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La cittadina in cui abito non è piccola, ma non è nemmeno tanto grande, è stato facile quindi per me trovare il bar in cui Sterling stasera ha deciso di venire a bere. In realtà lo conosco bene e ormai so quali sono i bar in cui viene a bere, cioè quelli che non smettono mai di dargli da bere, a differenza di quelli che, quando vedono che una persona inizia ad esagerare, smettono e gli dicono di tornare a casa. Lo noto subito, seduto al bancone, con un bicchiere pieno tra le mani, che butta giù in un sorso solo. Mi affretto ad andare a sedermi accanto a lui, che si gira subito a guardarmi, non so se sperava che fossi una ragazza con cui avrebbe potuto provarci e magari passarci la notte insieme, oppure un ragazzo con cui mettersi a litigare per una sciocchezza e finire col farci a botte, comunque sia non è evidentemente felice di vedere me.

«Cosa ci fai tu qui?» mi chiede confuso, girandosi, probabilmente convinto che sia qui con uno dei suoi fratelli, invece sono sola, e almeno per questo sembra felice.

«Quello che ci fai anche tu.» gli rispondo, come se fosse la cosa più chiara del mondo.

In realtà lui è qui per ubriacarsi, ovviamente, io non per lo stesso motivo... sono qui per lui, perché anche se con Jason è finita non significa che non tenga ai membri della sua famiglia e che non voglia aiutarlo a smettere... anche se ora sta bene ed è felice così, più avanti, in futuro, stara male, e non potrà tornare indietro.

«Piantala.» mi tratta come se fossi una bambina.

«Tu puoi bere e io invece no?» gli chiedo, mentre alzo la mano per cercare di attirare l'attenzione dell'uomo dietro al bancone.

Non so esattamente come fare, forse ordinerò finché lo farà anche lui, così che smetta, ma questo funzionerà finché non mi porterà a casa, dopo di che tornera qui o andrà alla ricerca di un nuovo bar in cui io non lo cercherei e berrebbe ancora, e ancora, e ancora.

«Puoi fare quello che vuoi, ma non qui.»

«Perché no?» ora son confusa.

Che ho che non va?

Mi guardo intorno, e, okay, c'è una netta maggioranza di uomini, per lo più di mezza età, ma ce ne sono anche giovani, e un paio di ragazze che avranno all'incirca la mia età. Se andavo bene nel bar in cui ho conosciuto Niall, non capisco che cos'abbia questo di diverso.

«Perché voglio starmene da solo.» ah, è questo...

«Io non me ne vado.» non è nemmeno suo questo bar, non mi può obbligare ad andare via.

«Bene.»

C'è un momento, un piccolo momento, in cui, vedendolo tirare fuori delle banconote, penso che abbia voglia di offrirmi da bere. Dura poco, visto che lancia i soldi sul bancone e si alza, andando verso l'uscita.

Il mio piano non ha funzionato, sapevo che sarebbe stato un fiasco, ma arrivare al punto di andarsene e di lasciarmi qui da sola... wow.

Mi alzo anche io, non vengo nemmeno notata da nessuno, ed esco, riuscendo a raggiungerlo prima che si allontani troppo.

La cosa positiva è che, in questi bar, non viene mai in auto, almeno non c'è il rischio che si metta alla guida e che causi incidenti, è una buona cosa sia per lui che per gli altri, che potrebbero restare coinvolti in un incidente causato da lui.

«Sterling aspetta.» si gira a guardarmi.

«Oh, bene, adesso sei uscita.» almeno ora sembra felice, rispetto a quando mi sono seduta accanto a lui.

«Voglio aiutarti.» corruccia la fronte.

«Aiutarmi a fare cosa?»

«A smettere di bere.» sussurro, sperando che non dia di matto.

I suoi fratelli e i suoi genitori ormai ci hanno perso le speranze. Negli anni ne hanno provate di ogni, davvero, ma lui non ha mai voluto saperne. È andato in centri di disintossicazione, ma ogni volta che ne è uscito è tornato quello di prima, è andato a parlare con degli psicologi, ma non è servito, è andato ad un paio di incontri degli alcolisti anonimi, ma non è servito nemmeno quello. Ci sono state anche altre cose, ma nemmeno quelle lo hanno aiutato. Chiunque mi direbbe che sto perdendo soltanto tempo, ma non mi importa... gli voglio bene e non è una perdita di tempo, per me, se significa aiutarlo a stare bene e a rimettersi in sesto.

«Ti sei mai chiesta che cosa voglio io invece?» mi chiede.

«Beh, no, ma...»

Non è che non ho mai pensato a lui o a quello che vuole, solo che in questo caso... so che lui dice di voler continuare così, ma in realtà non è quello che vuole davvero.

«Ma prova a chiedertelo, e se non riesci a darti una risposta, beh, guarda -indica il bar alle mie spalle- è questo quello che voglio.» abbasso lo sguardo.

Perché non prova a guardare oltre?

Lo so che questa è una malattia, solo che, a differenza di tante altre malattie, da questa si può guarire. Ci sono persone che sono riuscite a smettere e ora aiutano quelli che stanno passando ciò che loro hanno passato facendogli da tutor, e se lui provasse solo una volta a parlarne con qualcuno che lo capisce, magari capirebbe che questo non è davvero cio che vuole.

«Voi non lo volete proprio capire. Io sono fatto così. Jason è fatto per stare insieme a te, io sono fatto per bere, perché è cio che mi fa stare bene e mi rende felice. Lasciami in pace Elle. Sei l'unica persona con cui ho ancora un bel rapporto e che non mi tratta come se fossi spazzatura, quindi lasciami in pace. Almeno tu.» si gira e se ne va.

Beh... se mollassi sembrerebbe che non mi importi di lui visto che ho appena iniziato, solo che... non voglio rovinare il rapporto che ci lega e, forse, con il passare del tempo si renderà conto che questo non è davvero quello che vuole e sarà una decisione sua quella di smettere...

Un gruppo di ragazzi mi passa accanto, li guardo, forse speranzosa che tra di loro ci sia Jason, l'unica persona capace di tirarmi su il morale in questo momento... lui non c'è, ovviamente, ma c'è una persona che mi rende comunque felice rivedere.

«Ciao Eleonor.» mi saluta Niall, fermandosi davanti a me.

«Ciao.»

«Come mai qui?» mi chiede curioso.

«Stavo...» non ha senso spiegargli, potrebbe non capire le mie intenzioni e giudicarmi come fanno sempre tutti: «Niente, ero di passaggio... tu?»

«Sono uscito con degli amici.» almeno lui ne ha ancora...

Forzo un sorriso e abbasso lo sguardo, non mi sento a disagio, sento solo di aver sbagliato approccio con Sterling.

«Scusa se non ti ho piu cercato...» sussurro.

«Chi ti ha reso così triste?» appoggia le dita sotto al mio mento e mi fa alzare lo sguardo: «Sei più bella quando sorridi.» sorrido leggermente.

«Sto bene, è soltanto un periodo un po' così...» non c'è bisogno che gli faccia perdere tempo per niente...

«Vuoi entrare e stare un po' con me? Se i miei amici non ti piacciono possiamo andare da un'altra parte.» mi chiede.

Forse anche lui capisce che la cosa migliore per me in questo momento è stare in compagnia e non stare da sola, ma non mi va, preferisco andare a casa e farmi un bagno caldo.

«Magari ci vediamo domani sera alla festa... è meglio che torni a casa.»

«Giusto, sì, Jason ti starà aspettando...» non so se lo dica con un tono di voce arrabbiato o triste.

«Non stiamo più insieme.»

«Questa sì che è una bella notizia!» ora è felice.

«Ti muovi o no?» un ragazzo esce dal locale e lo guarda, lui gli fa segno di rientrare e appoggia la mano sulla mia guancia.

«Allora se non vuoi entrare ci vediamo domani. Ciao Eleonor.» mi dà un bacio sulla fronte e mi supera.

«Magari cinque minuti, se vuoi ancora.» mi giro a guardarlo nello stesso momento in cui lo fa anche lui.

«Muoviti dai.» sorrido ed entro insieme a lui.

Non mi fa bene stare da sola, in compagnia invece sì, e se si tratta di persone che non conoscono me, la mia famiglia e i miei amici... ancora meglio.

Parte di meDonde viven las historias. Descúbrelo ahora