34. Crollo

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Harry uscí dalla stanza e sorrise a Shirley. Ovviamente era finito nei buoni.

Kevin spinse dentro Ross, che sembrava essere eccessivamente agitata.

Shirley non era poi così sicura che per lei sarebbe filato tutto liscio. Aveva ucciso Tremotino senza pensarci due volte. E Tremotino era innocente. Non aveva donato i suoi poteri ad Alice di sua spontanea volontà. Non aveva combattuto dalla parte della Bionda. Non era un cattivo. Eppure l'aveva eliminato.

Passò qualche minuto, poi Ross uscí. Non le sorrise. Non era finita nei Buoni.

Shirley le si avvicinò e l'abbracciò.

La sua amica si sentiva in colpa, e non importava se avesse, effettivamente, torto. Shirley l'avrebbe rassicurata. Era sicura che non lo avesse fatto consciamente.

Steven uscí dalla stanza. Tutti lo guardarono. Come si aspettavano, li ignorò. Fece però una cosa insolita: prese Kevin per un braccio e lo portò lontano dal gruppo. Gli bisbigliò qualcosa che Shirley non comprese e poi lo riportò al suo posto, dirigendosi poi verso le scale e scomparendo.

Kevin guardò Ross: «Hai l'Oracolo dentro di te?»

Ross annuí.

Ciell storse le labbra.

«È una cosa brutta?» chiese la ragazza, preoccupata.

«Non saprei come definirla.» le rispose Kevin «Un Oracolo può essere molto utile. Ma non sempre fa piacere conoscere il futuro.» 

Kevin le sorrise, un po' dispiaciuto, poi si rivolse a tutti.
«Bene, andate nelle vostre stanze. Ross e Shirley, voi due siete in stanza insieme. Ross vorrei che tu rimanessi ancora un po' a parlare con me. Harry è l'unico ad avere una stanza singola.»

«Non sai quanto ti invidio.» si lamentò Ciell.

«Tenete le chiavi.» Kevin gli porse le chiavi delle loro stanze. «La vostra roba è giá tutta sistemata.»

Shirley alzò un sopracciglio, sospettosa, ma non fece domande.

Si diresse, piuttosto, verso la sua stanza.

Arrivò davanti ad una porta blu con inciso in alto il numero trentatré, inserì la chiave, la girò ed aprí la porta.

Davanti a lei si aprì una comunissima stanza di collegio.

Pensò che sarebbe rimasta monotona ancira per poco.

Notò sul letto una valigia, si avvicinò e l'aprì.

La valigia non era molto grande, era di una misura media, ma aprendola riuscì a capire che dentro, come aveva detto Kevin, c'erano tutte le sue cose. Ma proprio tutte.

Tirò fuori i suoi vestiti e li sistemò nell'armadio a destra della stanza, a fianco del suo letto.
Dalla parte opposta c'era la roba di Ross.

Trovò all'interno della sua valigia tutti i suoi libri, i suoi poster, i suoi CD e DVD, il suo computer e le sue cuffiette. Cercò davvero in ogni angolo il suo cellulare, ma dopo un po' si rassegnò. Doveva essersi rotto quando era caduta nel buco dietro casa sua.

Casa sua.

Gli venne in mente sua madre e suo padre: chissà come erano in pensiero per lei. Da quanto tempo era sparita? Una settimana? Due?

Sarebbe mai tornata?

Avrebbe davvero lasciato indietro i suoi genitori e la sua vita?

Ma, più che restare, la preoccupava tornare. Era possibile che non sarebbe mai più tornata una ragazza normale, cosa succederebbe se si mostrasse alla sua famiglia e ai suoi compagni conciata così?

Se solo avesse avuto il cellulare li avrebbe contattati, dicendogli che stava bene, di non preoccuparsi.

Spalancò gli occhi. Il computer. Avrebbe potuto mandare una mail.

Lo afferrò e lo aprì. Cercò di accenderlo ma invano. Pensò che fosse scarico.

Si gettò sulla valigia in cerca del caricabatterie, lo trovò e lo sollevò. Notò un luccichio e portò la sua attenzione su quest'ultimo.

Posò il caricabatterie sul letto e allungò un braccio verso l'angolo più remoto della valigia: una lampada.

La prese tra le mani. Era una lampada lucida d'argento, se la rigirò tra le mani e vi trovò un post-it attaccato.

"Harry ha pensato che ti avrebbe fatto piacere avere almeno un ricordo della tua amica, dice di averla trovata per terra sul campo di battaglia così l'ha raccolta e mi ha detto di metterla tra le tue cose. Non so di cosa stia parlando ma non faccio domande.
Buona permanenza all'Academy Of Stories! :3

-Kevin"

Staccò il bigliettino e lesse il nome "Kendra" inciso in blu sull'argento.

Non ci volle molto prima che le tornasse in mente il volto sorridente di Kendra, seguito da quello rigato di lacrime che le aveva visto un momento prima che scomparisse per sempre.

Senza rendersene conto, stava già piangendo. Si accovacciò per terra, appoggiata al letto, con le gambe tra le braccia e la testa sulle ginocchia. Singhiozzò stringendo tra le mani la lampada e stritolando quel pezzettino di carta.

Finché, qualche ora dopo, entrò Ross che, vedendola dormiente sul pavimento, cercò di sollevarla come meglio poteva e la posò sul letto.


È PASSATA UNA VITA MA SONO TORNATA SBAM

Qunato tempo è che non aggiorno? Sei mesi? Sette?

Quanti lettori e lettrici avrò perso nel contempo? Un migliaglio? Due?

Quanto mi odiate da uno a 100? 101? 102?

Sono davvero dispiaciuta ma ho quindici anni e ho iniziato il primo anno di liceo scientifico quest'anno e ho avuto non poco da fare.

Questo sommato alla mia diligenza spropositata nel portare avanti ciò che inizio = mi sono presa una pausa che sembrava non finire.

Oggi mi era venuta in mente questa storia, ho pensato a tutti i progetti che avevo in serbo, a tutte le parti che non vedevo l'ora di scrivere e di raccontarvi. Mi sono sentita male per voi e per me stessa, quindi ho deciso che dovevo smettere di oziare, lol.

Spero non vi dispiaccia il capitolo, non volevo proprio scriverlo questo qui, odio parlare di emozioni e non sono brava a esprimere la tristezza quindi meh.

Cercherò, d'ora in poi, di aggiornare più spesso ma non vi prometto niente.

Da qui la cosa si fa abbastanza interessante, oltretutto siamo anche quasi alla fine de La Figlia dello Stregatto, ma questo non vuol dire che sarà la fine di Academy Of Stories.

Vi saluto e scusate ancora per il ritardo immenso.

p.s. mi fa veramente tanta fatica rileggere questo capitolo quindi se trovate qualche errore o qualche parte che non torna fatemelo sapere.

Academy of Stories - La figlia dello Stregatto Место, где живут истории. Откройте их для себя