11. Alba color smeraldo

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Rimase un momento spiazzata.

«N-no, ci deve essere un errore io non-»

«Non c'è nessun errore, Caitlyn,» la interruppe il cappellaio « le orecchie, la coda, gli occhi, il colore dei capelli, lo direbbe chiunque ti vedesse qui a Sottomondo» terminò, ovvio.

Scosse la testa. «Sono sicura non sia così, ho vissuto sedici anni normalissimi, senza stranezze. Non posso essere la figlia di un gatto che sorride! La mia vita è normale. I miei migliori amici si chiamano Kendra e Dilan, i miei genitori Thea e Erik. Sono stata-»

«Adottata» la interruppero in coro.

Si prese un attimo per riflettere. Non conosceva i suoi genitori biologici. A pensarci bene, tutto combaciava.

«Come posso essere la ragazza di cui parlate?» chiese con voce flebile, arrendendosi.

Il cappellaio sorrise, un sorriso malinconico. «Mi ricordi tanto una persona»

«Chi?»

Scosse la testa, alzando solo allora lo sguardo su di me. «Non importa»

«Come è possibile che io sia la figlia dello Stregatto, insomma, non sono un-
»

«Gatto?»la precedette Harry.
Annuì.

«Una maledizione, Caitlyn, è molto semplice» rispose il tasso.

«Una maledizione...di chi?» chiese.

Il leprotto corse nella teiera, chiudendosi dentro, per poi sbirciare fuori con un occhio, tremando.
Il resto dei presenti sgranò gli occhi.

«Ascoltami, non è il momento di tante domande, tu adesso sei qui per un motivo, ed è un motivo ben preciso. Un motivo che Harry avrá tempo di spiegarti domani. Adesso è tardi, è meglio se riposi»


***

Il risveglio del mattino seguente non fu particolarmente piacevole.

Aprì gli occhi e vide una luce verde, sull'orizzonte, dietro gli alberi e le rovine. Aveva dormito su un letto fatto di foglie secche colorate, vicino al tavolo. Aveva scoperto un dettaglio che nella storia non viene mostrato: il Cappellaio, il leprotto e il tasso dormivano in quel modo ogni notte. E, anche se non è un personaggio che ricordava ci fosse nella storia, anche Harry.

Si sollevò con metà corpo, issandosi con le braccia appoggiando le mani sul "letto", provocando lo scricchiolio di ognuna delle foglie. Assottigliò gli occhi e guardò meglio la luce smeralda, non capendo bene di cosa si trattasse.

«Bella l'alba, no?» la voce di Harry le fece voltare il capo.

«Alba?» chiese.

«Io la adoro, il verde è così... un colore» affermò l'ovvio, non badando alla domanda della ragazza.

«Mh, si. Credo di si» rispose leggermente stordita. Non capiva ancora come potesse, l'alba, essere di quel colore. Ma era pur sempre consapevole di trovarsi in un mondo che non era il suo, molto lontano dall'ordinario.

Doveva ammetterlo: la scorsa sera aveva sperato di addormentarsi e risvegliarsi in camera sua, facendo finta di essersi sognata tutta, ogni minimo dettaglio.

Non era, però, realmente dispiaciuta di essersi risvegliata a Sottomondo, con tutte le stranezze dei suoi compagni.

Si risvegliò dai suoi pensieri quando percepì la mano del biondo sulla spalla «Allora, sei pronta?» domandò.

«Pronta? E per cosa?»

«Per ballare» rispose il ragazzo, cercando di trattenere le risate. Molto probabilmente l'espressione di Caitlyn doveva essere sembrata abbastanza scioccata e appagante, perchè un secondo dopo schiantò a ridere, portando la testa all'indietro.

«Avresti dovuto vedere la tua faccia, cara! Avrei dovuto fare una foto!» riuscì a dire tra le risate.

Caitlyn aveva il sospetto che non sapesse realmente cos'era una fotografia, molto probabilmente gliene aveva parlato suo padre, anche se dubitava fosse mai stato nel suo, di mondo.

Si concesse un sorriso, con un'ombra di incomprensione perchè - oh sì, non gli aveva ancora rivelato il vero motivo della domanda.

«Sciocca, dicevo per imparare»

«Non vedo davvero cosa ci sia di così importante da insegnarmi»

«Beh, tanto per cominciare, come utilizzare le tue capacità. E, ti dirò una cosa. A parere mio, la migliore non l'hai ancora manifestata»

Oh, la "tortura" non era ancora finita. Fantastico; avrebbe voluto dire, con il suo solito tono sarcastico. Si trattenne, non seppe dirsi perchè. Solo non le sembrava appropriato, in quel momento.

Si alzò, adesso perfettamente sveglia. E, mentre il Cappellaio beveva un tea alle cinque di mattina, seguì Harry nel bosco.

***


«Devi solo concentrarti sulle necessità, gli spostamenti e lasciare la mente priva di ogni pensiero che potrebbe alterare la tua tranquillità. Il tuo corpo e le tue capacità faranno il resto!» ormai erano quindici minuti che Caitlyn si sentiva ripetere le stesse parole. Il punto era che non riusciva a rimanere rilassata, la calma era andata a farsi benedire non appena Harry gli aveva rivelato il vero scopo del suo arrivo a Sottomondo.

Cacciare Alice ed esiliarla, il più lontano possibile.

Non gli aveva spiegato la motivazione, o il modo in cui avrebbe dovuto farlo. Non gli aveva dato alcuna spiegazione. Niente di niente. Devi farlo e basta, capirai più avanti. Non sarò io a darti informazione del genere; queste erano le parole che erano volate via dalle labbra del ragazzo.

Provò e riprovò a smaterializzarsi, senza alcun successo.

Ancora non capiva come ci fosse neanche dodici ore fa, preferì non chiedere.

Si sedette su una roccia, prendendosi la testa tra le mani. Era tutto inutile, non ci sarebbe riuscita una seconda volta, era inutile far sprecare fiato e tempo al biondo, che di lì a poco, ne era sicura, avrebbe perso la pazienza.

«Senti è meglio se lasci perdere, è inutile perdere tempo. Hai di meglio da fare»

«Caitlyn, io non ho nient'altro da fare. E' questo il punto»

La ragazza stette in silenzio, poi Harry le si sedette davanti, per terra. Pensò ad una domanda intelligente da fare, ma non le venne in mente nulla.

Così «Sei davvero strano, lo sai?»

«Sai è difficile essere normale, quando sei il figlio di uno completamente svitato e tuo padre è il Cappellaio Matto»

Credette di aver sentito male.


Piccole aggiunte riguardo al cast.

Non so cosa possa essere venuto fuori, ho aggiornato dal PC, di solito lo faccio dal cellulare.






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