62 Lo sconosciuto

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Non è questione di cercare la metà mancante. È la luce: non sei vuota, hai solo poca luce intorno. Non esiste la mezzaluna, la luna è sempre piena. Solo che a volte il buio la copre in parte.
PLATONE

-POV DAVIDE-
Livy mi porge una borsa di tela con vari disegni di opere artistiche. <Puoi mantenere tre secondi?> Domanda e io annuisco. Si alza i capelli d'oro legandoli in una coda alta. Le accarezzo una ciocca. Ha piastrato i capelli non c'è dubbio. Sono lisci e luminosi come quelli di Carlotta.

<Sono bellissimi> le sussurro. Livia mi osserva sotto le lunghe ciglia e arrossisce.
Stiamo passeggiando approfittando del bel tempo. Il sole illumina come non ha mai fatto.

<Puoi ridarmi la busta> afferma tendendomi la mano per riprendersi la busta.

<La tengo io> ribatto scuotendo la testa. Lei sorride accendendo poi il telefono.
Intorno a noi sembra primavera. Il bello di Los Angeles è questo, tutto intorno è spiaggia e palme. Una cosa che va compresa di questa città, è che ogni zona è diversa e migliore di altre per certi aspetti. Se si cerca un quartiere di lusso, ricco di hotel e perfetto per fare shopping, Beverly Hills è il posto adatto. Se invece, si cerca un posto pieno di grattacieli e decorato da murales allora Downtown è il posto che fa per te. I distretti e i quartieri sono tanti e ancora a distanza di mesi non so riconoscerli. Tutti troppo simili e completamente diversi.

<Ti va di andare in un bar? Ho sete> dice Livy.

<Va bene> acconsento. Lei mi afferra il braccio e mi trascina lontano.
Le villette di questa zona sono rustiche. In ogni negozio ci sono insegne bellissime con fiori che spuntano da tutte le parti.

<Mio padre appena sono arrivata mi portava sempre in questo bar> spiega. Varchiamo la porta del bar e una campanellina accompagna il nostro ingresso. Alzo la testa sul tetto con decorazioni floreali alternati da travi di ferro verde. Le persone all'interno del bar sussurrano parole tra di loro o hanno il capo chino su un libro da leggere. Sotto i finestroni ci sono librerie e mensole. Il profumo di vaniglia e caffè si infonde in questa stanza. È tutto così tranquillo e perfetto. <Ci sediamo?> propone indicando un tavolo e io annuisco.

<È bellissimo qui> esclamo sedendomi.

<Già. È il posto più tranquillo che ho visto a Los Angeles> mormora prendendo il tablet posto sul tavolo. Digita qualcosa e io alzo il sopracciglio.

<A cosa serve?>

<Per ordinare>risponde tranquillamente. Alza lo sguardo e mi sorride. <In Italia non ci sono bar così?>

<No> rispondo. <Comunque scegli tu per me>

<Okay> mormora.

<Sai, qui a Los Angeles sono rumorosi quasi come in Italia> affermo <È bello vedere che ci sono luoghi silenziosi>

<In Italia siete più rumorosi di qui?>

<Decisamente si>

<Come fate? Los Angeles è caotica, piena di turisti e giornalisti per i vari scoop delle celebrità di Hollywood> asserisce Livy posando il tablet e lasciandolo sul tavolo in attesa dell'ordine.

<Miami non è così?> chiedo. Il suo sguardo si abbassa. So che le manca la sua città. Non ne abbiamo mai parlato più di tanto. Per lei il divorzio dei suoi genitori non è stato semplice soprattutto perché non vede la madre e il fratello da quasi un anno.

<Miami è elegante e ci si diverte sempre. Il mare è sempre limpido e ci sono sempre crociere gigantesche che tracciano il mare. È tutto perfetto, le feste, gli amici, la famiglia...> fa un sospiro e fissa il legno del tavolo. <Prima che mamma e papà si separassero era tutto perfetto. Papà portava mille fiori a casa e mamma si infuriava perché non sapeva più dove metterli. James, mio fratello, dormiva sempre nella mia stanza anche se ne aveva una sua. Aveva paura della sua stessa ombra. Diceva che la sua ombra si nascondeva nella notte pronta a prendersi il suo posto e di rendere perciò mio fratello un'ombra. Aveva paura del buio, ma lo comprendo, lui è sole puro> da sotto il tavolo le accarezzo il ginocchio. <Poi mamma e papà hanno iniziato a litigare. I fiori sparivano da casa e papà con loro. Sempre più turni e offerte. Viaggiava molto e spesso per Los Angeles. Mamma era sola e la casa era silenziosa. Quando papà tornava era sommerso di lavoro. Riceveva chiamate costantemente. Quando eravamo seduti tutti a tavola papà era su un altro pianeta. Col tempo tutto è cambiato. Mamma ha iniziato ad avere problemi con il lavoro perché l'azienda stava per chiudere e papà non le riusciva a dare conforto perché era da tutt'altra parte dell'America. Mamma e papà hanno iniziato a litigare e mio fratello veniva nella mia stanza non più per paura del buio ma perché non voleva sentire mamma e papà che litigavano. Poi hanno chiesto il divorzio e io e James ci alterniamo tra mamma e papà> racconta con gli occhi lucidi. Le alzo il mento ma sorride come se andasse tutto bene, come se non avesse aperto una ferita solo per mostrarmi una parte di sé.

Un diavolo bussa alla portaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora