26. Rischiare la propria vita per Alice

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Le cose presero subito la piega sbagliata.

Oltre all'inferioritá numerica e al fatto di non poter riconoscere Alice in mezzo a tutta quella confusione, era subito sorto un ulteriore problema, a cui Shirley - stupidamente - inizialmemte non aveva pensato: anche i loro alleati, come le Carte, si disintegravano facilmente. Con un unica differenza: non si rialzavano come invece facevano i loro nemici. Non importava se ne facevi fuori decine, quelli tornavano a combattere neanche cinque minuti dopo.

Shirley aveva perso di vista praticamente tutta la sua squadra. Era solo consapevole che Ross continuava a lanciare frecce a coloro che cercavano di attaccare alle spalle i suoi compagni. Non vedeva ne Harry, ne il Cappellaio.

Continuò a farsi strada, gli artigli 'sfoderati', uccidendo tutto ciò che si poneva davanti al suo cammino.
Arrivò davanti all'ennesima Carta e le caricò adosso, con gli artigli in bella vista. Prima che potesse raggiungerla, un'altro nemico scontrò la sua spada con i suoi artigli creando una scintilla.

Shirley si allontanò e l'avversario tentò un affondo, lei lo schivò facilmente, saltando all'indietro. Superó la lama, approfittando del momento in cui aveva perso l'equilibrio, e cercò di colpirlo al fianco. A quanto pare, aveva sottovalutato il suo avversario, il quale, senza perdere un secondo, si era lanciato in avanti con un salto - anche lui approfittando del fatto che fosse giá sbilanciato - per poi fare una capriola e atterrare in piedi, rivolto di spalle.

Shirley era troppo sconvolta per attaccarlo alle spalle: nessuna Carta combatteva così.

L'altro ebbe il tempo di girarsi e tentare un attacco a sorpresa, seppur senza troppa convinzione. Shirley si riprese appena in tempo e lo schivò. Poi contratraccò.

Andarono avanti per un po', la Carta non sembrava intenzionata a farle veramente del male e se Shirley prima aveva pensato che sotto all'armatura si celasse Xander, adesso non ne era più così sicura.

Ad un certo punto, stufa, lo superò e tentò nuovamente di attaccare il suo precedente bersaglio. Questo - apparentemente - sembrava a malapena in grado di tenere in mano una spada. Purtroppo Shirley si sbagliava. La Carta si difese e contrattaccò. Non era molto esperta, era come se avesse combattuto con un solo guerriero, fino ad allora - solo che questo avversario doveva essere difficile da vincere, perchè attaccava molto velocemente, maneggiando fin troppo ampiaamente la spada, ma non eccelleva nella difesa.

In ogni caso, dopo i primi dieci secondi di shock, la Carta di prima si riprese e tornò a combattere contro di lei. Shirley fù obbligata a portare tutta la sua attenzione su questa.

Sembrava che volesse sviare la sua attenzione dall'altra. La stava proteggendo; constatò Shirley. Non le ci volle molto per fare due più due e comprendere che quella dietro il suo avversario fosse Alice.

Il problema era: chi è il suo difensore?

Poteva sempre trattarsi di Xander, ma dubitava che se loro due si fossero incontrati in battaglia, lui si sarebbe risparmiato. A meno che Alice non avesse ordinato di lasciarla in vita per poterla torturare in seguito. Cosa molto probabile, tra l'altro.

Ignorò quella spece di difensore e attaccò nuovamente Alice, disarmandola. Poi, senza darle tempo di realizzare, le perforò un fianco con la spada.

Stava per esultare, quando si rese conto che non era Alice che aveva ferito, ma la sua Carta: l'unica che sembrava difenderla.

Rimase seriamente colpita. Chi rischia la propria vita per una come Alice? Per un orrendo secondo pensò a Margaret. Ma era impossibile che la sorella fosse a conoscenza del buco nel terreno.

Non ebbe il tempo di riflettere. Notò che lo scontro si era fermato, tutti guardavano verso l'alto. Alzò lo sguardo e vide quello che inizialmente le sembró un portale magico. Circa sette secondi dopo, constatò che era proprio un portale magico.

Le Carte e i suoi pochi Alleati rimasti si divisero, lasciando uno spazio tra di loro, proprio sotto il portale. La Carta ferita non si era ancora dissolsa, e si trascinò a fatica verso i suoi compagni.

Shirley strabuzzò gli occhi, quando dal portale uscì Dilan. Si guardò attorno, incontrò gli occhi della ragazza, ma passò oltre.

Alice sembrava furiosa.

Shirley non ci stava capendo niente.

Harry era in allerta, ma anche lui sembrava confuso, così come il Cappellaio. Ross era ancora nascosta da qualche parte.

Poi Dilan parlò: «Beh?»

Ciao anche a te; pensò Shirley.

«Ho interrotto qualcosa?» sembrava divertito dalla situazione.

Alice si tolse l'elmo, coscente, ormai, di essere stata scoperta. «Chi sei tu per interrompere la mia vittoria?»

«Prego?» si intromise Shirley.

La ignorarono.

«Cosa vuoi?» chiese Alice, rivolta a Dilan.

«Solo vedere qualche progresso.»

«Progresso di cosa?» Alice sembrava sufficentemente infastidita.

«Lei dov'è?» rispose Dilan. Poi diede un occhiata alla parte dove erano schierati Shirley e Harry.

«Senti, raggazzino, inizi ad irritarmi quindi-»

«Non è tra i buoni.» la interruppe Dilan, senza prestarle ascolto. «Quindi, dovrebbe essere dalla parte della bionda qui.»

«Ehy ma- porta rispetto ragaz-»

«Sembrerebbe trovarsi dalla parte sbagliata, eh? Qualcosa e andato storto.» ridacchió.

«Ascoltami, tu-»

«Chi l'avrebbe detto che-»

«Adesso zitto e ascoltami!» gridò Alice, stufa.

Dilan sembrò accorgersi finalmente dei suoi richiami.

«Adesso mi dici chi o cosa stai cercando, e me lo dici adesso.»

Dilan la guardò serio «Cerco Kendra, figlia del Genio della Lampada.» studiò la reazione di Alice, la quale strabuzzò gli occhi «E qualcosa mi dice che tu la conosci già.»

CE L'HO FATTA GENTE, NON CI POSSO CREDERE.
Oddei mi sento così realizzata.

HO AGGIORNATO finalmente.

Eee, niente. Da adesso mi farò sentire piu spesso. Promesso.

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