24. Perderai

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«Okay, adesso prova ad allontanarti di qualche passo. Ecco così.»

Ross fece qualche passo indietro, sempre continuando ad impugnare l'arco. Poi prese nuovamente la mira e, come un disco che si ripete, fece centro.

Shirley sbuffò «Mi spieghi quando hai imparato a tirare così bene? Io non ci riesco neanche da vicino. Ora prova sempre più lontano.»

Ross obbedì, continuando a centrare il bersaglio.

Dopo l'episodio della profezia si era svegliata, più incavolata del solito. Aveva promesso che avrebbe fatto a pezzi Alice - vi risparmio la descrizione dettagliata di tutti i modi in cui avrebbe voluto farla fuori.

Ora stava anche meglio di prima. Certo quella cicatrice al lato del labbro leggermente bluastra la rendeva abbastanza spaventosa, ma Shirley sapeva che, una volta sconfitta La Bionda sarebbe tornata quella di prima.

E adesso la stavano 'addestrando' a tirare con l'arco, in modo che potesse essere utile contro Alice. E, a proposito di lei: avevano spedito la lettera - non c'è bisogno di elencarvi cosa vi è scritto.

Ritornando a Ross, beh, più che allenarsi, dava lezioni di tiro con l'arco. Pareva che lo facesse da una vita. Era veloce, aveva una mira eccellente e, in più, si era scoperta molto agile. Ross era sistemata.

Quanto a preparazioni per la battaglia, il Cappellaio giá sapeva come si manovrava una spada, dall'ultima volta con la Regina di Cuori.

Harry aveva ereditato questa capacitá.

Mentre Shirley, beh, Shirley aveva gli artigli, si poteva smaterializzare e, se proprio ce ne fosse stato bisogno, aveva anche un paio di canini molto affilati.

Ma in quattro non potevano certo battere Alice.

Girando per Sottomondo, andando a reclutare gente a caso, al loro gruppo si erano uniti una ventina di creature fantastiche, ma non avevano avuto l'appoggio di nessun discendente: erano andati a far visita a Mark, figlio del Bianconiglio, ma non era andata bene.

Shirley stava attraversando con tutta calma la piccola stradina, ricoperta di foglie e rami secchi. Dopo qualche minuto passato a spostare enormi fusti di piante, davanti a lei si aprí uno spiazzo. Un enorme fungo viola costellato di puntini gialli troneggiava al centro dell'enorme prato. E, in cima, impegnato a contare i pallini, seduto con le gambe accavallate, si trovava il discendente che stava cercando.

«Hey!» gridò.

Mark la sentí e si voltò verso di lei, guardandola dall'alto in basso.

«Hey!» rispose quello agitando una mano nella sua direzione «E tu chi sei? Non ti ho mai vista.»

«Mi chiamo Shirley, posso salire?»

«Fa pure.»

La ragazza si arrampicò senza sforzo e servendosi degli artigli, sull'enorme fungo. Quando arrivò in cima si sedette accanto al figlio del Bianconiglio: un ragazzo bassino, occhi neri, vestito di arancione e giallo, capelli corvini ed un paio di gigantesche orecchie bianche sulla testa. Queste si piegavano, stendevano e agitavano quasi a ritmo. Il fatto che lui stesse fermo e buono mentre le sue orecchie strepitavano, la fece ridere: sembrava un innoqua bomba ad orologeria, costretta a non scoppiare.

Dato che il moro non sembrava intenzionato a intraprendere una conversazione, prese l'iniziativa: «Hai sentito della battaglia contro Alice?»

Quello, senza smettere di contare, alzò un sopracciglio confuso «Battaglia?»

«Si, si terrá alla scacchiera. Saremo noi, come popolo di Sottomondo, contro le armate della regina.»

«E a chi sarebbe venuta questa idea?»

Academy of Stories - La figlia dello Stregatto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora