Rompere

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Non so quanti siano, ma mi stanno tirando fuori dal furgone. So che devo andare in gabbia, ma la rabbia nel mio corpo brucia piú di qualsiasi altra cosa. Li abbiamo salvati, non con poche spese.

"Hoseok, vai dentro perfavore." Questo è Taehyung. Jungkook viene allontanato, ma dove va lui, devo andare anche io. Il demone stasera è completamente fuori di testa, è come se lui avesse già scelto. È stato Jungkook. Un perfetto idiota, a fare il passo piú lungo della gamba, ficcando il suo naso in manieta troppo pericolosa. Ha rovinato tutto. Tutto. Ci ha fatto scoprire, facendo saltare la sua copertura e quella di Taehyung. Ha rischiato la vita di tutti i presenti per un errore. Ha mandato a puttane anni e anni di piani. Dovremo cominciare da capo, mentre le persone la dentro, rimarranno a soffrire. Tiro da una parte una delle mie guardie. Sono stanco, stufo. Voglio ucciderlo con le mie mani...ora.

"Forza portatelo dentro. Qualcuno chieda a Minho quelle cazzo di manette." I miei muscoli saltano. Non so come ho fatto a trattenermi in macchina mentre mi portavano quà.  Forse il pensiero di rivedere Jungkook, a casa, per squartarlo vivo manteneva la mia mente abbastanza lucida. Spingo via un'altra delle guardie che mi sta tenendo il braccio. I miei muscoli festeggiano quando lascio andare la forza.

"Via di quí." Digrigno le zanne. La calca aumenta. Mi spingono via. In direzione della casa. È proprio lí che si trova Jungkook. Aumento il passo sorprendendoli. Spingo di nuovo e scatto, buttando a terra piú persone, ma non mi mollano.

"Hoseok no, Hoseok. Calmati. Guardami. Sono il tuo aiutante preferito. Mi riconosci?" Riconosco a malapena Seong. Ma lo evito. Scappo in casa. Qualcuno mi afferra per la camicia, ma è inutile, me lo porto dietro.

"Tu maledetto figlio di puttana. Hai rovinato tutto." Lo vedo, lo stanno portando via perchè il povero coglione è ferito. Quanto vorrei infilare gli artigli nella ferita già aperta e farlo pentire di tutto. Un bambino ecco cos'è. Avrei dovuto mandarlo a quel paese anni prima.

"No." Si para davanti Seong, nuovamente. Prova a placcarmi, io lo afferro per la maglia. Lo tiro su e lo lancio a lato. Ho cosí tanta rabbia dentro. Si trasforma in forza cosí facilmente, è quasi una droga.

"Non osare chiamare mia madre cosí." Ha il coraggio di rispondere, jungkook. Mi afferrano le braccia, evitando di farmi scattare. Perchè io sono pronto. Cazzo se lo sono. Sono pronto a far venire giú questo posto di merda e chiunque ci viva. Me incluso. Quell'idiota ha fatto saltare tutto. Adesso dovrò andare nella gabbia, buttare altri giorni della mia vita, tornando per riparare tutto quello che ha fatto. Lo odio. Lo odio. È lo voglio morto. Il demone c'è, mi occupa metà del cervello, è d'accordo con me, ed è questo il problema. A me va bene cosí.

"Portatelo via, lontano un miglio da qui." Arriva Minho, sprona le guardie a portarlo via piú velocemente.

"No. HO DETTO VIENI QUÀ." I miei polmoni si aprono, la voce si inspessisce. Io lo faccio fuori adesso. Vorrei tanto usare gli artigli, se solo loro fossero il mio bersaglio. Mi porto dietro tutti, arancano con me. Vedo le manette d'oro in mano a Minho, ne ha due paia. Ne passa una pure a Seong. Non voglio. Non ora. Devono pensare ad altro. Il mio obbiettivo sparisce dietro l'angolo, ma compare qualcosa di ancora piú familiare. Jimin. A braccia incrociate si avvicina. Il demone da una spinta che non ho mai sentito prima. Mi sento quasi sfondare vivo.

"No. VA VIA." Urlo, digrignando i denti per il dolore. Il mostro dentro di me lo fa di nuovo. Se continua cosí mi trasformo nel corridoio.

"Guarda me, ragazzo." Minho imprime le mie mani sul mio viso.

"Questa volta è...grave." mi piego su me stesso, portando dietro anche le guardie, che ruzzolano a terra. Il mio polso destro inizia ad andare a fuoco. Ci sono riusciti.

"Gli state facendo del male?" Questa è la voce. Quella dannata voce che qui non doveva nemmeno arrivare.

"No. Signorino, non è il momento. La prego di tornare in camera." Le mie gambe si caricano come molle. La voce di Jimin scatena quella del demone. Perchè proprio la sua? Vuole togliermi anche questa libertà? Salto in avanti, ma mi placcano a terra. Il peso di non so quanti uomini mi schiaccia. Ma è bene cosí. Mi pianto le unghie nei palmi e stringo i denti il piú forte possibile. Stasera è impossibile mantenere il controllo.

"L'altra manetta forza." Intima Minho, io stringo le braccia, ringhio per tenerle ferme. Fanno tutto da se. Io sto per andarmene per lasciare il posto al demone. Porca miseria. Perchè deve andare così? Perchè non ho le forze per respingerlo? Perchè sono cosí debole? Ho cominciato qualcosa, che forse era meglio non immaginare neanche. Chissà quanto ci metterò per tornare umano. Il demone è cosí forse.

"Bene, anche le gambe. Adesso via. Veloci." Chissà se quando tornerò ci sarà ancora qualcuno, ma sopratutto "quel qualcuno".

Less Than Anybody [Omegaverse][Wattys2022]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora