e mi concentro sull'acqua. Questo comincia a tremare, ma mia madre sembra non accorgersene. Si acciglia solamente per il mio gesto, che so essere insensato ai suoi occhi. Se sapessi maneggiarla meglio, mi sarebbe bastato uno sguardo per il mio scopo. - Che cosa stai facendo? - Quando percepisco un formicolio sulle dita, segno di avere il controllo totale sull'acqua, faccio aprire di botto il rubinetto per la forte pressione e muovo la mano verso mia madre con l'intenzione di bagnarla. Nello stesso momento l'acqua segue la direzione che le do, facendo strillare la rossa.

- Sharon! - Mi urla contro mentre le rivolgo un ghigno amaro e pieno di rabbia. Quindi avevo ragione. Si preoccupa di più del fatto che si sia bagnata invece di come sua figlia sia riuscita a far ciò.

- Sapevi tutto, vero? - La guardo con disprezzo mentre lei poggia la tazza sul bancone per prendere un tovagliolo con cui asciugarsi. Incrocia il mio sguardo e, in quei pochi secondi, intravedo la preoccupazione nei suoi occhi verdi. Sento il sangue ribollirmi dall'ira. Non appena apro il palmo della mano, una piccola fiammella prende vita. Voglio mostrarle ciò di cui lei mi ha sempre privato. - Lo sapevi, non è vero mamma?! - Alzo un po' il tono di voce, muovendo la mano verso di lei come per mostrarle il mio segreto, ma lei sospira e guarda la fiamma ardere.

- Non cominciare a urlare. - Mi ammonisce con tono severo. - E spegni quella cosa. - Estinguo il fuoco, poi fendo e sposto l'aria con la mano per farle cadere la tazza a terra, scompigliandole i capelli che le ricadono sciolti sulle spalle. Questa s'infrange in mille pezzi sul pavimento mentre quel che ne resta del tè schizza contro il bancone e sporca a terra. Una lacrima riga il mio viso, cosa che non volevo accadesse, almeno non davanti a lei. Sono così arrabbiata che non so cosa dirle. Avevo una montagna d'insulti, così tanti discorsi che avrei potuto farle, ma adesso sembra che la mia bocca si rifiuti di funzionare. Quindi decido di aspettare che lei dica qualcosa, ma non lo fa. Mi lancia un'occhiata e poi s'inginocchia a terra, cominciando a raccogliere ciò che rimane della sua tazza in silenzio. Con un altro gesto della mano muovo nuovamente l'aria, impiegandoci più forza per allontanare i pezzi da lei. Questi scivolano via insieme a alcune gocce di tè.

- Parlami! - Sbraito mentre mi asciugo le lacrime. Lei scatta in piedi, infastidita dal mio comportamento. Devo cercare di non perdere sul serio il controllo, perché ho paura davvero di ucciderla stasera, e non sto scherzando. Non so cosa mi stia prendendo, ma sento questa forza dentro di me che non sono sicura di riuscire a trattenere.

Sharon: La Maledizione Dell'AlberoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora