4. Non è un allucinazione

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Venne svegliata dal bussare incessante sulla porta, e dalle urla di sua madre, che non si preoccupa ovviamente di svegliare tutto il vicinato. Aprí gli occhi e si guardò intorno, capí subito di non trovarsi in camera sua. Un po'intontita si tiró su e uscí dalla vasca. Le faceva male il collo e la schiena, diciamo che non aveva scelto esattamente il posto più comodo per dormire. Un altro colpo alla porta bastò per svegliarla completamente. «Caitlyn Wing, apri immediatamente questa porta o giuro che la sfondo!»
Con due passi veloci raggiunse la maniglia e la abbassò, spalancando la porta. Sua madre si fece indietro appena in tempo per evitare che il legno della porta sbattesse contro il suo naso, poi inchiodò i suoi occhi di fuoco ai suoi.
«Quanto diamine hai bevuto?!» sbraitò.
«Mamma, non ho bevuto» rispose tramquilla lei, strofinandosi un occhio con il dorso della mano.
«E allora perche ti sei chiu- Oh mio Dio! Quello è...»
Si voltò verso il bagno e solo a quel punto si ricordò del coniglio.
«Oh, giusto, ci sei anche te»
«Cosa ci fa quel coso qui?» chiese lei alzando un sopracciglio in un modo veramente buffo.
«Non lo so, era tra i regali ieri sera, non so di chi sia»
«Beh, qui non può stare. Lo portiamo dal veterinario»
Un lampo attraversò la sua mente e le ricordò la frase della farfalla di ieri sera: «Ricordati solo di nascondere il coniglio e, quando vorrà portarti da qualche parte, seguilo. Abbiamo bisogno di te al Sottomondo»
«Eemh, no mamma, tranquilla. Forse quella dell'allergia era solo una cavolata. Ieri sera mi ha morso per sbaglio e sono ancora viva, nessun segno di effetti collaterali» spiegò tranquillamente «Eccetto qualche allucinazione» aggiunse storcendo il labbro da un lato, in una smorfia.
«Ma...»
«Sta tranquilla, non ci starò troppo vicina se ti può rassicurare. Non voglio che finisca in un canile, senza un padrone» disse per convincerla, ma persino lei potevo sentire un accento di tristezza nella sua voce sull'ultima frase.
«Mhh, okei allora» disse regalandole un sorriso.
Non so cosa l'abbia spinta a fare tutto questo, ma qualcosa le diceva che era meglio così, il Brucaliffo rimaneva una "stupida allucinazione".
«Tutti gli altri?»
«Erano preoccupati per te che ti eri chiusa qua dentro, li ho mandati via io quando sono tornata»
«Grazie»
«E ora sistemati, devi andare a scuola, ricordi?»
«Oh, si. Subito»
«Ti aspetto di sotto, fai in fretta»
Rientrò in bagno e sua madre in cucina.
Andò a pettinarsi allo specchio. C'era però qualcosa di strano. Passando la spazzola sui capelli, notò che quando arrivavo alle punte e lasciava andare questi si arricciavano. Continuò così per vedere se fosse un allucinazione o altro. Ma non era altro che la realtá. I suoi capelli, solitamente lisci, stavano diventando sempre più ricci ad ogni spazzolata. Presa dal panico afferrò la piastra e la passò due volte. Poi aspettò. Neanche cinque minuti dopo erano di nuovo tutti su, schiacciati l'uno contro l'altro. Sospirò rassegnata e prese la matita. Ma, mentre la passava intorno agli occhi, notò un'altra cosa poco normale. Intorno alle sue pupille c'era un cerchio verde, quando i suoi occhi sono sempre stati di un azzurro cielo non indifferente. Si avvicinò di più allo specchio e si prese i lati degli occhi per allargarli, in modo da poter vedere meglio. Il verde era una strisciolina, si, ma si stava espandendo. Quel coso si muoveva!
Entrò nel panico e velocemente si allontanò dallo specchio. E il suo stato di allerta si elevò ancora di più quando sentí sua mamma gridare: «Caitlyn! Ti vuoi dare una mossa?! Cosa stai combinando lá dentro?»

Academy of Stories - La figlia dello Stregatto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora