33 Passato e futuro in collisione

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Gli incontri più importanti

sono già combinati dalle anime

prima ancora che i corpi si vedano.

PAULO COELHO


Da quella notte sono passati due giorni. Due giorni in cui ho rimuginato su ciò che è accaduto. Essere me significa tante cose. Significa essere una bisbetica bipolare. Arrabbiarmi per la minima cosa. Amare gli Imagine Dragons e urlare tutte le loro canzoni. Essere me significa aver fatto il conto con il mio passato. Un foglio di carta accartocciato che brucia nel camino. Il fuoco e il gas che emette, sono impregnati come cenere sulla mia pelle. Osservo i piccoli tagli che i vetri mi hanno procurato. Essere me significa capire il contesto. E per capire il contesto bisogna risalire a ciò che è avvenuto prima. No, non inizierò a parlare degli Ittiti o della fondazione dell'Impero Romano. La storia non fa per me, eppure ho dovuto toccare il passato dei miei genitori con le mie mani per capire il mio. Esattamente come un paleontologo.

Mio padre, Cole Davis, è nato e cresciuto a Los Angeles. Come ogni ragazzo della sua età, tra i banchi di scuola ha conosciuto quelli che poi sono diventati i suoi migliori amici: Anthony Allen, Gabriel Clarke, Aidan Green, Logan Jackson, Chris Lewis e infine Timothy Walker. E già, il padre del mio coinquilino era uno dei migliori amici del mio. Terminata la scuola hanno iniziato ad andare al college. Allen, Clarke, Green, Jackson, Lewis e mio padre sono andati a studiare economia e si sono laureati con il massimo dei voti. Walker è andato a studiare alla New York University allontanandosi di conseguenza dagli altri che hanno iniziato a lavorare tutti insieme. Il loro però non era uno di quei semplici lavori di cui andare fieri e finirono in un brutto giro. I loro lavoretti sbarcarono oltre i confini americani. Si divisero tra gli stati. Mio padre finì in Italia. Lì ha conosciuto mia madre: Aurora Barbieri. Hanno viaggiato molto. Mio padre non le ha mai confessato il suo lavoro. Le riunioni tra i vecchi amici si svolgevano sempre nella loro città Natale: Los Angeles. In onore alla vecchia amicizia con Walker lo invitarono. Da quel giorno la loro amicizia si frantumò come vetro. Le due fazioni erano deluse. Timothy desiderava una vita migliore. Gli altri erano così esaltati da non accorgersi appieno di ciò che facevano. Gli anni passavano per tutti, ma i segreti erano una fortezza inespugnabile. Erano stati amici un tempo, ma quel tempo era giunto al termine. La mamma era ancora troppo ingenua e innamorata da credere che papà facesse delle semplici riunioni di lavoro. Era troppo occupata a prendersi cura di me e dei miei fratelli per aprire gli occhi. Timothy intanto, indagava su ciò che i suoi vecchi amici facevano. Scoprì qualcosa di troppo e venne scoperto. Venne ucciso insieme a sua moglie da un uomo ingaggiato dal Gestator. Camuffarono l'omicidio per un incidente. Ognuno degli uomini aveva un nome. Il soprannome di Anthony Allen era proprio Gestator. Quando mia madre iniziò ad avere dubbi riguardo all'uomo nero che abitava nella sua stessa casa, era troppo tardi. La polizia li beccò. Finirono tutti in carcere eccetto Anthony che mise fine alla sua vita. Con un padre in carcere e una madre a badare a cinque marmocchi sono cresciuta in Italia. Aron dopo l'incidente dei suoi ha condiviso la casa con lo zio fino ai sette anni. Tyler ha seguito le orme del padre facendosi chiamare con lo stesso soprannome di Anthony, nonché Gestator.

Tutto ciò mi è stato chiaro dopo la cattura di Tyler. Da quella notte tutti i giornali degli Stati uniti parlano di ciò che è accaduto chiarendomi dubbi. Alcuni telegiornali hanno spiegato meglio ciò che è accaduto in passato. Il caso Walker è stato archiviato come omicidio e non più un semplice incidente. 

Si potrebbe dire che la mia vita procede perciò a gonfie vele, ma non è così. Non esco di casa da quella notte poiché i giornalisti si sono piazzati sotto casa come fastidiose formiche.

Se qualcuno mi avesse spiegato ciò che era avvenuto passo dopo passo e tenendomi la mano, forse tutto questo sarebbe stato più semplice. La visione distorta del modo di vedere di Tyler ne è la prova. Era solo e abbandonato a sé stesso. Cercava un rifugio dove non c'è un tetto e delle mura. Ma questa è un'altra storia. Da quella notte è sorto un altro giorno con i colori pastello. La neve continuava a decorare le strade come una soffice pioggerellina. Da quella notte è un nuovo giorno, una nuova vita. Come una fenice che rinasce dalle proprie ceneri, io rinascerò dalle mie. Mi alzo dal letto cercando il mio telefono sul comodino. Il mobiletto di legno è vuoto. <Chi ha preso il mio telefono?> domando urlando uscendo dalla mia camera e diretta dove solo il rapinatore può trovarsi. Chi diavolo è il ladro per il quale ho interrotto il mio bellissimo monologo interiore?

Un diavolo bussa alla portaWhere stories live. Discover now