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Qualche anno dopo
Jason spegne la musica, attirando l'attenzione di tutti questi adolescenti.

È passato qualche anno da quando, stanchi di avere tutti contro, abbiamo deciso di andarcene senza dire niente a nessuno, perché sapevamo che avrebbero fatto di tutto per farci cambiare idea. All'inizio eravamo in contatto con tutti, poi, col passare del tempo, credo che ognuno abbia preso la propria strada. Abbiamo avuto dei figli, due, e ora che il più grande ha l'età che avevo io quando ho conosciuto Jason, abbiamo pensato di tornare a casa. Io ho ancora casa mia, che dovrebbe essere rimasta disabitata per tutti questi anni, per questo credo che sia diventato il luogo in cui ragazzini organizzano feste, come quella che c'è proprio in questo momento... la cosa strana è che nessun vicino abbia chiamato la polizia. Per ora.

«Tutti fuori. SUBITO!»

Quelli che ora sono ragazzi e che stanno intorno a noi erano solo bambini quando ce ne siamo andati, ma scommetto che si ricordino di Jason... scappano senza nemmeno pensarci, anche perché, se chiamassimo genitore per genitore, ci impiegheremmo una vita, ma loro resterebbero in punizione a vita, per non parlare delle conseguenze per violazione di proprietà.

«Tu no.» afferra per il cappuccio della felpa un ragazzo: non posso credere ai miei occhi.

Billy?

Lo sentiamo spesso, è l'unico che sentiamo quasi tutti i giorni. È diventato grande, va al liceo, e visto che lui è qui e non riconosciamo nessun altro, dobbiamo pensare che sia stato lui ad organizzare questa festa e ad invitare tutta questa gente.

Il ragazzo, rendendosi conto che ormai è stato beccato, sbuffa e aspetta che tutti i suoi amici siano usciti, prima di voltarsi a guardarci tutti.

«Cosa fate voi qui?» ci chiede confuso.

Non mi aspettavo molto dagli altri, ma lui... pensavo sarebbe stato felice di vederci, pensavo che ci sarebbe saltato addosso... invece sembra infastidito, come se non ci volesse qui.

«Dobbiamo avvisare te dei nostri movimenti?» gli chiede Jason, per poi guardarsi in giro e fissare un ragazzo che corre giù dalle scale e scappa via di corsa: «L'hai organizzata tu?»

«Sì.» risponde subito.

«Oh, bene, pensavo che non l'avresti ammesso e saremmo dovuti stare qui tutta la notte.» confessa Jay.

Pensavo anche io che avrebbe negato fino all'ultimo, almeno noi, da ragazzi, se fossimo stati beccati l'avremmo fatto... lui però non sembra preoccupato per le conseguenze, non so se sia un bene o un male.

«Mi ha dato Sterling il permesso.» ci dice.

Sterling?

Non capisco... ora è così legato a Sterling, cosa che prima non era così, da parlargli di una festa e chiedere a lui di organizzarla in casa mia?

«Ora chiamo tuo padre e se la sbriga lui, sia con te che con Sterling.» dice Jason, tirando fuori il telefono.

«Fanculo.»

«Ei!» esclamo incredula.

Che gli prende?

Noi non ce ne siamo andati senza più farci vivi. Noi l'abbiamo salutato, è stato l'unico, e ci siamo sempre fatti sentire, lui non è mai stato cattivo con noi, non ci ha mai risposto male, non ci ha mai fatto capire che ce l'avesse con noi, quindi non capisco perché rispondere in questo modo.

«Perderesti solo tempo.» dice il ragazzo, appoggiandosi al muro.

«Ah sì?»

«Fatevelo spiegare da Sterling, io me ne vado a dormire.»

Cosa ci dovrebbe spiegare Sterling?

Non ci sto capendo niente, ed è anche tarda sera, stavo dormendo in macchina e mi sono svegliata quando siamo arrivati qui, quindi sono tutta addormentata.

«No, tu inizi a pulire casa. Lui dov'è?» gli chiede suo zio.

«Sarà svenuto da qualche parte.» risponde alzando le spalle.

«Oh mio Dio...» sussurro incredula.

Sentiamo anche Sterling, quando ci risponde, altrimenti lui non chiama mai... non gli abbiamo mai chiesto se il suo problema con la dipendenza dall'alcol fosse sistemata, sappiamo che lui non ama parlarne, ma... da come ne parla Billy, sembra peggiorata.

«Mettiti a sistemare i tuoi casini, io vado a cercarlo, ma prima accompagnali di sopra e controlla che nessuno dei suoi amici sia rimasto.» dice sempre Jason, uscendo di casa per andare alla ricerca di suo fratello.

«Billy...» sussurro, non sapendo nemmeno come prenderlo, esattamente.

«Cosa?» mi chiede in modo brusco.

«Ci sentiamo almeno sei volte a settimana. Che cosa succede?» gli chiedo.

Vorrei solo capire e cercare di sistemare le cose, perché se le cose andassero male mi sentirei in colpa per non esserci stata e per non averlo capito... anche se, devo ammetterlo: è stato bravo a farci credere che andasse tutto bene.

«Niente. Vai a letto, non voglio litigare ancora con lui quando tornerà e ti troverà.» mi dice andando verso le scale, così da controllare che non sia rimasto nessuno come gli ha detto di fare suo zio.

Con la mia dolce bambina in braccio, che dorme, e il mio bambino tutto addormentato che mi segue a fatica tenendomi per mano lo seguo al piano di sopra, dove, per fortuna, non troviamo nessuno. Lui scende subito senza dire niente, io metto a letto i bambini, dandogli un dolce bacio della buonanotte, e dopo aver passato qualche minuto con loro per assicurarmi che dormano, esco lentamente dalla stanza e scendo al piano di sotto, prendendo una scopa.

«Non preoccuparti per Jason, ci penso io. Ti aiuto.» gli dico.

«Grazie.» il fatto che mi abbia ringraziata e non mi abbia risposto male o non risposto proprio è già un passo avanti.

«Vuoi parlare nel frattempo?» gli chiedo, sperando che mi parli e mi faccia capire che cosa succede.

«No.»

Ho sempre saputo che saremmo tornati, prima o poi, ma ogni volta mi chiedevo come sarebbe andata... il problema sarebbe sicuramente stato rincontrare tutti e sperare che avessero cambiato idea su Jay. Tutto questo, però, non mi ha fatto pensare a loro, a Billy soprattutto, e a problemi che potessero avere qui. Spero che Jason torni Sterling, sperando che i posti in cui va a bere siano sempre gli stessi, e poi cercheremo di capire da lui, visto che Billy non sembra intenzionato a parlare... ho paura di scoprire qualsiasi cosa sia successa.

Parte di meWhere stories live. Discover now