5. Un tornado di domande

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  Sentí i passi pesanti e veloci di sua madre che saliva le scale. Velocemente si guardai intorno in cerca di qualcosa, qualsiasi cosa potesse salvarla da quella situazione. Non trovando niente, fece la prima cosa che le venne in mente. Aprí il rubinetto dell'acqua, prese lo shampoo, lo appoggiò sul lavandino e buttò la testa in avanti, infilando i capelli sotto il getto. Un attimo dopo Thea fece irruzione nel bagno.
«Che cosa diamine stai facendo?!» chiese urlando istericamente.
«Mi lavo i capelli» cercò di parlare a testa in giù e sopra il rumore dell'acqua che si infrangeva contro la porcellana del lavandino.
«Ma non li avevi perfettamente puliti, ieri?»
«Non gli fa mica male. Ora,ti dispiacerebbe uscire?»
Esitò qualche secondo, ma alla fine si decise a lasciare la stanza.
Tolse i capelli dall'acqua e questi mi frustarono la schiena,bagnandomela.
Non ebbe neanche il tempo di prendere il phon che si arricciarono tutti in una massa confusa di biondo. Erano anche sorprendentemente asciutti. Decise di arrendermi e lasciare stare le troppe riflessioni sulle stranezze di quella mattina. Si cambiò, si mise un paio di Convers e uscí dal bagno. Prese lo zaino, salutò sua madre con un bacio sulla guancia e si avviò verso scuola, che distava a circa cinquanta metri da dove abitava.
Arrivata davanti al cancello lo sorpassò e si addentrò nell'ingresso principale. Un tornado rosa la travolse e dopo pochi secondi aveva una Kendra tutta preoccupata attaccata al braccio.
«Si può sapere cosa ti è successo ieri sera?! Che fine avevi fatto?!» sbraitò ad un palmo dal viso di Caitlyn, sovrastandola in altezza, essendosi alzata sulle punte.
«Rilassati Kendra! Mi era solo venuta un po' di nausea improvvisa, tutto qui.. Sto bene adesso» Caitlyn mentì. Mentì spudoratamente. Non le piaceva non raccontare la veritá alla sua migliore amica.. Ma quale altra scelta aveva? Eih,no è che nel regalo sconosciuto c'era un coniglio che solo io potevo vedere. Mi sono rinchiusa in bagno ed è apparsa una farfalla blu che ha cominciato a blaterare sentenze sul fatto che io sia cresciuta, cambiata, che Caitlyn non era il mio vero nome, di seguire il coniglio bianco che mi avrebbe condotto all'entrata di un altro mondo di cui nessuno sa l'esistenza. Poi hanno iniziato a succedere cose strane, ma niente di importante..
No. Assolutamente non poteva.
«Tu non hai idea di quanto ero preoccupata! Ho pensato subito ad un possibile attacco e mi sono agitata!»
Perchè, ebbene, sì. Caitlyn soffriva di attacchi di panico dalla nascita, e certe volte non erano esattamente leggeri.
«No niente di preoccupante, puoi calmarti» la rassicurò lei.
L'amica tornò con i taloni per terra e cominciarono a camminare per i corridoi in cerca della loro aula di lezione.
Caitlyn iniziò a pensare a ciò che gli era capitato quella mattina e arrivò alla conclusione che, si, forse non se l'era immaginato quel bruco, ed avrebbe dovuto anche fare quello che gli era stato detto. Ancora non ne capiva il motivo ma.. Una cosa alla volta. Prima avrebbe fatto come chiesto, poi sarebbe stato lui a chiedere spiegazioni. Iniziò a chiedersi cosa altro le sarebbe capitato prima che il coniglio bianco, o meglio: biancoconiglio; lo guidasse fino all'entrata di Sottomondo..
I suoi pensieri vennero inerrotti dalla voce di Kendra che osservando l'amica attentamente chiese:«Cosa hai fatto ai capelli?»
Caitlyn pensò ad una scusa credibile per poi uscirsene semplicemente con:«Nuova acconciatura» ma uscí fuori più come una domanda che come un'affermazione. Fortunatamente, l'amica parve crederci. Poi Kendra le afferrò una ciocca di capelli e con espressione sorpresa «Hai fatto le mesh [perdonatemi,non so come si scrive] viola ai capelli?»
Caitlyn guardò verso l'amica, non capendo a cosa si stesse riferendo, poi vide la sua ciocca di capelli, ormai non più bionda, colorata di un viola cupo, le si bloccò il respiro in gola.  

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