32. L'ho fatto per te!

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Kevin guardò Shirley, leggermente confuso. Avrebbe voluto fare una battuta, per smorzare la tensione che si era creata in quell'aula. Purtroppo non gli venne in mente niente di vagamente divertente, in piú non gli sembrava affatto il momento.

Lo Stregatto continuava, a sua volta, a guardare Shirley, insicuro e senza mai far scontrare i loro occhi.

Ciell guardò prima Shirley e poi lo Stregatto. Capí che doveva lasciarli parlare. Da soli.

Prese Kevin per il colletto e lo trascinò fuori dalla porta, non prima di aver fatto un cenno ad Harry, Ross e il Cappellaio (il quale sembrava in trance).

Una volta che i due rimasero soli, Shirley si irrigidí ancora di più.

Lo Stregatto decise di parlare, incerto: «Allora, Shirley... È passato un po' di tempo dall'ultima volta che ci siamo visti.» come finí di pronunciare quelle parole, si rese conto che non avrebbe potuto usare espressione piú sbagliata, per esprimersi.

Shirley alzò il mento e lo guardò dall'alto in basso. «Questo vale per te, forse. Io non ricordo di averti mai visto in vita mia.» sputó acida.

Lo Stregatto non aveva idea di cosa dire. Voleva a tutti i costi smorzare quell'atmosfera, pur non sapendo come.

Alla fine sospiró, la coda si agitava impercettibilmente.

«So cosa pensi: io non ti ho abbandonata Shirley, ti ho salvata. Non ho fatto niente di sbagliato, se non il mio meglio.»

Shirley alzò un sopracciglio, inizialmente confusa. Poí afferrò le parole della Stregatto.

«Cosa? No! Non ce l'ho con te per avermi abbandonata! Davvero non riesci a capire cosa hai fatto di sbagliato?» le sue pupille si dilatarono, senza staccarsi da quelle di suo padre.

Si perchè quell'uomo, quello che aveva sempre desiderato di conoscere, anche solo di incontrare per sbaglio, era lì davanti a lei. Era suo padre. Ma non era entusiasta come si era immaginata nei suoi sogni. Non erano quelle le circostanze in cui aveva pensato che avrebbe conosciuto suo padre.

Non era neanche sicura del fatto che sarebbe mai riuscita a definirlo tale.

E, mentre quelle di Shirley, si dilatavano, quelle dello Stregatto stavano diventando due fessure.

Shirley notò che non aveva intenzione di rispondere alle sua domanda, quindi proseguí.

«Hai ucciso una ragazza! Ma non te ne rendi conto? La figlia della Regina Bianca è morta a causa tua.»

Lo Stregatto rispose: «Ma se non avessi agito in questo modo saresti morta tu! Ho solo cercato di salvarti, Shirley.»

«Non sapevi se sarei morta o no! Ma hai deciso comunque di rischiare, mettendo in gioco la vita di una ragazza che non ha fatto in tempo neanche a nascere!» gridò Shirley, gesticolando come una pazza.

«Era ovvio che saresti morta! E se non fosse stato cosí, sarebbe successo anche di peggio! Alice progettava di radere al suolo tutto! Io non sapevo quando saresti apparsa. Se avessi avuto una discendenza proprio nel momento in cui tutta Sottomondo andava a fuoco, non saresti mai sopravvissuta. Solo qualche anno dopo Alice aveva giá cominciato a rapire i discendenti! Il Cappellaio ha dovuto fare i salti mortali per poter proteggere suo figlio. Il Bianconiglio è stato ucciso, suo figlio gravemente ferito e rapito! Mark è stato rivisto solo tre anni dopo! Tre anni! Ti rendi conto? Perchè non capisci che tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per te?!»

«Oh e tu com'è che ci sei arrivato qui? Sei sparito! Hai fatto perdere ogni traccia di te! Non mi parlare di eroismo nei miei confronti, quando sei scappato come un vigliacco da ciò che ti spaventava! E quando poi hai trovato un posto sicuro, non hai neanche pensato di comunicarlo agli altri. Hai lasciato il Cappellaio Matto al suo destino! Quando lui ti aspettava, convinto che saresti tornato.» fece una pausa per riprendere fiato «Conosco un ragazzo con la faccia a schiaffi. Sará sapientone, antipatico e tutto il resto. Ma, diamine, è tornato indietro per portare in salvo il suo amico, come gli aveva promesso. Tu hai semplicemente deciso di scomparire! Questo si chiama pensare unicamente a se stessi.»

Ora si stavano letteralmente gridando contro. Stavano esternando tutti i loro sentimenti e pensieri. Shirley si sentiva quasi meglio, mentre gesticolava furiosamente sputando acido addosso allo Stregatto.

Dopo un po' lo Stregatto perse le speranze di farla ragionare e: «Io ti ho salvata! Diavolo! Dovresti essere felice di questo! Dovresti essemene riconoscente!»

Shirley lo guardò, senza parole «Cosa vorresti dire? Mi hai salvata solo per poi essere amato da me? Avere qualcuno completamente devoto a te, solo per esserti riconoscente?» si bloccò, aprí la bocca. Non uscí alcuno suono, quindi la richiuse.

«No, Shirley...»

Shirley scosse la testa «Sai che ti dico? Non ne voglio sapere piú. Fai finta che io non sia mai venuta in questa scuola. Fai finta di non avermi incontrata. Da adesso in poi, voglio che mi ignori.»

«Shirley, io-»

«In questo momento, se davvero vuoi farmi felice. Se desideri veramente la mia felicità, per favore fai come ho detto.» la voce le si incrinò sulle ultime parole.

Lo Stregatto sembrava indeciso.

«Ti prego.» lo implorò.

Lo Stregatto annuí, in fine, sconfitto.

Cosí Shirley girò i tacchi, aprí la porta e lasció la stanza.

Fuori la aspettavano gli altri cinque, con un'espressione preoccupata stampata in volto.

«Okay, possiamo proseguire il giro turistico.» forzò un sorriso.

Ross la guardò «Sicura che vada tutto bene?»

Shirley quasi la fulminò con lo sguardo «Sicurissima.» sibilò, tra i denti.

Ross continuò a guardarla preoccupata, ma non le chiese nient'altro.

«Vi dispiace se io rimango qui, a parlare con lo Stregatto?» chiese il Cappellaio «Sapete, è un po' che non ci si vede. È comunque mio amico.» continuò pacatamente.

«Certo, fai pure.» gli rispose Kevin, rassicurandolo «Ad ogni modo, a te il prossimo piano non interessa. Rimani pure tutto il tempo che desideri. Ti è stata anche assegnata una stanza, quando esci di lí torna al piano terra e chiedi in segreteria.»

Il Cappellaio Matto regalò a tutti un sorriso ed entrò nella stanza.

Cosí i quattro discendenti si avviarono al piano superiore.

Nel tragitto Harry vide che Shirley non sembrava essere affatto rilassata. Cosí le si avvicinò e fece incrociare le loro dita, facendo in modo che gli altri tre non si accorgessero di nulla.

Shirley lo ringraziò mentalmente.

Academy of Stories - La figlia dello Stregatto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora