52 A Natale sono tutti più buoni

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Ora mi sento come se stessi aspettando qualcosa che so non arriverà mai perché adoro illudermi e sperare, ti senti più vivo mentre lo fai.
BUKOWSKI

-POV MATTEO-

Un'insegna luminosa mi acceca gli occhi. Le mura sono decorate da delle lampade a neon. La musica risuona alta coprendo ogni mia parola.

<Matt> Rose richiama un ragazzo nella folla. Il ragazzo in questione, si gira verso la rossa e le sorride. Si passa una mano tra i capelli scuri allontanandosi da una ragazza con cui stava parlando. Cammina sciolto con la sua camicia scura che esce disordinatamente dai pantaloni.

<Che bello rivederti, Rose> la saluta lui cordialmente. <Non dovresti essere a scuola?>

<Forse, ma dobbiamo parlare di una cosa importante> sussurra lei guardandomi. Il ragazzo mi guarda a sua volta. Mi squadra da capo a piede poi sorride. Sostengo lo sguardo sfidandolo a fiatare.

<Andiamo in un'altra stanza, ma penso non ci sia problema> dice Matt avviandosi verso una porticina. Lo seguo senza voltarmi indietro.

-POV GINNY-

<Non correre> si lamenta Carlotta. Alzo gli occhi al cielo mentre mi raggiunge con dei fogli sparsi in mano facendo passettini perché non riesce a mantenere l'equilibrio.

<Non capirò mai perché ti ostini a camminare con quei trampoli> mormoro appena è abbastanza vicina da sentirmi.

<E io non capirò mai che cosa ci prova a vivere laggiù> replica porgendomi i fogli per sistemarsi la giacca.

Mi mordo la lingua. Lei con i tacchi arriva alla mia altezza quando sono con le scarpe da ginnastica.

<Se ti muovi arriviamo a casa prima> borbotto afferrandole il braccio.

<Dobbiamo vederci un film di Natale. Tra qualche settimana è la vigilia e non abbiamo nemmeno visto un film> mormora.

<Potremmo vedere Il Grinch> propongo.

<Già visto troppe volte>

<Qualcuno salvi il Natale?>

<Mh... no>

<Mamma ho perso l'aereo?>

<Un classico, andata> concorda lei scoppiando a ridere. Da lontano si sentono dei passi muoversi scoordinati e avvicinarsi. Ci giriamo e vediamo una mandria di ragazzini con a capo mio fratello. Alessandro scappa da dei ragazzini del primo anno con in mano due maracas.

Sgrano gli occhi quando mi sento afferrare per le spalle. Ale mi usa come scudo. <Che stai facendo?> domando. Lui afferra anche Carlotta sistemandola meglio per coprirsi.

<Mi sento usata> mormora lei pestandogli il piede con i tacchi. Ale soffoca un gemito. Poveretto. Probabilmente avrà un buco sulla scarpa per quanto sono appuntiti quei trampoli.

<Cuor di leone> borbotto quado vedo i ragazzini correre verso di noi.

Meglio non farsi domande e sperare che lo spirito del Natale scenda su di noi colpendoci e facendoci salire sulla slitta rossa trainata dalle renne.
Mi sono già scocciata di andare a scuola svegliandomi tutti i giorni presto solo per congelarsi.

<Shh> sussurra il cavaliere della Tavola Rotonda. Il coraggioso e onorevole Messer Alexander.

<Dov'è andato?> chiede uno dei primini. Che belline le matricole che non capiscono che mio fratello è dietro di noi. Non notano che nella nostra direzione ci sono due teste visibili e sei piedi?

Un diavolo bussa alla portaWhere stories live. Discover now