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«Ognuna bada a sé stessa, ci vediamo domani a casa.» dice Ebony facendomi corrucciare la fronte.

«Rimorchiate bene.» dice Nicole, scappando via.

Come?

Prima che possa dire qualsiasi cosa anche Ebony e Rachel se ne vanno lasciandomi sola.

Hanno insistito perché venissimo a questa festa, ho accettato pensando che saremmo state tutte e quattro insieme, invece hanno deciso di dividerci e di rivederci domani a casa, la casa mia e di Ebony, anzi, più precisamente di nostro padre... splendido... se avessi saputo prima che era questa la loro intenzione sarei rimasta a casa.

Mi guardo intorno, non alla ricerca di una di loro, ma magari potrei incontrare qualcuno con cui andavo a scuola, che conosco... e vedo molte persone che conosco, ma sono tutti impegnati, non mi va di andare a disturbarli... oh, wow, ci sono anche Taylor e Sterling, quindi dovrebbe esserci anche... Jason: eccolo lì, seduto su un divano con la solita ragazza seduta sulle sue gambe, con cui si bacia.

Sono andata raramente con lui a qualche festa, alla fine io me ne andavo sempre e ci vedevamo il giorno dopo, quando venivo con lui stava sempre con me, ciò gli rendeva impossibile rimorchiare, però a lui non sembrava importare... ora è strano essere qui praticamente da sola, con lui a pochi metri da me.

Sembra così felice...

A pochi passi da me una ragazza fa cadere una bottiglia piena, sicuramente, di alcol, mi volto a guardarla, riportando subito lo sguardo su Jason, che posa il suo sguardo su di me nello stesso momento. Lo fisso per pochi secondi prima di scappare... sì, proprio così: scappo a gambe levate uscendo da questa casa, mi fermo sul vialetto per togliere le scarpe col tacco che le ragazze mi hanno convinta a mettere, e rinizio a camminare.

«Eleonor.» ecco, è dietro di me, ma non ho intenzione di fermarmi: «Fermati.» insiste.

Perché mi ha seguita?

Sembrava stare così bene su quel divano, con quella ragazza, quindi non ha senso che mi abbia seguita...

Riesce a raggiungermi e a fermarmi, si mette di fronte a me squadrandomi da capo a piedi.

«Cosa fai? E perché sei vestita così?» mi chiede subito.

L'ultima volta che ci siamo visti mi ha trattata male dicendomi addio per sempre, se fosse coerente non mi avrebbe rincorsa e non mi starebbe guardando in questo modo. Forse sa che ieri sera sono stata a casa sua e che lo cercavo... anche se ho chiesto ai suoi genitori di non dirglielo... non sarei nemmeno qui, e non l'avrei incontrato, se le ragazze non mi avessero raggiunta e non mi avessero convinta a venire qui, ora non sarebbe davanti a me e non l'avrei mai visto con quello schianto.

«So che queste sono le prime cose che ti sono venute in mente quando mi hai vista là dentro, io invece ho pensato solo che fossi uno stronzo.» gli dico.

Me ne andrei anche, se solo non mi stesse tenendo per il braccio, consapevole del fatto, conoscendomi, che se mi lasciasse me ne andrei... tanto riuscirebbe comunque a raggiungermi come ha già fatto.

Sorride, a quanto pare trova divertente il fatto che io lo trovi uno stronzo... buon per lui.

«Quando ti ho vista ho pensato solo che fossi bellissima.»

«Smettila.» gli dico subito.

Quindi pensa che basti venire da me e dirmi cose carine, tipo che mi trova bellissima, per sistemare tutto... mi crede davvero così stupida e così disperata da fiondarmi tra le sue braccia non appena torna dopo avermene dette di tutti i colori... bene...

«È la verità.» mi guarda in modo serio.

Prendo la sua mano e la tolgo dal mio braccio, per fortuna non la rimette, resto comunque ferma di fronte a lui e abbasso lo sguardo scuotendo la testa.

«Torna a fare quello che stavi facendo, io torno a casa.» gli dico.

«Torna alla festa con me oppure vengo io con te.» la sua non mi sembra una proposta.

«No, non funziona così.» assurdo che glielo debba pure dire...

Non mi ha nemmeno chiesto scusa per tutto il male che mi ha fatto, mi sarebbe bastato ricevere delle scuse per le cose che ha detto quando fuori ad ascoltare c'erano i nostri genitori, i nostri fratelli e i miei amici, ma non l'ha fatto e so che non lo farà perché lo conosco meglio di chiunque altro.

«Come funziona allora?» mi chiede.

Fa sul serio?

Trovo assurdo il fatto che me lo stia davvero chiedendo, ma sotto sotto apprezzo che stia cercando, a modo suo, di sistemare le cose...

«Hai detto delle cose brutte... le hai dette a me, quindi lasciami in pace.» riesco finalmente a superarlo per andarmene.

Per quanto apprezzi ciò che sta provando a fare, resta il fatto che non lo capirà mai, se continuiamo così, sono stanca di porgergli ogni volta la mano, e poi, quando si tratta di porgere la mano a me, se ne va e sono sempre io a trovarlo, perché sono rare le volte in cui viene lui da me.

«Mi manchi come l'aria, sto male senza di te.» mi blocco nel sentirgli dire questo, mi giro a guardarlo.

«Se tu stessi male non mi allontaneresti ogni volta.» gli faccio notare.

«È meglio che mi allontani io invece che sia tu a farlo.»

«Io non ti allontano!» esclamo subito.

Ora mi accusa anche di allontanarlo quando in realtà ha sempre fatto tutto lui. Per dodici anni è sempre andato tutto bene tra di noi, poi decide di mettere fine alla nostra amicizia, una sua decisione, e poi da quando ci siamo rincontrati è sempre stato lui ad allontanarsi ogni volta che ci avvicinavamo almeno un po'...

«Sì invece.» ne è davvero convinto...

«No invece.» insisto io.

«Dai, ti prego, fammi venire con te, prometto di non sparire questa volta.» come se gli potessi credere...

Mi fido ancora di lui almeno un po', ma ho comunque paura che mi spezzi il cuore.

Alle sue spalle vedo quella ragazza, "lo schianto", arrivare e guardarsi intorno prima di puntare lo sguardo su di noi, lui non si gira nemmeno, continua a tenere lo sguardo su di me, speranzoso che accetti di farlo venire con me.

«Cosa fai?» gli chiede affiancandolo e prendendolo a braccetto.

Non ha nemmeno senso che resti qui a sentire la loro conversazione e a fare la terza incomoda, per cui mi giro e rinizio a camminare, lui prova a chiamarmi, ma visto che non mi raggiunge fermandomi come ha fatto prima devo presumere che sia rimasto con lei...

Parte di meWhere stories live. Discover now