Capitolo 24

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Mi guardo per l'ultima volta allo specchio, girandomi su entrambi i lati per osservarmi meglio, poi sospiro leggermente. Aspettavo il sedici luglio da giorni e, adesso che è ora di andare alla festa, non mi sento pronta; sono preoccupata che qualcosa possa andare storto, in realtà. Osservo il mio riflesso: ho una luce strana negli occhi. Forse paura, forse desiderio di mettere fine a questa storia, ma la verità è che non ne sono sicura. È un casino di sensazioni. Un'ombreggiatura scura bluastra-viola sotto gli occhi è evidente sul mio volto, segno di una notte non molto tranquilla. Infatti sono rimasta ore sveglia a ripassare il piano che io e Harry abbiamo preparato e che si concluderà con l'uccisione di June, ma toccherà a lui farlo, naturalmente. Io non ho intenzione di far del male a qualcuno, anche se quel qualcuno è una strega che odio. Non sono quel tipo di persona. Strano da dire, dato che sono stata io ad aver ucciso l'Adaro e aver quasi amputato la gamba a una delle due Ek Ek. Ma ora è diverso: parliamo di pugnalare una ragazza, per quanto lo sia. Non riuscirei a convivere con questo ricordo, sebbene Harry ripeta più volte che questo ormai sarà parte della mia vita. Ciononostante, è più forte di me: non sono nata per uccidere.

Passo frettolosamente le mani sul vestito non per aggiustarlo, bensì per scaricare la tensione. L'unica volta in cui mi sono addormentata questa notte ho fatto un incubo: il piano falliva, June riusciva a farla franca ma, non so per quale motivo, risparmiava me e Jackson. L'unico che ammazzava era Harry. Spero sul serio che questo sogno non si avveri. Non mi meraviglio di non essere riuscita a chiudere occhio: se morisse stasera, sarà solo per causa mia e della mia paura perché, se lui si trovasse in pericolo, non saprei affrontare la rossa, come avrei già dovuto fare molto tempo fa, anche solo per avermi messo in ridicolo per tutti questi anni. Avrei dovuto dirle qualcosa, tenerle testa, invece non l'ho fatto.

Comunque ora non ho tempo per pensare a quello che avrei potuto fare: devo concentrarmi sulla nostra "missione". Non sarà facile distrarre e allontanare June dalla festa per liberarci di lei, evitando tra l'altro che qualcuno ci veda e chiami la polizia. Devo già affrontare l'essere definita pazza; posso anche far a meno di essere chiamata assassina e di andare in prigione. Ad ogni modo, il fatto che non sia al corrente che noi conosciamo la sua vera identità è l'unico vantaggio che abbiamo su di lei. Perciò, combatterla alla festa è l'occasione più adatta. Non possiamo aspettare oltre.

Un altro motivo per cui non ho dormito molto è perché ho passato la nottata a studiare un po' il libro sui mostri. Non avrei mai pensato che ci fossero così tante informazioni interessanti su di loro. L'unica cosa che mi ha lasciato perplessa è aver trovato anche la sezione sugli Elementali. So che Jackson ha sempre affermato il contrario, eppure siamo una specie di mostri, in fin dei conti. Anche per questo, oltre ad essere moralmente scorretto, voglio evitare di uccidere June: e se mi piacesse? Anche se non sono umana, non voglio perdere la mia umanità. È anche assurdo che faccia certi pensieri: è assodato che non mi piaccia far del male alle persone, eppure ho come il presentimento di dover far attenzione a ciò, ma alla fine so che è solo una brutta sensazione causata dall'agitazione.

Lancio un'occhiata rapida al libro e mi allontano dallo specchio per afferrare l'enciclopedia e nasconderla sotto le coperte, timorosa che mia madre possa trovarla. Quando sento il suono ripetuto di un clacson dalla strada, segno che Harry è arrivato, mi affretto a recuperare e indossare le ballerine nere. Corro in bagno per aggiustarmi i capelli, che lascio sciolti, e mettermi un filo di matita sotto gli occhi. Devo comunque far finta che me ne importi qualcosa della festa.

- Sharon! C'è il tuo accompagnatore! - Esclama entusiasta mia madre dal piano di sotto. Mi sbrigo a prendere il giubbino di pelle e il cellulare, che infilo in una delle tasche, poi scendo giù. Alzo gli occhi al cielo quando la becco a scrutare fuori da dietro le tende. È una cosa nuova per lei vedermi andare di mia "spontanea volontà" a una festa, ma potrebbe evitare di far ciò, dato che mi imbarazza. Immagino se fosse stato il ballo della scuola: sarebbe stato di gran lunga peggio.

Sharon: La Maledizione Dell'AlberoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora