38

92 7 2
                                    

Mi fermo sulla porta e lo guardo, non so che dire, ho pure paura che possa mandarmi via.

Sono venuta a cercare Jason, seppur avrei dovuto aspettare che fosse lui a farlo, alla fine eccomi qui. Non è ad una festa, stranamente, quindi sono venuta a casa sua, piove, quindi per fortuna è qui, altrimenti sarebbe potuto essere in altri mille posti. I suoi genitori mi hanno fatta entrare e mi hanno fatta salire, sembra essere tornati indietro nel tempo.

È sul letto, con la schiena appoggiata allo schienale, sta fumando, ed è al buio.

«Posso entrare?» gli chiedo.

«L'hai praticamente già fatto.»

Dovrebbe essere felice che io sia qui come lo sarei se i ruoli fossero invertiti, invece preferisce continuare a fumare quella dannata sigaretta e parlarmi come se fosse infastidito dalla mia presenza.

«Passa una buona serata Jason.» ho già cambiato idea grazie a lui.

Mi giro e mi allontano dalla sua stanza, dirigendomi verso le scale per scendere al piano di sotto e cercare un modo carino per dire ai suoi genitori che il loro figlio è uno stronzo, ma le sue braccia mi afferrano stringendomi da dietro e impedendomi di raggiungere il mio scopo.

«Scusa, mi dispiace. Non andare via.» mi dice, abbracciandomi da dietro.

«Impara a comportarti... quando lo saprai fare, allora non me ne andrò.» provo a liberarmi dalla sua stretta, ma non me lo permette.

«Non la vedo più, gliel'ho detto, l'ho bloccata su tutti i social e ho bloccato anche il suo numero.» parla dello schianto?

«Jason non mi importa.» riesco a liberarmi dalla sua presa, mi giro e lo guardo: «Ci sono abituata a vederti con altre ragazze, e se con lei è finita... bene, aspetterò con ansia di sapere chi sarà la prossima. Magari ti metterà di buon umore e la smetterai di trattarmi male.»

«Va tutto bene qui?» sua madre sale le scale e ci guarda, sa bene che stiamo discutendo, forse è intervenuta perché ha intenzione di aiutarci.

Guardo Jason, non sembra intenzionato a risponderle, anzi, sembra infastidito dal suo arrivo, a differenza mia. Roteo gli occhi e mi giro verso di lei sorridente.

«Sì... sto andando via.»

«Di già? Ma sei appena arrivata! Sai cosa faccio adesso? Vado a fare un po' di cioccolata calda e ve la porto, voi...» è troppo gentile...

«Mamma non siamo più dei bambini, questa cosa funzionava quando avevamo dieci anni, adesso non più.» guardiamo entrambe male questo stronzo.

«Invece a me andrebbe proprio. Vengo a prepararla insieme a te.»

Con lei ho fatto tutto ciò che avrei dovuto fare con mia madre, perché lei, in fin dei conti, è la madre che non ho mai avuto.

«Oh, no cara, tu stai qui con Jason, torno tra poco!» scappa prima che possa fermarla.

«Ha detto che devi stare qui con me.» mi dice lui sorridente, mentre io sospiro ed entro nella sua stanza: «Elle devo chiederti una cosa.»

«Cosa?» gli chiedo annoiata, senza nemmeno guardarlo, sedendomi sul letto e guardando a terra.

«Se tipo noi... se ci provassimo, tipo... proviamo a stare insieme per una settimana, o due, o quanto vuoi, così capisci che esisti solo tu per me... ti andrebbe?» mi chiede sedendosi accanto a me.

Provare?

Non mi sta chiedendo di metterci insieme seriamente, mi sta chiedendo di provare solo per qualche settimana, tutto qui.

«Stai scherzando, vero?» non so se ridere oppure piangere.

«No...» lo guardo sorpresa, scuote la testa e si passa la mano nei capelli: «Sbaglio sempre in tutto... sono un vero coglione.» si lascia cadere all'indietro sul letto.

Mi sembra così... mortificato, anche se non ha idea di che cos'abbia detto di tanto sbagliato, odio vederlo così... anche se non se lo merita mi sdraio anche io appoggiando la testa sul suo petto.

«Io non voglio stare con te solo per un certo periodo di prova.» gli confesso.

«Vuoi stare davvero insieme a me?»

«Davvero.» gli rispondo subito.

Lui non ha mai avuto una relazione seria, per non parlare di me... non esiste persona più perfetta di lui, per me, e che tenga a me quanto lui, magari all'inizio sarà un po' strano, ma sarà anche bello. Staremo bene, lui mi dimostrerà di tenere davvero a me e che non gli importa delle altre. Altro che poche settimane di prova: noi passeremo la vita insieme.

«Vuoi essere la mia ragazza per sempre?» mi chiede accarezzandomi la schiena con la mano.

Alzo la testa per guardarlo, e mentre lo faccio non penso alla mia famiglia, che non sarà per nulla d'accordo, o a tutto il resto, penso a me, a lui, alla mia felicità.

«Mi prometti che con me sarai sempre sincero? Che non avrai paura di dirmi le cose e che supereremo ogni difficoltà insieme?» gli chiedo prima di rispondergli.

«Come ho sempre fatto.» sorrido.

«Allora sì... mi piacerebbe essere la tua ragazza per sempre.»

«Per sempre, solo finché non porterai il mio anello al dito.» arrossisco non potendo, ancora, nascondere il mio sorriso.

Ha appena detto che un giorno mi chiederà di sposarlo, e se tutto andrà per il meglio, allora diventerò sua moglie e vivremo per sempre felici e contenti, un po' come quando da bambina credevo di essere una principessa, che avrei incontrato il mio principe azzurro e che insieme avremo vissuto felici e contenti per sempre. Eccolo qui il mio principe azzurro, da sempre e per sempre.

Alza leggermente la testa facendo sì che le nostre labbra si uniscano, mentre ci baciamo si gira facendo sì che io mi ritrovi sotto e lui sopra, ma non fa niente se non baciarmi, il che è meglio, visto che sua madre tossisce per farsi notare. La guardiamo, sembra così felice di averci visti così vicini, come non era mai successo prima. È la prima persona a vederci insieme in questo modo, e sono felice che non ci stia venendo contro come avrebbero fatto, ad esempio, mia madre, mia sorella e le mie amiche.

«Scusate, non volevo disturbarvi.» ci dice, appoggiando sul comodino il vassoio contenente due tazze di cioccolata calda e un piatto pieno di biscotti.

Ci alziamo entrambi mettendoci a sedere, non siamo imbarazzati, non quanto lo sarei stata se mi avessero beccata con un qualsiasi altro ragazzo.

«Non fa niente.» le dico, per poi cambiare discorso: «Grazie per la cioccolata e i biscotti.»

«Prego tesoro, adesso io... vi lascio soli, ci vediamo domani.» corre subito fuori dalla stanza e chiude la porta della stanza: «CARO, DEVO DIRTI UNA COSA!» urla al marito, facendoci scoppiare entrambi a ridere.

Almeno sappiamo che i suoi genitori sono dalla nostra parte, nel bene e nel male.

Si mette di nuovo a baciarmi, e io sono così felice qui con lui che mi chiedo... e se avesse ragione lui? Se non dovessi andare da nessuna parte perché è questo il mio posto felice?

Parte di meWhere stories live. Discover now