Capitolo 12

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- Mi fa male la mano. - Mi lamento, stanca.

- Non mollare. - M'implora Jackson con il respiro irregolare, preoccupato di quello che succederà dopo. La mia mano, però, inizia a tremare, scossa da un lieve dolore che arriva fin sopra il bicipite. Quando lui si accorge che sto per cedere, mi lancia uno sguardo pieno di terrore e allo stesso tempo di supplica per resistere ancora un po', ma io già ho messo giù la mano, sospirando di sollievo per non doverla sforzare più. Lui rimane disteso a terra, non riuscendo a muoversi in tempo, e strizza gli occhi mentre si becca quella massa di acqua fredda che stavo cercando di trattenere sopra di lui. Lo seguo a terra anch'io, distrutta. Ieri sera, quando mi ha chiesto di vederci per allenarci oggi pomeriggio, mi ha lasciato stupita: non credevo che avrebbe voluto iniziare così presto; adesso, sono due ore che mi sta allenando senza sosta ed è riuscito a farmi controllare l'acqua, sebbene per un misero minuto. Sua madre, Lizzie, mi ha aiutato con il fuoco. Almeno adesso lo riesco a dominare, specialmente quello causato dalla rabbia, anche se in modo imperfetto. I mezzi che hanno adoperato per raggiungere questo traguardo non sono stati i miei preferiti, però. Almeno, Harry si è divertito a lanciarmi qualsiasi cosa si trovasse davanti ai suoi occhi, senza preoccuparsi di fingere di colpirmi, e a insultarmi. Ringrazio Lizzie che l'ha fermato, anche se dopo una buona mezz'oretta. Comunque, è un'ottima insegnante.

Mrs. Mitchell è una donna davvero incantevole e inizialmente sono rimasta meravigliata del fatto che anche lei fosse un Elementale: deve essere un sollievo avere la madre come se stessi, almeno Jackson non deve tenerglielo nascosto. Come me, è legata al fuoco. È molto in gamba e forte per essersi trasferita da sola con Jackson in America. Ronald, suo marito, è rimasto in Inghilterra, ma non ha accennato a un perché. Ha un corpo stupendo: è slanciata e i suoi occhi sono neri quasi quanto l'oscurità, da riuscire ad attrarre in modo singolare, così tenebrosi da aspettarsi qualcosa che non mostreranno. I suoi lineamenti sono dolci ma decisi, le labbra di un rosso acceso e quello inferiore leggermente più grande di quello superiore. Nei suoi gesti si riscontrano le stesse movenze di Jackson, soprattutto nel modo di sorridere e di socchiudere gli occhi quando squadra qualcuno attentamente. I suoi capelli sono di un castano così dorato da diventare ancora più chiari sotto i raggi del Sole. È un peccato che le arrivino poco sopra le spalle: i capelli lunghi le donerebbero molto.

Rimango distesa sull'erba e chiudo gli occhi per rilassarmi. Mi manca il fiato. Dal naso non mi cola più sangue, fortunatamente. Jackson mi ha spiegato che il controllo che abbiamo sugli elementi richiede uno sforzo enorme, sebbene pensassi il contrario. Se usato nel modo sbagliato, alcuni capillari si potrebbero rompere a causa della pressione che ci mettiamo per controllare i poteri e potremmo danneggiare noi stessi, anche in modo grave. Non è assolutamente facile avere il controllo su di loro. Inizialmente, pensavo che bastasse muovere le mani in una direzione a mia scelta e che l'acqua si sarebbe mossa, ma niente. È davvero faticoso e la concentrazione è un punto importante, e allo stesso tempo il più difficile, da mantenere. Jackson me l'aveva già mostrato, non direttamente, ma non ci ho prestato davvero tanta attenzione: la prima volta che entrò in classe e frantumò quei gessi, infatti, aveva lo sguardo perso nel nulla. Anche se ancora non so come abbia fatto, ma è l'unico ad avere un po' più di esperienza in questo campo. Se non è stato lui, chi altri è stato? Mi domando se avrò anch'io un aspetto sinistro, quasi inquietante, quando mi dovrò concentrare sul serio. Comunque, è difficile spiegare come controllarli. Jackson continua a ripetere le stesse cose: che devo focalizzare bene il movimento da compiere, che devo avere resistenza... come se fosse semplice. Certo, per lui lo è: praticamente, è una vita che si esercita. La cosa più brutta che manca dopo gli "allenamenti" è il fiato. Va costantemente trattenuto in certi momenti per far fluire tutta l'energia che si ha sulla punta delle dita finché queste non vengono solleticate da un formicolio. O almeno è quello che afferma Jackson.

Sharon: La Maledizione Dell'AlberoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora