Capitolo 6

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L'estate ormai è iniziata da una settimana e già tutti sono pienamente nello spirito estivo, se così si può dire. Delice è anche andata alla sua prima festa e presto andrà anche alla seconda. Tutto normale alla fine, tranne per gli incubi frequenti. Sembrano davvero reali, ma appena mi sveglio li ricordo a pezzi. Di Jackson non ci sono tracce, letteralmente. Mi chiedo che fine abbia fatto. Vorrei che mi spiegasse cosa sia successo a scuola, cosa fosse quell'essere e che mi dia la conferma di non essere pazza. Ho troppe domande, ma poche risposte. Mia madre, riguardo all'incidente negli spogliatoi, non ha saputo nulla per fortuna. So quanto lei possa essere protettiva nei miei confronti e, se le fosse giunta questa voce, mi avrebbe accompagnato ovunque tenendomi la mano. È anche strano che nessuno l'abbia avvisata, o che non ne abbia sentito parlare. È come se l'intera faccenda fosse stata seppellita.

Il cielo è grigio, nuvoloso, ma non promette pioggia, almeno non ancora. Il calore, però, è sempre presente. Se ci fosse stata mia madre, avrebbe commentato dicendo che tira "aria da terremoto", ma lei esagera in tutto.

Scendo in cucina. I miei passi rimbombano nella casa vuota e il pavimento di legno scricchiola al mio passaggio. Decido di uscire: ne ho abbastanza di stare chiusa in casa e se rimango qui, con questo silenzio, comincio a pensare, e non ho voglia di deprimermi. Esco di casa e inizio a camminare senza una meta precisa. Poi mi ricordo di mia zia Tess: è da molto che non la vedo.

***

Quando busso alla porta mi viene ad aprire una signora non molto anziana. È bassa e magra, con gli occhi grigi come se avesse il ghiaccio al loro posto, e capelli argentati ben pettinati in uno chignon, mantenuto da due matite. Indossa una gonna marrone che arriva fino al ginocchio e una semplice e leggera camicia bianca con dei fiori abbinati. Mi saluta con un sorriso accogliente e un abbraccio caloroso. Non la vedo spesso e le poche volte che vado a trovarla mamma non lo sa. È la sorella della mia nonna paterna e lei e mia madre non vanno molto d'accordo. Quest'ultima non la sopporta, anche se non ho mai capito il perché. Io, invece, le sono molto affezionata. È una donna molto intelligente, sempre informata su tutto e tutti. La sua più grande passione è la storia. La prima cosa che risalta all'occhio quando si entra in casa sua (decisamente rustica, almeno il soggiorno) è un'enorme libreria con centinaia di libri su ogni civiltà esistita: Maya, Romani, Egiziani. C'è veramente di tutto. In minor parte, ci sono libri su poeti e scrittori. Tre scaffali pieni delle opere di Oscar Wilde, il suo autore preferito. I suoi libri li ha letti e riletti e non si stanca mai di leggerli un'altra volta. Sarebbe stata capace di sposarlo, se solo lui non fosse stato omosessuale e vissuto in un'epoca totalmente differente. Inoltre se la cava benissimo anche ai fornelli, soprattutto con i dessert: i suoi sono i migliori dolci che io abbia mai mangiato.

Dopo aver preso biscotti e tè, e averli portati a tavola, ci accomodiamo. La prima cosa che vuole sapere, da brava "gossip girl", è cosa sia successo a scuola.

- Si è solo rotto un tubo. - Le rispondo e addento un biscotto. Non c'è molto da dire, in realtà. Cosa le avrei dovuto riferire? Non ho mai avuto problemi a parlare con lei dei sogni che faccio, ma questo purtroppo non è solo un sogno.

- Io vorrei sapere la tua versione. - Dice dolcemente, ma con sguardo deciso. Annuisco, riconoscendo quella luce nei suoi occhi. Quindi le inizio a raccontare cosa è successo realmente, anche se non dovrei. Non posso neanche mentirle perché, non so come, riesce sempre a capire quando lo faccio. Lei mi ascolta attentamente e, non appena ho finito, annuisce, portando le labbra vicino alla sua tazza dopo averci soffiato sopra, rimuginando sulle mie parole o cercando qualcosa di adatto da dirmi. Infine beve lentamente. Quando le racconto cosa mi capita, lei non ha mai trovato scuse per spiegarmi che non sono vere le cose che sogno o vedo, a differenza di mia madre. Forse perché ha una visione diversa, avendo anche più anni di esperienza rispetto a lei. Inoltre è anche appassionata dei messaggi che i sogni a volte celano. Non c'è bisogno che dica perché s'interessi tanto ai miei: chiunque li considererebbe troppo singolari, quasi al di fuori del normale. - Tesoro... io ti ho sempre creduto, lo sai... - Prende una pausa per pulirsi le labbra con un tovagliolino di carta. - ... ma con la paura e la botta in testa questa volta magari hai visto cose non vere. - Alzo di poco le sopracciglia e sgrano gli occhi, spiazzata dalle sue parole, poi abbasso lo sguardo sul tè e lo giro con il cucchiaino, non riuscendo a guardarla negli occhi. Non ce la faccio a capacitarmi del fatto che non mi creda. Oppure non l'ha mai fatto, ma fingeva solamente. Così si fa con i pazzi, no?

Sharon: La Maledizione Dell'AlberoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora