38 Colori e emozioni

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Mi sono sempre chiesta come dovesse apparire il mondo da dietro a quelle lenti meravigliose. Mi sono chiesta se con un diverso colore di occhi si vede il mondo in modo diverso. E se, di conseguenza, il mondo ci vede in maniera diversa.

TAHEREH MAFI

-POV GINNY-
Un muro bianco non è mai realmente bianco. In sé contiene pigmenti grigi, gialli, azzurri. Il bianco per natura è candido. Candido a tal punto che innervosisce. Non esiste nessun colore così perfetto così come nessuna persona che lo è. I pigmenti variano di sfumatura dando effetti d'avorio o panna. Il bianco è il colore più puro e più bizzarro. Assenza di colori. Assenza di vita. Assenza di espressività. È impossibile l'assenza dei colori. Chi lo ha detto che quel colore è in realtà assenza degli altri?

Per me il bianco è l'origine. Il muro ne è la dimostrazione. Il bianco include altre piccole sfumature. Inizialmente è bianco ma poi piccoli graffi grigi o aloni gialli lo macchiano. Forse lo decorano inconsciamente. A piccole dosi, ma li contiene.

Le persone sono esattamente così. Sembrano tutte bianche e poi... e poi vedi semplicemente quella piccola sfumatura. Vedi la vita in quegli occhi. Vedi il dolore nel grigio. Vedi uno sciame di emozioni nelle lentiggini. E mille dubbi e domande nelle sue reazioni.

Mi chiedo questo mentre osservo il muro in attesa che Teo finisca di legare il sacco da boxe sotto l'albero in giardino.

Non sono gasata, di più.

Ho le vene che scoppiano di elettricità. Il cuore pompa adrenalina allo stato puro.

Gioco nervosamente con le dita. Due, cinque, dieci. Dieci dita. Le stringo e le distendo. Cavolo, ho davvero bisogno di toccare il cuoio del sacco.

<Tra quanto è pronto?> Domando reprimendo l'impulso di saltellare sul posto. Mi avvicino a Teo che sta fissando la catena intorno a un ramo abbastanza resistente da mantenere il peso dei colpi.

<Non rompere, Gin> brontola lui. Totta si avvicina a noi. Ha i capelli legati in un'ordinatissima coda di cavallo. Non ha nemmeno un capello fuori posto.

<Ti abbiamo voluto anticipare il regalo di natale. Non fa niente vero? Sappiamo quanto ti mancava> non rispondo alla sua domanda. Lei sa già che sono super contenta anche se a Natale non riceverò nessun regalo. Natale...

Mancano 21 giorni a Natale.

Dovrei dare i soldi dell'affitto a Walker. Glieli avrei dati stesso oggi se lui non fosse uscito di fretta mentre i miei fratelli mi davano il regalo.

Non so cosa gli sia preso. Aveva lo sguardo rivolto davanti a sé. I muscoli tesi si muovevano in fretta. Aveva i capelli bagnati, segno che avesse fatto una ricca doccia. Le scure occhiaie lo rendevano nervoso. Stavo per chiedergli dove stesse andando ma poi qualcosa mi ha fatto stare zitta.

"<Cresci, Ginevra>" aveva detto. Mi aveva dato della mocciosa. Glielo avrei fatto vedere io chi dei due dovrebbe crescere.

<Per quanto riguarda i soldi... dovremmo trovare un lavoro> inizia Dade con un sospiro. <Stiamo usando l'eredità di mamma ma non possiamo continuare in eterno. Siamo cinque di noi e nessuno lavora>

<Dade ha ragione e io non ho la minima intenzione di andare a chiedere a papà se ci può fare un prestito> interviene Ale. Già, non ci penso nemmeno io. Non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello di fare una visita a mio padre in carcere. Che rimanesse a marcire per altri mille anni.

<Qualche idea su cosa fare?> Chiede Carlotta scrollando le spalle.

<Dade potrebbe dare ripetizioni. Noi potremmo lavorare in un bar o come commessi, non so. Dobbiamo sbrigarci. I soldi non sono illimitati e i viaggi con l'aereo ci hanno tolto davvero molto.> Afferma Teo allontanandosi dal sacco da boxe. Gli salto addosso assestandogli uno schiaffo amichevole sulla nuca con euforia. Ha finito di montare il sacco da boxe. Lui si mette a ridere mentre io mi avvicino al sacco.

Un diavolo bussa alla portaWhere stories live. Discover now