6. Capelli bicolori e orecchie

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Velocemente liquidò la domanda dell'amica nascondendo la ciocca tra la massa di capelli e scappando in bagno.
Appena entrata si fermò davanti al lavandino e si guardò allo specchio.
Qualche ciocca in qua e lá iniziò a colorarsi di viola e un intrigante blu notte. Come impazzita, spalancò gli occhi e cominciò ad afferrarsi ciocche a caso, facendosele scorrere tra le dita e rilasciandole. Poi si soffermò su una, osservò come la ciocca piano piano si colorava, come il colore avanzava partendo dall'attaccatura della cute e fermandosiuna volta raggiunte le punte dei capelli. In meno di cinque minuti aveva i capelli a strisce bicolori.
Controllò allarmata l'orologio da polso. Mancava ancora un po' prima dell'inizio delle lezioni. Molto meglio.
Velocemente fece passare i ciuffi da davanti al viso dietro le orecchie e si tirò sopra la testa il cappuccio della felpa, facendo in modo che gli arrivasse a coprire gli occhi e facendo attenzione che nessun ciuffo della chioma riccia si intravedesse. Poi con passo svelto e a testa bassa si diresse in classe.
Una volta arrivata si guardò in giro e, trovando solo due ragazzi intenti a chiacchierare seduti in prima fila, con una mano si abbassò ancora di più il cappuccio sugli occhi, per timore di essere riconosciuta e si diresse ad un banco in ultima fila, dalla parte del muro.
I minuti passarono e l'aula cominciò a popolarsi di ragazzi. Caitlyn, che era rimasta tutto il tempo con lo sguardo basso, rivolto verso il bianco color crema, alzò gli occhi solo per vedere la professoressa entrare, posizionarsi dietro la scrivania e cominciare la sua lezione di scienze.
L'ora procedeva tranquilla. Caitlyn si nascondeva dietro la prima testa che le capitava a tiro, cercando di non farsi notare, e la professoressa non la degnava di uno sguardo.
Così fú, almeno fino a che il proprietario della nuca, che da ormai dieci minuti stava fissando e dietro della quale si stava nascondendo, si alzò e chiese il permesso di andare in bagno. La professoressa rimase qualche secondo a guardarlo, bruscamente interrotta, poi acconsentí e lo seguí con lo sguardo finchè non fú fuori. Poi riportò lo sguardo sulla sedia su cui era seduto ed è li che la vide.
Un cipiglio si formò sul suo viso e, con una mano, si sistemò meglio gli occhiali sul naso. Alzò il mento, guardandola scettica.
«Signorina Wing, è a conoscenza delle regole di quest'istituto?»
Caitlyn, capendo di essere stata colta in fallo, decise di far finta di niente.
«Certo, professoressa.»
«Allora non le dispiacerá ripeterle alla classe...»
«Certo che no, professoressa» iniziò, balbettando «ma non saprei da dove cominciare»
«Le risulta niente contro cappelli e cappucci, vietati durante le lezioni?»
Aprí ripetutamente bocca, per poi non farne uscire alcun suono e richiuderla. Dopo qualche secondo, esasperata, la donna parlò.
«Le dispiacerebbe togliersi il cappuccio della felpa dalla testa?»
«Ma prof...»
«Signorina Wing, venga qui di fronte alla classe e se lo tolga» ribattè dura.
Caitlyn, non vedendo vie di fuga, si alzó dalla sedia e si diresse verso la cattedra. Più tradi avrebbe ringraziato la docente per averle fatto crollare quel briciolo di popolaritá e dignitá che si era creata con tanta fatica. Era sicura che si sarebbero messi tutti a ridere, una volta scoperta la sua folta massa di capelli colorati.
Infilò due mani sotto il cappuccio e le fece scorrere lentamente sui capelli, rimasti coperti. Sussultò quando avvertí con una mano un qualcosa che, con i capelli, non aveva niente a che fare. Avvertí una sensazione di solletico invadergli la testa fino ad arrivare alla nuca. Con entrambi le mani tastò due punti sotto al cappuccio.
Ai lati della testa aveva qualcosa che edentificó non essere cuoio capelluto. Sembrava uno strato di pelle di forma triangolare, sottile e solcata al centro. Una lampadina gli si accese nel cervello. Erano orecchie. Orecchie da gatto.

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