Rose

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Lo guardo mentre si allontana, sale le scale e sblocca la porta. Ho provato ad entrare, ma non sapendo la combinazione, tutto quello che ho potuto fare è stato guardare le rose attraverso il plexiglass. Vado o non vado? Perchè dovrei perdermi delle rose? Esco dal tepore della coperta di plaid e traballo un poco, non per il rum, solo perchè sono intontito dalla gravità. Sul divano dormivo bene. Il mio corpo la pensa ancora così.
Il ragazzo è sparito, lo sento passeggiare sopra la mia testa. Questo posto è proprio strano. Siamo dentro ad una serra eppure non fa caldo. Non capisco proprio come funzioni. Sarà roba da ricchi. Salgo le scale attentamente. Senza il plexiglass si vede tutto molto meglio. Appena entro vengo investito dal profumo intenso delle rose. Sono tantissime. Di ogni colore, forma e dimensione. Rimango stupito. Nemmeno al castello avevamo tutte queste tipologie di rose. Non sono nemmeno piccole. Il fusto di alcune arriva a toccare il soffitto.

"Te ne intendi di rose?" All'improvviso mi affianca, parla come se fossi un suo amico. Ha fatto cadere le formalità, in realtà non ha mai usato il formale con me. La cosa non mi stupisce. Non so se sia per il fatto che io sia un omega, o se semplicemente sia cosí con tutti. Fatto sta, che sentirlo parlare cosí direttamente, mi fa sentire umano. Ultimamente questa sensazione mi rimbalza nel petto troppe volte.

"Non cosí tanto." La cupola è abbastanza larga, esternamente pareva piú piccola. Solo adesso che vengo colpito dalla luce filtrata dai pannelli, percepisco il calore della serra.

"Potrei parlartene per ore se tu me lo chiedessi." Scappa e sbuca alla mia destra con un enorme sorriso. Lo guardo per un pò, non capendo che risposta vuole. Faccio spallucce.

"Faccio prima a parlarti delle piú belle." Il suo comportamento mi ricorda un bambino in mezzo ai suoi giocattoli preferiti. È diventato iperattivo tutto d'un colpo.

"Vieni, non ti preoccupare. Non mordo." Fa cenno di avvicinarsi. Lo seguo. Le piante non sono dispote in modo casuale, ma ognuna ha il suo quadrato di terra, formano un labirinto di profumi e colori.

"Questa è una delle piú belle, secondo me. Viene dal Sudafrica, la chiamano la rosa della montagna. Ha bisogno di un terreno alcalino per sviluppare al meglio questo colore rosso. La fioritura non dura mai molto, quindi sei fortunato a vederle." Sparisce, dopo avermi lasciato con la spiegazione. Fatico a seguirlo con lo sguardo. Le rose non permettono di vedere nulla. Lascio perdere e ne approfitto per accarezzare i fiori che mi ha appena descritto. Non capisco cos'abbiano di diverso da delle normali rose. Sono uguali? Prendo delicatamente un fiore e lo giro. Sono di un rosso quasi viola. Forse è questa la loro particolarità? Non saprei.

"Tieni. Fra qualche giorno sfioriranno. Nessuno le ha mai viste a parte te e me, in questo istante." Afferra un'altra rosa, una piú alta e ne taglia lo stelo. È uguale alle altre, di poco piú grossa. Con le forbici porta via le spine e me la porge. La osserva come se fosse sua figlia.

"Sicuro?"

"Consideralo un regalo." La afferro. Lui sorride soddisfatto e inizia a potare varie parti della pianta. Un regalo? A me? Perchè mai dovrebbe? Nemmeno l'alfa con cui mi sposai, mi fece mai un regalo. La stessa cosa accadeva in famiglia. Mi arrivavano regali solo per il compimento degli anni. Fa strano ricevere regali senza motivo. 

"Grazie." Tiro su col naso. La mia emotività non ha un senso ultimamente. Piango con facilità. Sono come un giocattolo rotto. Lui non sembra accorgersene è troppo preso dalla pota.

"Vieni. Te ne faccio vedere un'altra. Questa volta cambiamo colore." Scappa nell'interseco labirinto, sono costretto a seguirlo passo dopo passo. Si ferma davanti ad un cespuglio molto piú piccolo. Si accovaccia e fa segno di scendere. Abbiamo davanti tante piccole rose gialle canarino. Molto, ma molto piccole.

Less Than Anybody [Omegaverse][Wattys2022]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora