Capitolo 97

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19 Febbraio 2001
St. Louis, Missouri
Pov. Chyna
Sono sicura che nessuno di loro si aspetta di vedermi, Vince mi ha già riepita di falsi elogi per l'uscita del mio libro e pensa di poterci guadagnare qualcosa in vista di Wrestlemania. Aspetto che gli altri escano dalla doccia per salutarli, è stato difficile nascondergli il mio arrivo ma è stato ancora peggio rimanere lontano dalle scene per un mese. Mi manca lavorare con Eddie, anche se ultimamente Sean mi sta dando il tormento con le sue telefonate quotidiane. Mi siedo in prossimità dell'area ristoro, stasera come sempre ci sono alcuni familiari dei miei colleghi ma non mi va di parlare con nessuno di loro. La moglie di Eddie è veramente pesante e la moglie di Chris è più antipatica di una strega. Da quel che riesco a sentire le due ripartiranno tra poco, destinazione resort di lusso in California tutto finanziato involontariamente dai mariti. Mi dispiace per loro, se li avessi conosciuti prima gli avrei regalato dei preservativi così avrebbero evitato di fare figli con queste arrampicatrici sociali. Mi prendo un bicchiere d'acqua mentre aspetto che le due primedonne con figli al seguito finiscano di parlare di pellicce e di borsette quando vedo Shane entrare con aria sconsolata. Afferra un bicchiere di carta facendo cadere tutta la pila, sembra piuttosto distratto e fa scoppiare una lattina nel tentativo di aprirla: "Che combini? Ti do una mano". Prendo una manciata di fazzoletti per cercare di asciugare la pozzanghera di Coca- Cola che si è creata sul pavimento, le due dive si scansano prontamente dal tavolo per evitare che il liquido gocciolante gli sporchi le scarpe nuove. "Che schifo! Non sai nemmeno aprire una lattina? Stai attento!". Vickie ci osserva con superiorità mentre Nancy fa segno a un tipo dello staff di mandare qualcuno a pulire. "Voi non sapete nemmeno prendere un fazzoletto e abbassarvi ad asciugare. Sono cose che capitano. Comunque ho fatto, non serve". Shane mi ringrazia per averlo aiutato e si siede in disparte con la sua lattina mezza vuota, le due donne hanno ripreso a farsi gli affari loro e a guardare i bambini giocare con i bicchieri caduti a terra. Mi dispiace vedere Shane così triste, di solito è sempre allegro e vitale. "Hai avuto una brutta giornata?" Gli domando sedendomi accanto a lui. "No" risponde velocemente per tornare a farsi gli affari suoi fissando le scritte sulla lattina. "Ne sei sicuro?". "Tutti mi odiano. Dovrei dimettermi, ho fatto un casino. Domani me ne vado, è l'ultima volta che mi vedrai qui". "E dove vai? Che hai fatto?". Non mi guarda nemmeno negli occhi e non riesce a stare fermo sulla sedia: "Solo questa settimana ho perso le chiavi dell'ufficio di mio padre, ho messo il mio copione nel tritadocumenti e non posso averne un'altra copia per punizione, avevo un match in programma ma me lo hanno annullato perché non riesco a ricordare le mosse che devo fare e come se non bastasse la mia idea dello store sul confine canadese è un flop e il negozio non fattura quanto previsto. Non combino niente di buono, ha ragione papà". Cerco di consolarlo ma non so proprio cosa dire, tutto ciò sembra quasi surreale: "Beh, dovresti fare più attenzione magari... tutti perdono le cose". "Ho un deficit da attenzione. Grazie al cazzo". In questo momento vorrei sotterrarmi per la brutta figura che ho appena fatto, le due dive si sono girate per guardarmi male. "Ah... scusa, mi dispiace tanto. Io non lo sapevo". "Certo, per te sono solo stupido, vero? Per tutti voi lo sono". "Non è vero... ma tuo padre non lo sa? Non hai fatto apposta immagino, e poi sono cose rimediabili...". Cerco di consolarlo come posso, mi rendo conto che non sia facile essere il figlio del capo e tutti hanno molte aspettative su di lui. "È da quando avevo 8 anni che lo sa, ma non riesce ad accettarlo. Pensa che io lo usi come scusa per giustificare i miei errori. Ormai ho capito che si vergogna di me, come se lui non fosse imbarazzante... comunque dimmi come dovrei fare a rimediare, perché a me sembra che non ci sia altra soluzione se non che io me ne vada". "Non dire così, si può sempre cambiare la serratura della porta, e poi non è passato neanche un anno da quando lo store ha aperto". "Non penso basti a convincere mio padre. So che stai cercando di consolarmi, ma non cambierà niente. Vorrei solo essere normale". "Hai avuto un sacco di idee geniali...". "Basta Chyna, sei patetica. Perché cerchi di consolarmi? Per caso pensi che io sia ritardato? Dillo se è così. Mi guardate tutti con quella faccia compassionevole, pensate che non me ne sia mai accorto? È tutta la vita che succede,  papà ha ragione: sono un coglione". Ma perché se la prende con me? Anche lui! Ma cosa hanno tutti oggi? "Io cercavo solo di essere gentile con te, perché mi rispondi male? La prossima volta arrangiati e non venire più a piangere da me. Sei maleducato,  ha ragione tuo padre. Finché non cambi atteggiamento nessuno potrà aiutarti". "Io non sono venuto a piangere, ho solo detto di avere un problema e ora mi dici che faccio la vittima?". "Vaffanculo". Faccio per prendere la borsa ma improvvisamente entrano Hunter e Stephanie. I due ridono come degli stupidi,  non capisco che cosa abbiano da ridere di noi. "Che cosa? Ma vai tu a fanculo". "Sei un maleducato, cercavo solo di consolarti". "Dicendomi che sono ritardato?" "Io non l'ho mai detto, Shane". "Che succede qui? Ciao Joan". Stephanie interrompe il nostro litigio avvicinandosi subito a suo fratello, mi allontano leggermente perché a giudicare dal suo tono di voce è piuttosto raffreddata e non voglio prendermi un raffreddore. "Lascia stare Steph, me ne vado". Afferma Shane arrabbiato per poi lasciare la stanza. Mi avvicino ad Hunter per salutarlo ma anche lui non sembra di buon umore: "Ciao amore". "Ciao... che fai qui?" Mi domanda stupito per poi soffiarsi il naso in un fazzoletto di carta. Vedo che Stephanie ha già sparso i suoi virus,  e io che speravo di uscire con Hunter... "Ti ho fatto una sorpresa! Oggi pomeriggio ho presentato il libro ad una fiera. Non sei contento di vedermi?" Mi avvicino a lui per baciarlo ma mi respinge subito: "Meglio di no, sono raffreddato... spero di non essermi preso l'influenza". Stephanie si è presa del succo di arancia e si è quasi strozzata bevendo per via di un colpo di tosse. Ma dove sono stati questi due? "Ma dove siete stati tutti e due per ammalarvi così?" "In ufficio, la segretaria di mio padre aveva una tosse... metà del personale è a letto, mi sa che ci andrò anch'io. Ciao Paul, ciao Jo". Stephanie scappa via chiudendosi il cappotto e ne approfitto per parlare con Hunter da soli: "Amore, non ti senti bene?" "No. Vado a dormire anche io, scusami". "Ti accompagno. Sono venuta per stare insieme, posso prepararti un bagno caldo". Mi dispiace che lui non si senta bene, almeno non avrei fatto il viaggio per nulla. "Amore no... tranquilla, starò bene. Vai con le tue amiche, sicuramente fanno qualcosa in città". "Sei sicuro? Vuoi che ti porti a casa prima?" "Ho detto di no. Divertiti stasera. Ciao". Rimango da sola immobile a guardarlo mentre se ne va, ma