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Fisso Jason sorpresa, vista l'ora e visto che ha deciso di venire e suonare il campanello.

«Da quando suoni? Hai le chiavi.» gli dico.

Ne abbiamo parlato dopo che ci siamo messi insieme, quando ancora io non sapevo la verità e non capivo perché tutti mi evitassero... aveva suonato per un po' e io ero così soprappensiero che non avevo sentito, gli ho quindi, in poche parole, dato il permesso di usare le chiavi ed entrare tutte le volte che avrebbe voluto.

«Te ne sei andata dalla festa con quello, avevo paura di entrare e di vedere una scena che mi sarebbe rimasta impressa per sempre.» pensa che avrebbe potuto beccarci in atteggiamenti intimi...

«Credi davvero che andrei a letto con altri?» gli chiedo sorpresa, visto che pensavo mi conoscesse bene.

«Con altri...» fa un piccolo sorriso: «Quello ti piace?»

«Questi non sono affari tuoi.» sussurro.

Mi guarda male e borbotta qualcosa di incomprensibile, credo sia arrabbiato, poi si gira e se ne va. Così, senza aggiungere altro.

Non lo so, non lo capisco, anche se sono la persona che lo conosce di più sulla faccia della terra.

Di colpo si ferma e stringe le mani in due forti pugni, si gira e viene di nuovo verso di me, fermandomisi di fronte.

«I miei si vogliono trasferire, non so cos'hanno intenzione di fare i miei fratelli, nemmeno mi interessa, perché io ho intenzione di restare qui per te... con te.» mi confessa.

I suoi vogliono cosa?!

Non che me ne avessero dovuto parlare, la scelta è loro, solo che... sono sorpresa, solo del fatto che vogliano trasferirsi, non del fatto che lui voglia restare qui per me, perché è quello che farei anche io...

«Me e tuo figlio, o figlia, e...»

«Notizia del giorno: quella troia non è incinta, se l'è inventato. Credo ci sia lo zampino della tua famiglia.» entra in casa e va a sedersi sul divano.

Non è incinta?

Chiudo la porta e fisso il vuoto per qualche secondo, incredula su quanto mi ha appena detto.

«Da quanto tempo lo sai?» gli chiedo in un sussurro.

Alza il braccio e guarda l'orologio che ha al polso.

«Dodici minuti e trentasette secondi.» mi risponde, abbassando poi il braccio: «Visto com'è andata a finire l'ultima volta, sono corso qui a dirtelo subito.»

«Te ne stavi andando.» gli ricordo, per poi andare a sedermi accanto a lui.

«Sì perché mi sono incazzato.» mi giro a guardarlo.

«Per cosa? Perché non mi conosci e pensi che andrei davvero con qualcuno che non è te?» ovviamente sono ironica.

«Non mi hai detto che non ti piace.»

«C'è bisogno di farlo?»

Quindi lui pensa che la mia famiglia c'entri con l'enorme bugia che si è inventata lo schianto, grazie alla quale è riuscita a separarci per un po'... poco, per fortuna. Per quanto sia assurdo, potrebbe avere ragione.

Niall è un bellissimo ragazzo, passare il tempo con lui mi piace, ma non sono pronta a stare con qualcun altro dopo Jason.

Con uno scatto si avvicina a me e inizia a baciarmi, scivolo giù ritrovandomi sdraiata sul divano con lui sopra di me. Nello stesso momento in cui mi bacia il collo, infila una mano sotto alla mia maglietta accarezzando la mia pelle.

«Elle...» si ferma e alza leggermente la testa per guardarmi: «Ti amo, e dopo che ho scoperto tutta la verità non sono più andato con nessun'altra. Non ho intenzione di andare con nessun'altra.»

«Perché me lo stai dicendo?» gli chiedo curiosa.

«Perché fino a venti minuti fa credevo che tra pochi mesi sarei diventato padre, solo che non riuscivo ad essere felice perché sapevo che avere quel bambino avrebbe significato non avere più te.»

«Quindi...» lo sprono a parlare.

Sapevo anche io che non saremmo più stati insieme, nemmeno, che ne so, tra cinque o dieci anni, perché io, alla fine, non l'avrei aspettato per sempre... prima o poi sarei andata avanti. Più poi che prima.

«Quindi facciamo un bambino?»

Sta scherzando?

Credo che ormai sarebbe scoppiato a ridere se fosse uno scherzo, leggo nei suoi occhi la sincerità e la voglia, il desiderio.

«Jay...» sussurro, non sapendo però come continuare.

«No, aspetta, prima di dire qualsiasi cosa aspetta.» non si alza, continua a starmi sopra: «Ci amiamo, giusto? Cioè, io ti amo, e anche tu mi ami, sempre che sia così ancora. E hai sempre voluto dei figli, io ho sempre voluto stare con te, adesso possiamo stare insieme e fare dei figli. Uno, due, tre, quanti ne vuoi. Non c'è niente che desidero di più che essere il tuo compagno di vita e il padre dei tuoi figli.»

Sentire ciò che dice mi fa venire gli occhi lucidi, mi emoziono perché so che là fuori ci sono ragazze che faticano a trovare la propria metà, l'anima gemella... invece io ho avuto la fortuna di incontrarla a sei anni e da quel momento, nonostante in molti si siano messi tra di noi, siamo riusciti a ritrovarci, ogni volta. Sono sicura che io e lui staremo insieme per sempre, per farlo dovremmo pensare solo a noi due, ad essere felici insieme, quindi se è questo che lui vuole... beh, è quello che voglio anche io.

«Certo che ti amo ancora, e certo che vorrei che tu fossi il padre dei miei figli. E non lo so quanti ne vorrei... ma lo vorrei.»

«Vorresti che formassimo la nostra famiglia?» mi chiede in modo più specifico.

Questa cosa creerà praticamente una guerra tra noi e la mia famiglia, ma non mi importa, se significa stare con lui ed essere felice insieme a lui.

«Lo voglio.»

Sorride, ho sempre creduto che il suo sia il sorriso più bello del mondo, e poi inizia di nuovo a baciarmi, facendomi sentire la ragazza più fortunata di tutto il mondo.

Ho scelto lui, l'avrei sempre fatto, è per questo che la mia famiglia l'ha sempre visto come un nemico. Io come nemici ho sempre visto le persone che non volevano vederci insieme, ma non importa, siamo io e lui, ed è questo quello che importa.

Parte di meحيث تعيش القصص. اكتشف الآن