11 Strane alleanze

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Scegli i tuoi alleati e impara a lottare in compagnia, perché nessuno vince una guerra da solo.
PAULO COELHO

Sono in camera mia a pensare a ciò che è successo ieri sera da almeno 2 ore. Dopo le parole di Aron, non l'ho più visto. Sono tornata a casa perché ero mentalmente stanca. Non so cosa mi abbia stancata di più, se lo sguardo di Aron quando mi ha parlato o ciò che hanno detto i tre uomini.
Che vorrebbe significare "Grande Albero"?
Afferro il telefono e scrivo a Josh un "Hey". Aspetto una risposta e quando sto per spegnere il cellulare lo vedo entrare online.

Hey, che fine hai fatto ieri?
Mi risponde subito.

Mi annoiavo. Hai da fare?

No, tu?

No. Andiamo al Venice Boardwalk?

Si. Ci incontriamo al supermercato.

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Sono al supermercato che ho scoperto alla nostra prima uscita e che adesso è diventato il nostro luogo di incontro. Josh è in ritardo di almeno 10 minuti. Sbuffo. Quel ragazzo me la pagherà cara.

<Sempre bello vederti> esclama il ritardato (non ritardatario). Gli faccio il broncio mostrandogli l'orario del telefono. <Sei sempre bella, soprattutto con il broncio> continua lui beffandosi di me e dandomi uno scappellotto sulla testa.

<Ricordami di comprarti una sveglia e come suoneria la mia voce che ti urla di sbrigarti o mi incazzo> ribatto atona ignorando il suo commento.

<Sai che bel risveglio> dice lui sorridendo e alzando gli occhi con aria sognate. <La tua dolce voce stridula di prima mattina a rompere i timpani> sospira con fare estasiato per prendermi in giro. Stavolta è il mio turno di dargli uno scappellotto. Lui in risposta, inizia a ridere.

<È questo quello che mi dici dopo che mi hai abbandonata per stare con quel tipo?> asserisco cambiando argomento e iniziando a camminare.

<Oh, allora è questo il motivo del broncio. Sei gelosa> afferma lui con un sorriso sornione e sarcastico stampato in pieno volto. Gli tiro una spallata.

<Ahia, mi hai beccata. Adesso come farò? Il mio amore per te è stato scoperto> rispondo facendo scoppiare entrambi in una fragorosa risata. <Comunque> inizio cercando di riprendermi. <Tu e quel tizio...> Ci guardiamo per qualche secondo. I nostri sguardi si interrompono non appena lui inizia scuotere la testa facendo oscillare i capelli lisci che gli ricadono sulla fronte.
Josh è davvero bello ed è anche gentile e intelligente. Peccato sia gay. Qualunque ragazza sarebbe felice di avere uno come lui come fidanzato.

<No, non è il mio tipo> replica con un sorriso sulle labbra parlando con sincerità.

<Strano. Quando stavo tornando a casa vi ho visti. Sembravate fatti l'uno per l'altra> confido alludendo a loro due che si baciavano in un angolo appartato della discoteca.

<Invece eravamo fatti e basta> ribatte lui sicuro. <Tu invece che fine avevi fatto?>

<Sono stata un po' sui divanetti e poi sono andata a bere> taglio corto. Non mi va di raccontargli del Gestator perché farlo, significherebbe metterlo in pericolo.
Lui mi guarda alzando gli occhi al cielo non credendomi. <Comunque. Sai dove si trova il Grande Albero?> domando cercando di sembrare il più naturale possibile. Anche se non voglio che sappia del Gestator non escludo che possa aiutarmi inconsapevolmente, del resto non conosco nulla della città.

<Il che?> chiede guardandomi come se fossi pazza.

<Qual è il Grande Albero di Los Angeles?> riformulo la domanda sperando che lui conosca la risposta.

Un diavolo bussa alla portaWhere stories live. Discover now