che ha? Cerco di ignorarlo per non rispondergli male, è solo ammalato. Esco in corridoio e fermo Eddie e Chris, le loro mogli se ne sono appena andate e sono tutti vestiti eleganti pronti per fare serata. "Hola Mamacita! Che fai qui?" Li saluto con un abbraccio, mi sono mancati in questo periodo. "Ero venuta per uscire a cena con Hunter, non lo vedevo da quasi due settimane ma alla fine si è preso l'influenza ed è andato a dormire. Voi che fate? Vi prego, posso venire?" "Ma certo che puoi venire! Pensavamo di andare per locali, una cosa tranquilla dato che Eddie ha appena fatto pace con sua moglie, vero?" "E tutta la settimana che quei due cabrones stanno vicini, era questione di giorni. Stephanie es enferma da ieri". "Vuoi dire è malata da due giorni. Si dice così nella nostra lingua". "Chris,lo sai che non imparerà mai l'inglese ". Ci divertiamo sempre a prenderlo in giro, io sapevo che El Paso si trova in Texas ma da quel che ho potuto vedere in quella città la maggior parte delle persone non capisce niente della lingua ufficiale del paese. "Vorrei sentire voi parlare in spagnolo". "Eddie, tu sei americano! E poi io parlo lo spagnolo". "E io il francese. E anche l'italiano un po'. Tu sei l'unico che non sa parlare inglese nonostante tu sia americano". "Yo soy mexicano! Smettetela di prendermi in giro, sto seguendo un corso di inglese. L'ho imparato  solo a scuola, io vivevo con mì gente. Vince mi ha detto che quando parlo nei promo non si capisce nulla, che se lo ficchi nel culo il libro di inglese e la sua pronuncia. La costituzione tutela le minoranze solo a parole". "Secondo me dovresti seguire le lezioni invece. Ti aiuterebbe a non perdere la cittadinanza". Scoppiamo tutti a ridere, il suo accento è così marcato che non si capisce nulla quando parla soprattutto da ubriaco. "Hola amigos! Chi si rivede! Sei tornata tra noi oppure sei troppo famosa per i tuoi amici?" Amy ci sorprende alle nostre spalle insieme a Matt, il quale è troppo impegnato a parlare con suo fratello Jeff per potermi salutare. "Che bel vestito! Grazie per l'interessamento tesoro, mi è passato il mal di schiena". Fa un giro su se stessa per mostrarmi il suo abito zebrato piuttosto succinto,  come minimo anche lei tornerà raffreddata se non indosserà un cappotto per uscire. "Grazie, l'ho fatto io. Bello eh, Eddie non ci credeva quando ho detto che avrei trasformato la sua maglietta. E tu che volevi buttarla, non si butta niente!". Ci dirigiamo verso il parcheggio dopo esserci accordati su dove andare, a quanto pare l'unico che non ci sarà del gruppo sarà proprio Hunter e mi dispiace che sia così. Ci dividiamo per raggiungere le rispettive auto, Eddie si è offerto di portarmi ma subito Chris ci precede: "Si va con la mia". "Un momento: no! Ognuno con la sua". "Eddie, te lo scordi. Ti hanno quasi beccato l'ultima volta, sorridi e annuisci al posto di blocco non potrà risparmiarti l'alcol test a vita". Eddie mi guarda furioso, vorrebbe che prendessi le sue difese ma non mi va di finire in carcere questa sera. "Guiderò io la tua auto, tanto non berrò". "Mamacita, no toques mi coche! Non se ne parla. Non sai parcheggiare". "Parcheggerò dove è libero... faremo due passi, ok?" "Jo, guiderò io l'auto di Eddie. Dammi le chiavi, andiamo con la sua". "Perché non mi insegnate a guidare invece che prendermi in giro?" Gli domando un po' delusa. "Perché hai la patente, dovresti già saper guidare". Chris è il solito antipatico, spero che sia lui a rigare la low rider di Eddie a questo punto. "Meglio per noi Eddie, ci guarderà bere una fila di shottini di tequila".
Pov. Triple H
Busso alla porta di Stephanie, è ormai notte inoltrata ma Jo non è ancora tornata in hotel e penso sia troppo presa a divertirsi per chiamarmi. Apro la porta cercando di fare meno rumore possibile, ieri sera Vince non ci ha sentiti ma non significa che non abbia notato che abbiamo entrambi lo stesso virus. Non è stata una grande idea farmi dare la chiave della sua stanza per farlo durante la notte, spero che mi passi questa influenza terribile. Non mi aspettavo che Jo mi avrebbe raggiunto, per fortuna però mi sono ammalato con tempismo. "Steph!" Sussurro mentre mi avvicino a lei, il suo letto è pieno di fazzoletti e sul comodino c'è una tazza di brodo lasciata a metà. "Tutto bene?" Sposto un po' la coperta per scoprirle la testa, non sembra stare molto bene e le accarezzo i capelli mentre si sveglia. "Secondo te? Sto di merda". Mi siedo accanto a lei, anch'io mi sento uno schifo ma cerco di non starnutire nel suo letto. "Papà è venuto a vedere come stavo e mi ha costretta a bere il brodo di pollo, gli avevo detto che non era una buona idea e infatti ha fatto una brutta fine. Tu come stai?" La bacio infilandomi sotto alle coperte, le sue mani calde mi fanno passare i brividi mentre mi abbraccia forte con un maglione morbido. "Credo di averlo già visto questo". Rimane in silenzio nascondendosi sul mio petto, ecco dov'era il mio maglione di cachemire. "Ok... ho rubato dal tuo armadio. Ho preso solo questo!" "Dovrei fidarmi? Comunque tranquilla eh, tienitelo". "Grazie" risponde sfiorandomi le labbra come se stessi parlando seriamente, mi piaceva quel maglione... "Sta meglio a te amore". "Grazie, ma in questo momento farei schifo con tutto. Ho il naso rosso a forza di soffiarlo, le occhiaie e poi non ho neanche un po' di trucco!" La bacio stringendomi a lei sotto alle coperte, io la trovo bellissima anche così e vorrei poter dormire con lei anche questa notte... "A me piaci... sei bella pure con l'influenza". "Non è vero! Piuttosto tu che mi dici? Non ci credo che sei stato male, sei perfetto!". La bacio di nuovo sfiorandole i fianchi da sotto i vestiti, subito si riaccende in me la voglia di lei e le tocco il seno con una mano mentre con l'altra scivolo verso i glutei. Le sposto i pantaloni e la stimolo lentamente con le dita, Steph non sta opponendo resistenza e al contrario delle aspettative sta apprezzando il mio gesto. Ci baciamo a fatica,con il fiato corto per il raffreddore ma uniti come sempre. La provoco per un po', mi dispiace che si senta male ma allo stesso tempo mi ha dato la scusa pronta davanti a Jo, mi auguro di aver contagiato qualcuno durante la puntata così non sospetterà di noi. Cerca di togliermi i vestiti ma oppongo resistenza, ho freddo e non voglio rischiare che qualcuno entrando mi veda nudo. "Meglio di no, potrebbe tornare a vedere come stai". Riprendo a baciarla sollevando la coperta su di noi, mi abbasso un po' i pantaloni per iniziare ma lei mi interrompe: "Hai un preservativo? Sono stata male, meglio non rischiare". "No, non ce l'ho. Di solito non li usiamo". Faccio mente locale e penso a dove potrei comprarli, in zona non mi sembrava di aver visto nulla di aperto e Jo potrebbe tornare nel frattempo. "Tu non ne hai uno?" Le domando prima di disperarmi. "No, altrimenti non te l'avrei chiesto". Merda. "Sono tutti fuori, non posso andare da tuo padre a chiederglielo quando la mia ragazza non è nemmeno qui. Capirebbe. E poi... io non chiedo un preservativo al mio capo". Stephanie scoppia a ridere improvvisamente, tutto ciò è assurdo. "Aspetta, mio fratello