2 E che guerra sia

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Se non potrò piegare gli dei del cielo scatenerò quelli dell'Inferno.
PUBLIO VIRGILIO MARONE

Quanto sarebbe bello svegliarsi la mattina e buttarsi sul divano strafogandosi di cibo e guardando un film infagottata nelle coperte. Peccato che la vita è ingiusta e dà questi piaceri solo ai privilegiati. Certa gente dovrebbe sparire dalla faccia della terra. La loro fortuna dovrebbe essere un'esclusiva data solo ed unicamente a me. Non sono egoista, solo che svegliarsi presto per andare a scuola il primo settembre lo trovo assurdo.
Solitamente oggi inizio i compiti delle vacanze. O meglio, li inizio a copiare da Dade.
Mi alzo e inizio a vestirmi. La camera è piccola ed è interamente bianca. Le pareti bianche sono troppo spente per i miei gusti. Di fronte al letto c'è una scrivania bianca su cui è poggiato il mio zaino. Lo apro e butto fuori tutte le cose che ci tenevo dentro. Sistemo i vestiti nell'armadio scegliendo cosa indossare oggi. Una maglia blu con una scritta bianca davanti e dietro mi sembra appropriata e afferro un jeans comodo con un piccolo strappo sul ginocchio destro. Prendo i vestiti per poi andare in bagno per lavarmi e cambiarmi. Indosso un cappello dello stesso colore della maglia e le Converse nere con cui sono venuta. Osservo il mio riflesso allo specchio. Rispetto a ieri sera ho ripreso un po' di colore. Le guance sono del loro normale rosa tenue contrastando il grigio degli occhi. Sistemo i capelli davanti alle orecchie e sotto al cappello, dando un po' di ordine ai miei capelli mossi. Esco dal bagno con un sospiro.
La casa è vuota. Probabilmente Aron starà ancora dormendo. Sorrido contenta di godermi questi minuti di totale silenzio e tranquillità. Ripenso a questa notte. Mentre le stelle recitavano il loro spettacolo, io mi sono persa in una casa piccola dove ci sono tremila cartelli stradali, ma nessuna indicazione per il bagno. Il mio coinquilino è davvero inutile.
Mi siedo su uno sgabello vicino al bancone mentre bevo un bicchiere d'acqua.
Aron sbuca dalla porta della sua stanza. Indossa una maglia a mezzemaniche blu scuro che gli aderisce sulle spalle larghe e il fisico asciutto. Mi saluta con un accenno del capo ed io faccio lo stesso. Apre il frigo con un una straordinaria eleganza e tira fuori il latte. Lo versa in un bicchiere e poi lo posa. Io lo guardo stranita. Non per qualcosa, però avrebbe potuto offrirmelo visto che mi sono presentata a casa sua con pochi soldi. Sapevo che fuori dall'Italia, le persone non erano molto accoglienti (o per lo meno così dicono i pregiudizi), però poteva essere generoso. <Che hai?> domanda acidamente. Siccome oggi non ho voglia di litigare alzo le mani in alto in segno di resa. Se mi metto a litigare pure con il coinquilino impazzisco. Devo rimanere concentrata sul motivo per il quale sono venuta qui a Los Angeles abbandonando la mia famiglia. <Comunque devi firmare questo> continua lui porgendomi un foglio. La calligrafia è elegante, ma quando la leggo manca poco per strozzarmi con l'acqua.

Regole di una felice convivenza
1. Nessuna festa
2. Nessuna persona invitata
3. Il bagno è uno e quindi si fa velocemente, massimo 10 minuti
4. La spesa è ognuna per sé e si metteranno i nomi su ogni cosa che si compra. Esempio: sulla tua acqua ci sarà il tuo nome mentre sulla mia il mio
5. Ogni volta che si usa qualcosa la si deve mettere a posto
6. Il frigo si divide. La parte alta è la mia e sotto c'è la tua

7. Nella mia camera non puoi entrare
8. Vietato l'accesso nella stanza in fondo al corridoio
P.S. Sono presenti telecamere. Perciò un po' di privacy puoi averla solo nelle camere da letto e nel bagno.

Lo guardo stranita. <Cosa dovrei farci con questo?> chiedo con una voce stridula persino alle mie orecchie. I nervi saldati si scollano e saltano. Mi sento un treno che corre a tutta velocità. Se non rallento finirà che romperò i binari.

<Devi firmare l'accordo> mi risponde calmo sorseggiando il suo latte. Vorrei che gli andasse di traverso.

<Questo non c'era scritto quando ho affittato questa casa> ribatto lamentandomi.

Un diavolo bussa alla portaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora