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Cammino avanti e indietro sempre più convinta che non sia il luogo adatto per parlarci, ma ormai sono qui... ed è tanto che aspetto, se non fosse per la sua auto parcheggiata proprio qui accanto a me, direi che non è qui. Sarebbe dovuto uscire due ore fa, sarei anche potuta entrare a cercarlo, così da stare al caldo, ma sono così agitata che è meglio che lo aspetti qui.

«Elle?» sussulto e mi giro vedendo che mi sta guardando.

Oddio, che spavento...

Non l'ho sentito arrivare, è così serio che non ride nemmeno per il fatto che sia saltata in aria dallo spavento.

«Ei.»

«Cosa ci fai qui?» mi chiede subito.

Avrebbe potuto chiedermi come prima cosa come sto, ma capisco la situazione e capisco che sia sorpreso di avermi trovata qui, visto che non ero mai venuta qui ad aspettarlo che finisse di lavorare.

«Non volevo disturbarti, ho aspettato che tu uscissi.»

«Sarei dovuto uscire due ore fa.» avrà fatto due ore di straordinari...

«Lo so.» ovvio che lo so.

«Si gela e mi hai aspettato per due ore?» sa che, se l'ho fatto, un motivo c'è.

Per me lui l'avrebbe fatto, non per chiunque, anzi, in realtà lui dopo mezz'ora sarebbe venuto dentro a cercarmi, io però non sono come lui, ho preferito aspettarlo fuori e ragionare attentamente.

«Tre ore, se contiamo l'ora prima.» prima di uscire da casa avrei dovuto controllare che ora fosse, l'ho fatto soltanto una volta arrivata qui, e anche se in un'ora sarei tranquillamente potuta tornare a casa, stare un po' al caldo e poi tornare, ho deciso di restare, e tra tutti i pensieri si può dire che il tempo sia volato.

«Sei pazza...» si avvicina velocemente a me e mi abbraccia.

È un abbraccio molto desiderato. Non so se avrebbe abbracciato chiunque oppure si tratta solo di me... conoscendolo potrebbe solo trattarsi di me. Chiudo gli occhi mentre entrambi stringiamo forte l'altro, per quanto vorrei non staccarmi più, devo parlargli, è importante.

«Ti... ti sei mai chiesto quale sarebbe stata la mia risposta se ci fossi stata io quella sera e non Ebony?» voglio iniziare da questo, sono giorni che vorrei sapere.

Si allontana da me e mi guarda sorpreso, non se l'aspettava, ma sembra anche sollevato di non dover più mentire.

«Da quanto lo sai?»

«Da dopo la festa.» gli rispondo, spero che anche lui riesca a dare delle risposte a me.

«Chi, Rachel o Sterling?» vuole sapere chi me lo ha detto.

Se fosse stato uno di loro, o Alex, o Ebony, o Nicole, o Taylor, non farei il suo nome per evitare che tutti se la prendano con lui oppure con lei, ma non si tratta di loro, e per lui non sarà nemmeno una sorpresa scoprire che me lo ha detto mia madre.

«Perché pensi proprio a loro?»

«Perché oltre a me tutti credevano che sarebbe stato uno di loro a crollare.» oh...

Quindi, se ho capito bene, Nicole, Ebony, Alex e Taylor erano sicuri di riuscire a mantenere questo segreto, ed erano certi che invece lui, Rachel e Sterling non ce l'avrebbero fatta.

«È stata mia madre.» gli dico, non sembra nemmeno molto sorpreso.

Si appoggia alla macchina, con le mani in tasca, mi appoggio accanto a lui e guardo a terra, aspettando che sia lui a dire qualcosa, altrimenti dovrei farlo io.

Parte di meWhere stories live. Discover now