forse ne ha". "Non succederà niente, posso smettere prima". "Sicuro?" Riprende a baciarmi togliendosi il maglione, nonostante sia malata mi fa capire che ha voglia e mi stringe a sè accarezzandomi la schiena da sotto ai vestiti. "Tranquilla, finirò fuori. L'ho già fatto". Inizio a baciarle il collo per poi scendere più in basso fino al seno, mi sfila la felpa mentre ho la testa china su di lei e sento improvvisamente freddo ma provo a non farci caso e sposto la coperta per darle piacere con la lingua: mi afferra i capelli con entrambe le mani chiedendomi di farlo più veloce, alzo per un attimo lo sguardo per assicurarmi che le piaccia e continuo cercando di non pensare al fatto che potrebbero sentirci. Inizia ad ansimare, la guardo negli occhi per farle capire di non fare rumore ma il suo godimento non fa altro che eccitarmi di più. Continuo a farla eccitare, insistendo dove le piace di più: Steph mi tira i capelli facendomi piuttosto male, ignoro il fastidio sapendo che le sta piacendo fino a quando le sfugge un gemito. Mi interrompo sul momento migliore, so che vorrebbe iniziare e le metto un cuscino sotto alla schiena per fare meno fatica: inizio cercando di fare piano, nonostante non abbia ancora fatto niente mi sento già stanco per via dell'influenza ma provo a continuare. Stephanie mi guarda in attesa che io cominci a muovermi seriamente, spingo in profondità e la guardo trattenere il respiro mentre inizia a godere del rapporto. Mi asciugo la fronte con il dorso della mano, la febbre mi sta facendo sudare più del dovuto ma la sensazione di piacere supera la fatica: la paura di essere scoperti mi eccita ancora di più, Jo potrebbe tornare e non trovarmi ma la cosa non mi spaventa. Mi chiedo cosa starà facendo con Eddie e Chris, forse lo stesso che io faccio con Steph. "Solo così sai fare?" Mi domanda sottovoce mentre ansima, aumento il ritmo per darle piacere e la sento finalmente gemere un po'. La guardo negli occhi mentre mi godo la sensazione, Steph sta godendo cercando di non urlare e io provo a fare lo stesso. La stanchezza della febbre ha lasciato il posto al piacere, sento che inizia quasi a bruciare dalla forza che ci sto mettendo nelle spinte ma ad entrambi sta piacendo troppo per smettere. Purtoppo devo smettere prima di finire: cerco di tenerlo a mente e rimanere concentrato, sto godendo finalmente e non vorrei interrompermi ma sento di essere vicino alla fine. Stephanie non ha quasi più fiato per via del raffreddore ma mi prega di non smettere, devo pensare ad altro per durare di più: e se Jo fosse tornata? Questo pensiero contribuisce a farmi godere maggiormente, devo muovermi o farò un casino... Cerco di trattenermi ma un brivido mi percorre tutto il corpo, scuotendomi dalla testa ai piedi: "No,no!" Esclamo in preda al panico, dovrei aver fatto in tempo... Steph riapre gli occhi, estasiata dal piacere appena interroto. Improvvisamente sbianca e cerca il mio sguardo, non può essere vero... "Che c'è? Non sei venuto, vero?" Mi siedo di fronte a lei, la vista del mio liquido non mi rassicura per niente. "Dimmi che non è vero!" Esclama Steph in preda all'ansia,  vorrei poterla rassicurare ma temo di aver fallito: "Amore... è pochissimo, non ho fatto. Ero all'inizio". Si è messa a sedere sul letto accanto a me, i suoi occhi si sono riempiti di lacrime: "Papà mi ammazza questa volta. E adesso? Non voglio rimanere incinta,non ora! Cosa facciamo? Non posso rimanere incinta, non posso...". No, non può rimanere incinta. Vince mi ucciderà! Perderò il lavoro, nessuno sa di noi... Prendo un respiro profondo, devo cercare di calmarmi per tranquillizzare lei: "Amore, per una volta non accadrà niente. La gente cerca i bambini per mesi, è solo qualche goccia iniziale. Non accadrà". Devo farla calmare, sta per avere un attacco di panico e questa cosa non mi aiuta a pensare, mi alimenta soltanto il nervosismo: "No, non ci credo a queste bugie! Sono rimasta incinta dopo 5 anni di relazione per una sola notte, non è vero che non rischio! Maledetto brodo di pollo, ho passato tutta la sera a vomitare per colpa di quella stronza raffreddata che non è rimasta a casa dal lavoro e mi ha attaccato l'influenza! Non dovevo fidarmi di te,non può succedere un'altra volta". La abbraccio forte stringendola a me, l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è che ci sentano in questo momento: "Amore, ti porto in ospedale: ti accompagno e ti fai dare un contraccettivo di emergenza, non succederà niente. Vengo con te, però adesso calmati". "Si, e poi lo spieghi tu a mio padre? E a Jo? Non sono pronta per un figlio". "Amore, ti compro io la pillola in farmacia. In qualche modo faremo, però ora calmati: io non ti lascio sola, ok? Qualsiasi cosa succederà io non me ne vado. Te lo prometto ". Scoppia di nuovo a piangere, spero che Jo non sia ancora tornata altrimenti sono fottuto. "Non puoi portarmi tu, lo capirebbero! Mi potrebbero vedere,magari qualcuno mi riconosce!". "Steph, nessuno ti riconoscerà. Non devi dire il tuo nome, te la danno e basta. Adesso però calmati, andrà tutto bene. Vestiamoci, vedrai che non succederà nulla". Cerco di vestirla con i vestiti di prima, le sue mani tremano così tanto che non riesce nemmeno a farlo da sola. "Non piangere, un sacco di donne la prendono e non rimangono incinte. E poi io non me ne andrò come ha fatto lui,  te lo prometto. È solo colpa mia se è successo, ti devo aiutare adesso". Stephanie sembra essersi tranquillzzata,mi rivesto anche io e mi domando nel frattempo come io abbia potuto fare una cosa del genere: è solo colpa mia, lei non merita tutto ciò. Io la amo, non avrei dovuto farlo. "Metti il cappotto, vado a prendere le chiavi della macchina". Stephanie è in ansia e non so come aiutarla: vorrei tanto averle detto di no, ho fatto un disastro. "Amore, scendi giù in garage. Prendo la mia macchina, intanto vedo se Jo è in stanza. Le dirò che mi serve qualcosa per il raffreddore, ma non penso sia tornata. Amore, tu sei forte... ce la farai, devi solo stare calma e chiedere una pillola. Nessuno ti vedrà con me". La bacio cercando di farla sentire meglio, anche se io penso di stare morendo dentro: non posso vederla così, io sono stato uno stupido. Mi dirigo verso la mia stanza, Jo non è ancora tornata per fortuna e posso prendere le mie cose, quando sento Stephanie percorrere il corridoio in fretta con indosso un cappotto scuro: "Scendi giù... arrivo" rispondo affacciandomi sul corridoio,  chiudo la porta e salgo con lei in ascensore cercando di fare silenzio assoluto: "Che cos'è quello?" Saliamo in ascensore e noto che ha appena ingoiato delle pillole, è così agitata che fatica a respirare e ritira il flacone nella borsa. "Steph, che succede?" "È un calmante... io non ce la faccio". "Invece sì che ce la fai" rispondo convinto afferrandole entrambe le mani, l'ultima cosa che succederà sarà che lei rimarrà incinta. Anche se non mi dispiacerebbe l'idea di avere un bambino, è quello che ho sempre sognato. Se non mi muovo a portarla in ospedale sarà quello che accadrà.

She never recovered|Triple H & ChynaWhere stories live. Discover now