Enorme

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[il giorno dopo]

Mi sveglio piano, senza troppi fastidi, ancora completamente rannicchiato nel mio bozzolo di coperte. Ho la sensazione di non essermi nemmeno mosso. Mi sono spento e ho dormito come un sasso. Sono andato a fare pipì un paio di volte, tornando a cadere nel sonno come se fossi sedato. Me lo posso concedere visto che non dormo in un letto del genere da una vita. È tutto così morbido, pulito, profumato. Fa strano meravigliarsi di questo, quando, un tempo era la normalità, se non una necessita.

"Che ore sono?" Ruzzolo da un lato in cerca di un orologio. Mi accorgo che c'è giusto un filo di luce, le finestre sono oscurate. Qualcuno è venuto a chiudere le tende. Bene. Devo serrare quella fottuta porta. Sulla scrivania c'è una sveglia meccanica. Mi avvicino per leggere l'orario, segna le otto di sera. Non va. La lancetta dei secondi non si muove. Veramente? Hanno una mega villa gigantesca, cibo e soldi ovunque, ma la cazzo di sveglia non va? Ma che cazzo? In fondo che differenza fa? Non ho impegni. Non così urgenti, se non il fare pipì per la terza volta e magari bere per compensare i liquidi persi, che sono probabilmente troppi. Sbadiglio. I polsi sono lì, non prudono né fanno male. Sono vivo anche oggi. Guardiamo il lato positivo. Scoperchio il mio rifugio, ammucchiando tutte le coperte in fondo al letto. C'è un nuovo carrello pieno di teiere, biscotti, paste e tazze. Mi hanno portato la colazione.

"Te la senti?" Guardo il mio stomaco. Non ho fame...credo. O forse sta arrivando? Si. Sta arrivando. Lo stomaco non brontola, ma mi fa chiaramente percepire quanto sia vuoto. Non devo dimenticarmi di prendere gli integratori. Farò tutto adesso, così non me lo scordo. Salto giù, mi trascino sul tappeto, fino al divano. Recupero un bicchiere d'acqua e me lo scolo tutto, assieme alla pasticca. Niente cambierà mai il sapore dell'acqua di mattina. Fa semplicemente cosí bene, è così buona. Afferro un biscotto al burro. Gli do un morsetto, godendomi la consistenza pastosa e saporita. Sono fatti a mano, non sono dei semplici biscotti. Il dottore aveva parlato di cibo lessato. I biscotti sono compresi da oggi, nuova dieta. Lo infilo tutto in bocca, scappando in bagno a svuotarmi la vescica. Il bagno è enorme, non mi abituerò mai. Questa stanza sembra grande quanto quella del bordello. La cosa migliore è che, finalmente, posso usare un bagno come si deve e non un secchiello. Posso addirittura lavarmi le mani co del sapone vero. Torno davanti al piccolo banchetto servendomi un po' di latte in una tazza. È freddo, non penso sia nemmeno stato scaldato. Fa niente, va più che bene. Colleziono ogni tipo di biscotto presente e me ne vado sul divano. Io ci provo a mangiare lentamente, ma è tutto così buono, fresco, frugale. Vorrei essere un'aspirapolvere, o un elefante, per aspirare il tutto e non mangiarlo così lentamente. I più buoni sono i biscotti al burro, ovviamente. Anche se, i biscotti al cioccolato se la giocano bene. Pure il latte sembra eccezionale. Sarà del semplice latte, lo so, ma adesso ha tutto un altro sapore. L'ultima cosa che ho mangiato era del minestrone annacquato, credo, non ne sono così sicuro. Ovviamente tutto è il triplo più buono. Finito il latte, me ne servo altro po' e tiro tutto giù. Non aggiungo altri biscotti, opto per un croissant. Lo addento, facendo esplodere tutta la crema al suo interno. La crema al suo interno è delicata, ma comunque molto saporita. Sono in paradiso. Potrei rimettermi a dormire. Mi sento pulito, sazio e, mi duole ammetterlo, leggermente contento. Avere lo stomaco pieno fa differenza. Un enorme differenza. Ripongo tutto sul carretto e inciampo in qualcosa. Per terra c'è un piccolo sacchetto. Lo afferro. Dentro ci sono dei vestiti con l'etichetta ancora attaccata. Le taglie sono molto più piccole dei vestiti nell'armadio. L'alfa ha parlato col maggiordomo? È così tardi che sono riusciti a fare shopping mentre dormivo? Le marche dei vestiti non le riconosco, non sono nemmeno del mio stile, però non li rifiuto. Anzi. Devo vestirmi. Sono ancora in mutande. Si, meglio cambiarsi. Voglio sapere che ore sono. Preso da un'improvvisa frenesia, aiutata dagli zuccheri appena ingeriti, infilo il paio di Jeans e la camicia bianca. Questi mi stanno meglio. Non mi fanno sembrare un bambino nei vestiti dei genitori, sembro quasi un ragazzo normale. Mi rassetto i capelli con le dita, nemmeno mi guardo, non ne ho bisogno. Non ho bisogno di ricordarmi la mia faccia scheletrica. Vado alla porta, la quale cigola nonostante io la apra piano, e spio fuori. Non c'è nessuno. Via libera. Chiudo. Devo imprimere un po' di forza per girare la chiave e la infilo nella tasca dei pantaloni. Il corridoio è sgombro. C'è un leggero odore di legno e vecchio. I personaggi dei quadri mi fissano altezzosi. Ce ne sono parecchi. Sembrano molto vecchi. Chissà chi li ha fatti. Sono enormi. In questo momento mi sento un misto fra un turista e un ladro. Sì ecco. Molto di più un ladro, che un turista. Ho paura di far rumore. Non so nemmeno se posso andarmene a giro così. Lo scoprirò a breve. Vado dalla parte opposta in cui ci hanno portato e imbocco una strada completamente nuova ossia un altro corridoio infinito. Da qui, forse intravedo un enorme apertura. Che cos'è? L'atrio? Aumento il passo curioso e sbuco davanti ad una coppia di scalinate simmetriche. Si, un atrio, enorme, con al centro un portone. Ovviamente, per non farsi mancare niente, al centro c'è un enorme lampadario di cristallo. Lo osservo naso all'insù. Nonostante sia spento emana luce propria. La poca luce rimbalza nelle gocce di cristallo, creando dei bellissimi giochi di luce. Non avevamo queste cose al castello. Si avevamo qualche quadro, ma i lampadari del genere no. La casa aveva uno stile diverso da questo. Era molto più rustica. Il suo scopo era essere funzionale e calda, non così sfarzosa ed eccessiva. Paesi diversi? Necessità diverse? Può darsi.

Less Than Anybody [Omegaverse][Wattys2022]Where stories live. Discover now